Jorge Mendes – un semplice intermediario tra luci ed ombre che però tutti temono e rispettano
Jorge Mendes, di lui sappiamo che rappresenta James Rodriguez. Si dice sia arrivato a Dimaro in elicottero e che abbia un sorriso accattivante che nasconde una volontà di ferro. Insomma una leggenda. Ma sussurri da bar a parte, cosa sappiamo veramente di questo intermediario? Il Giornale ne ha tracciato un profilo interessante
Mendes non è un procuratore, ma un “intermediario” nel mondo del calcio ed è il più ricco del mondo. Vive tra transazioni economiche che nel transito lo rendono sempre più ricco. Una volta ha detto: “Avete un’idea sbagliata di noi agenti, il nostro è un lavoro duro” ma ben retribuito aggiungeremmo noi, ovviamente perché lui è bravo in quello che fa e i giocatori sono felici di essere rappresentati da lui. Nella sua società, la Gestifute, orbitano un centinaio di collaboratori e nell’ultimo anno ha fatturato più di un miliardo di euro e solo un centinaio di milioni sono opera sua.
Dice di lui un dirigente di calcio: “Non lo definirei un esperto di football, tutt’altro. Ma di sicuro uno dei businessman più bravi in giro. E poi è uno che ci sa fare: di sicuro è un uomo con cui si passa il tempo volentieri. Ti guarda dritto negli occhi, ti parla sorridendo, è gentile e capisce i problemi di tutti. Alla fine ci si guadagna tutti. Lui di più”.
Da dove nasce la sua capacità di farsi rispettare e di imporsi a volte senza neanche firmare un contratto? La sua esperienza familiare è stata la sua scuola di vita
Suo padre era custode in una fabbrica, la Petrogal di Lisbona ed aveva le chiavi anche di una zona della fabbrica attrezzata per lo sport. Proprio su quel campo il giovane Jorge ha mosso i primi passi nel calcio: in realtà non era un gran ché ma organizzava le partitelle per gli amici. Col campo a disposizione era di sicuro agevolato e tenuto in considerazione. Fin da subito la sua carriera di calciatore è stata una continua trattativa d’affari. Il suo primo ingaggio lo ottiene col Lehmense, un club di terza divisione dove chiede ed ottiene di gestire la pubblicità durante le partite ufficiali in cambio del dimezzamento del suo stipendio.
Evidentemente più portato per le pubbliche relazioni che per il calcio giocato, apre una discoteca ed inizia un lento avvicinamento al mondo delle procure e delle transazioni. Il suo primo vero grande colpo arriva con la procura di Luis Figo: non la prese bene Josè Veiga, l’allora procuratore del giocatore, che provò perfino a picchiarlo durante un incontro fortuito in aeroporto. Finirà in bancarotta dopo qualche anno.
Intanto all’orizzonte si profila una figura importante per Jorge Mendes: nel 2003 proporrà un giovane Cristiano Ronaldo al Manchester United
Valutato appena 15 milioni, il 17enne Ronaldo passa dallo Sporting Lisbona al Manchester United e vi resta sei anni. Alla sua partenza in direzione Real Madrid verrà pagato 100 milioni e contestualmente un’importante commissione si fermerà nelle tasche di Jorge che nello scambio riesce anche a far arrivare al Manchester un tale Bebè dal Vitoria Guimaraes. Qualche anno più tardi Sir Alex Ferguson confesserà candidamente di non averlo mai visto giocare prima.
Ce ne parla Il Fatto Quotidiano di Tiago Manuel Dias Correia, detto Bebé, figlio di genitori emigrati da Capo Verde e cresciuto nelle banlieue di Lisbona con la nonna finchè il tribunale dei minori non lo affida ad un orfanotrofio dove comincia a giocare a calcio per strada con i senzatetto. “Nel 2009, a 19 anni, partecipa ai mondiali di calcio dei senza tetto in Bosnia, con una rappresentativa dell’Associazione Cais, che in Portogallo pubblica il giornale degli homeless. In quella competizione Bebè si distingue con 6 gol in 4 partite e ottiene per l’anno seguente un ingaggio nell’Estrela Amadora, club di terza divisione portoghese. L’estate seguente, il 24 giugno 2010, a seguito del fallimento della squadra, Bebè è acquistato a parametro zero dal Vitoria de Guimaraes, massima serie portoghese, nonostante il giocatore abbia segnato l’anno precedente solo 4 gol in 26 partite di terza divisione”.
La sua sarà una parabola calcistica rapida, giocherà poco. Andato in prestito al Besiktas subirà un infortunio al crociato e finirà poi fuori rosa per intemperanze.
Una favola durata poco ma anche troppo strana per essere dimenticata in fretta. Partiranno delle indagini da cui risulta infatti che: “dei 9 milioni pagati dal Manchester al Guimaraes nel 2010, ben 3,6 milioni, il 40 per cento del totale, siano finiti nelle tasche del suo procuratore Jorge Mendes. Dai bilanci del Guimaraes risulta che la cifra di 3,6 milioni sia stata corrisposta a Mendes per il 10 per cento (900 mila euro) come commissioni per il procuratore, e per il 90 per cento (2,7 milioni) perché il procuratore deteneva il 30 per cento del cartellino del giocatore”.
In realtà il giocatore aveva già un procuratore, liquidato in fretta mentre accettava la procura di Mendes. Una favola che potrebbe essere ridimensionata ad una squallida storia di soldi, se non fosse che Mendes è un procuratore che rappresenta gente importante “Mourinho, Scolari, Ronaldo, Carvalho, Nani, Quaresma e Falcao, solo per dirne alcuni. E’ poi famoso per riempire le squadre dove vanno i tecnici da lui assistiti di giocatori della sua scuderia. Con Mourinho, per esempio, è successo al Chelsea(Carvalho, Ferreira, Tiago, Maniche e poi Deco e Bosingwa con Scolari) e al Real(Carvalho, Coentrao, Di Maria che raggiungono Ronaldo e Pepe). All’epoca del passaggio di Bebè al Manchester United, in quella squadra Mendez aveva la procura, oltre che alla stella Ronaldo, anche di Nani e Anderson”.
Un intoccabile che lavora con le figurine più che con le persone, ma che rende tutti felici!
Quando, ad esempio, José Mourinho va allenare il Chelsea dopo aver vinto la Champions League col Porto. In quell’occasione Jorge conosce e diventa socio in affari di Peter Kenyon – allora Ceo dei Blues. Finiranno sotto la lente del Guardian che ne scopre dei fondi off-shore dove si ritiene transitino i soldi dei diritti dei calciatori. Ma le indagini non vanno lontano perché Jorge Mendes le regole non le rompe ma praticamente sorride loro.
Quindi, anche se il regolamento dice che non è possibile per “terze parti” detenere quote di giocatori o di società, lui alla fine compare sempre dietro le quinte. Pur ammettendo il rischio di conflitto di interessi lui in realtà cura gli interessi di tutti. Lui non ha procure dirette, contratti: mette semplicemente in contatto le parti. Nulla può la FIFA di fronte a delle semplici illazioni, non sono perseguibili le voci di spogliatoio.
Ma tutti sanno che c’è lui dietro dietro moltissime delle trattative in svolgimento o concluse sempre con la massima soddisfazione di tutte le parti, particolarmente la sua.
A differenza di un Mino Raiola che si fa notare, alza la voce e compare sulle copertine anche litigando con presidenti e calciatori. Jorge Mendes resta in disparte e agisce, i suoi “protetti” sono sempre di più e può anche succedere che chi provi a sfilarsi dalla sua tutela, per una serie di circostanze fortuite, non riesca ad avanzare nella carriera. Lui continua a lavorare seguendo il sottile confine della legittimità come “firmare accordi con una società, il Monaco del magnate russo Rybolovlev, per farne parcheggio di giocatori. Oppure alla fine di prendersene una intera di squadra, il Wolwerhampton, attraverso un fondo a lui collegato“.
Ed è a Jorge Mendes che si è affidato il Napoli per accontentare le richieste di Mister Ancelotti.
Non era semplice la trattativa per De Laurentiis con un Florentino Perez alle prese con la rivoluzione di Zidane e le grane interne con i giocatori. Ma James Rodriguez vuole tornare a farsi allenare da nostro Carletto azzurro. Sa che con la sua guida è cresciuto ed è stato grande. Chi meglio di Mandes per sbrogliare la matassa? Un tira e molla che dura da mesi ormai, fatto di illazioni, titoli sui giornali e viaggi in elicottero. Telefonate e convocazioni pro-forma, come quella di stasera: Zidane durante un intervista ha dichiarato la sua stima per il giocatore e lo ha convocato per la prima partita di campionato. Celta Vigo – Real Madrid è finita con una vittoria per 3 a 1 da parte di Blancos che sono anche rimasti in 10 per l’espulsione di Modric. Eppure James non ha giocato neanche un minuto, in realtà non si è neanche riscaldato.
Un giocatore ormai fuori dai piani della squadra madrilena in attesa solo che venga finalmente dato il via libera alla sua partenza.