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Diego Demme: un metodista alla corte di Gattuso, con il Napoli nel cuore

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Diego Demme: un metodista alla corte di Gattuso che ha la passione di Napoli e del Napoli, e che porta nel cuore i colori azzurri

Diego Demme: un metodista alla corte di Gattuso che ha la passione di Napoli e del Napoli, e che porta nel cuore i colori azzurri.

Nelle ore che hanno preceduto il match contro la Lazio, il Napoli ha accolto Diego Demme nella società azzurra, attraverso i celebri tweet di benvenuto del presidente Aurelio De Laurentiis e della SSC Napoli. E’arrivato anche un tweet della società tedesca che augura buona fortuna al giocatore e chiede al Napoli di trattare bene il nuovo arrivato che si chiama Diego, proprio come chi ha reso celebre la maglia azzurra.

Cresciuto nel Lipsia fin dal 2014, il centrocampista classe 1991 è stato uno degli uomini simbolo della cavalcata del club tedesco dalla terza divisione alla Bundesliga e all’Europa. Nato in Germania, si chiama Diego come omaggio a Diego Armando Maradona, idolo del padre Enzo, calabrese, come Gattuso, idolo del figlio Diego, e grande tifoso del Napoli e del Pibe de Oro. Tanto che qualche giorno fa si sono sentiti allenatore e giocatore, in una telefonata tutta in calabrese!

Dopo sei stagioni con la squadra teutonica ne è diventato il capitano oltre che l’uomo più rappresentativo. Il suo ex allenatore Zorniger ha spiegato che Demme non è il classico playmaker ma unisce buone qualità tecniche a quella che è la sua caratteristica maggiore, ossia una resistenza incredibile.

L’ex tecnico spiega che il neo centrocampista azzurro sia il giocatore che abbia allenato con maggiore resistenza e forza fisica. Raccontando un aneddoto, rivela che durante un ritiro estivo si faceva corsa a gruppi, ma lui correva da solo perché staccava tutti gli altri. Addirittura fu costretto a prendere una bici per stargli dietro e nemmeno riuscì a tenere il passo.

Demme alla resistenza aggiunge una buona capacità di analisi e lettura del gioco, ha un’alta percentuale di passaggi riusciti, ciò su cui invece deve migliorare è in fase realizzativa. Non segna molto, non è nelle sue caratteristiche, tiene la posizione e non lo trovi spesso nell’area avversaria. E’ un classico centrocampista che “morde” le caviglie degli avversari… “alla Gattuso” per intenderci, suo idolo da sempre.

Infine ha spiegato che ha lasciato il Lipsia primo in classifica, nonostante le sei stagioni e nonostante fosse il capitano poiché è un tifoso azzurro. Addirittura quando si sono sentiti telefonicamente per parlare del trasferimento il giocatore era molto più che entusiasta e molto più che felice.

L’inserimento e l’ambientamento nel suo nuovo club potrebbe essere facilitato dalle origini italiane. In alcune interviste Demme ha dichiarato di sentirsi metà italiano e metà tedesco e di avere come idolo Gennaro Gattuso. Parlando proprio dell’allenatore del Napoli, diceva: “Mi piaceva il suo gioco aggressivo e la sua grinta, la sua voglia di dare sempre tutto per la squadra e di trascinarla. Mi sento molto simile a lui nel mio stile: metto tutto me stesso in campo, la mia grinta nei contrasti, la mia fisicità e anche la capacità di giocare la palla”.

Diego Demme cerca quindi interpretare il suo ruolo proprio come l’ex centrocampista del Milan e attuale tecnico dei partenopei. Sono 105 le presenze in Bundesliga con 9 assist forniti e un gol realizzato. Un episodio che il calciatore ricorderà per sempre non solo per aver realizzato ma anche per aver perso un dente. Infatti il 15 aprile del 2017 contro il Friburgo ha segnato il suo primo gol fra i professionisti. Ma dopo uno scontro con un avversario ha anche perso un dente. Un episodio che però non ha inciso sul suo rendimento al tal punto da restare in campo per tutta la partita.

Un calciatore di carattere che decise di trasferirsi al Lipsia in terza divisione nel 2014. All’epoca giocava da titolare nel Paderborn ed era a caccia della promozione in Bundesliga. Un azzardo che ha pagato. Infatti Diego Demme è cresciuto di pari passo con la squadra ed è divenuto il fulcro del gioco del club tedesco. Nell’ultima stagione ha giocato 39 partite con la maglia del Lipsia tra campionato e coppe: 3 gli assist forniti, 7 i cartellini gialli. In 33 occasioni ha giocato come mediano, mentre solo in 3 partite è stato schierato da centrocampista centrale. Quest’anno è stato titolare inamovibile del Lipsia con 17 presenze in campionato. In queste 17 presenze ha recuperato la bellezza di ben 110 palloni.

TIFOSO DEL NAPOLI DA SEMPRE

Nelle sue interviste, e non solo, Diego non ha mai nascosto la sua passione, trasferitagli dal padre, per il Napoli. Tifoso a distanza e poi profondo amante della cultura partenopea e della città dove spesso si reca, in occasione di relax, svago e riposo. Insomma, il Napoli avrà un tifoso in più sul terreno di gioco. Un tifoso che, nell’estate del 2018 sfruttando l’amicizia con l’ex compagno di squadra Joshua Kimmich, a sua volta impegnato nell’Audi Cup contro gli azzurri, chiese e ottenne una maglia della sua squadra del cuore nel confronto fra bavaresi e partenopei. Joshua eseguì e Demme la indossò subito. Ora ne avrà una tutta per sé.

HA UN FAN CLUB A ERCOLANO

Da alcuni anni a Ercolano, c’è un fan club che porta il suo nome. Una premonizione? No, ai tempi, solo un bel legame che si è creato fra il presidente del club, Liberato, e lo stesso calciatore che nel 2013 ha avuto modo di conoscere il turista napoletano al termine di una amichevole invernale fra il Paderborn e il Borussia Dortmund. Da lì, Liberato lega molto con Diego che nel corso della sua prima visita a Napoli si fa accompagnare proprio da lui in giro per la città. Un fan club che, ora, ha ancora più valore.

I VIAGGI A NAPOLI E IL DIALETTO NAPOLETANO

Diego Demme è stato più volte nel capoluogo partenopeo tanto da rimanerne estasiato: ” A Napoli ci sono stato con la mia fidanzata a Capodanno del 2016. Ci è piaciuta al punto da tornarci l’anno dopo. Il lungomare è meraviglioso. Abbiamo visto il Vesuvio e mangiato la pizza“. L’ultima visita durante le recente feste natalizie, con tanto di post su Instagram. Ma oltre a vedere Napoli l’ormai nuovo centrocampista del Napoli ammise anche di aver imparato la parola “Guagliò” in dialetto.

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