L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona e il Napoli sta perdendo tutto
L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona e il Napoli ha abbandonato la lotta mesi fa
Non esiste una vera lotta, se di fronte all’avversario ci si presenta già sconfitti. Il Napoli stasera non ha portato in campo neanche le flebili speranze del gioco visto nel secondo tempo del match contro la Lazio. Spento per novanta minuti il suo gioco così come spente sono state le emozioni. In uno stadio semi deserto, dove riecheggiano solo le contraddizioni e le contestazioni, pochi gruppi sparuti di tifosi hanno atteso una qualunque scintilla, ma hanno atteso invano.
La Fiorentina ha spaziato in un campo che per anni ha fatto preoccupare classifiche e avversari: ha lasciato che la compagine azzurra si complicasse la vita da sola. I numeri ci parlano di un possesso palla a favore del Napoli, ma sappiamo che nel calcio non si vince AI punti, piuttosto CON i punti. E le cronache ci raccontano che i punti del Napoli sono scarsi. Scarsi come le idee che allenatore e giocatori stasera hanno portato sul terreno di gioco: abbiamo rivisto un Insigne cercato in modo spasmodico, palla sempre ai piedi ma con nessuno da lanciare.
Siamo privilegiati perché come lavoro giochiamo a calcio, quel gioco che si fa da bambini. Caro Mister Gattuso i nostri giocatori non hanno capito il privilegio di indossare la maglia azzurra!
Chiesa e Castrovilli hanno palleggiato e si sono divertiti a tutto campo. Soprattutto approfittando della confusione del reparto difensivo: Di Lorenzo centrale con Luperto a sinistra ha destabilizzato entrambi: ci auguriamo che prima o poi tornino i giocatori infortunati. Il gioco del Napoli, quello tornato dalle eredità Sarriane, è vecchio ed essendo cambiati alcuni protagonisti non funziona più. Insigne viene costantemente raddoppiato, passarla sempre a lui non paga e il suo puntare l’uomo quando si ritrova in mezzo a 4/5 termina sempre con la perdita della palla. I tagli di Callejon sono studiati ed assorbiti, se poi davanti alla porta lui stesso sbaglia tocchi che un giorno hanno fatto storia, ci sono poche speranze di efficacia. Milik è un giocatore davvero particolare: osannato da alcuni, malvisto da altri. Tornato l’ombra di se stesso dopo due infortuni in 12 partite ha segnato 7 gol, ma si ostina a giocare spalle alla porta e manca di precisione. Giusto per parlare dei protagonisti di stasera, Demme è appena arrivato, ha sostituito Allan a metà secondo tempo ma forse tardi per incidere davvero.Il brasiliano è andato via direttamente negli spogliatoi, intemperanza che verrà sanzionata, ancora.
Già, le sanzioni. Uno dei grandi problemi del Napoli ed il mondo che lo circonda.
Sono rimaste in sospeso le multe elevate ai giocatori per il famoso ammutinamento post-Salisburgo. Un giorno sapremo cosa davvero è successo, cosa ha fatto cadere nel baratro la squadra. La colpa è stata data alla gestione tecnica, si dice che i giocatori non volessero la famiglia Ancelotti al punto di boicottare se stessi. E si è cambiato. Poi è diventata una questione di soldi: rinnovi, bonus, e partenze bloccate: ma se giocano male vengono svalutati. E allora a chi fanno il dispetto?
Altre multe che hanno portato scompiglio sono quelle che il Regolamento d’Uso della Struttura ha fatto comminare ai tifosi “indisciplinati”. Ed ecco il perchè dello sciopero del tifo, degli spalti vuoti e delle contestazioni fuori lo stadio e sui social. Siamo scesi in B, la squadra è fallita, eppure i tifosi non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Stasera i tifosi presenti hanno atteso per 45 minuti, hanno anche provato ad incitare: si sono sentiti di nuovo i cori. Non era assordante ma veniva dal cuore di chi nonostante tutto è andato allo stadio, dai bambini presenti e andati via in lacrime. Alla fine del primo tempo hanno fischiato e alla ripresa tutti abbiamo sperato che qualcosa cambiasse. Ma invano.
L’errore che oggi paghiamo è stato fatto in estate. Era il momento di rifondare avere il coraggio di archiviare Allan kuli.. callejon ed anche Insigne e Mertens e rifare una squadra che ormai non era più tale…
Disamina che centra il problema, come sempre. Quasi un appello accorato scaturito non dalla sconfitta in sé, ma dalla delusione nel vedere una squadra che per anni ha dato il meglio di sé raggiungendo traguardi di prestigio, arrendersi e cadere sempre più in basso sia come classifica che come prestazione. Chi non vuole onorare la maglia che indossa, che vada via. E che la dirigenza li lasci andare per il bene della squadra e per la serenità di quanti vanno allo stadio e pagano il biglietto. Quelli sono soldi che vengono tolti magari al benessere di una famiglia, e tutto questo merita RISPETTO !!!!!