Napoli, quando le speranze si infrangono contro un rigore non dato
Il Napoli crolla in un San Paolo pieno
Ieri pomeriggio si è consumato un altro episodio triste per il Napoli. Per gli azzurri si interrompe la striscia positiva iniziata in Coppa Italia contro la Lazio. I partenopei devono fermarsi di fronte al Lecce corsaro di Liverani, che sbanca il San Paolo dopo oltre 20 anni e conquista punti preziosi per la salvezza.
Difesa indifendibile
La sfida contro i salentini è stata l’occasione per rivedere dal primo minuto Maksimovic e Koulibaly, al rientro dall’infortunio. Scelta non di certo azzeccata per Gattuso perché i due centrali si dimostrano non recuperati al 100% e vulnerabili all’attacco dei giallorossi. Dunque se la coppia di nuovo insieme era stata selezionata per ripristinare la vecchia sintonia in vista della delicata sfida contro l’Inter, l’esperimento risulta comunque da perfezionare.
Qualcosa di buono a tratti la fa vedere Ospina tra i pali. Capace di togliere i carboni ardenti dal fuoco più di una volta, facilita la rete avversaria con una respinta imprecisa prima e con l’impreciso posizionamento della barriera poi.
Quando il fischio dell’arbitro pesa molto più del VAR
Alle imprecisioni azzurre si sommano le decisioni arbitrali che tanto fanno e faranno discutere. Su tutte rumoreggia il mancato fischio di Giua per un fallo netto in area di rigore su Milik. A dire il vero l’arbitro ha fischiato fallo contro il Napoli, punendo la caduta del numero 99 con addirittura il cartellino giallo. Simulazione secondo il direttore di gara, che rifiuta di andare al VAR a rivedere l’azione per capire se realmente il fallo ci fosse oppure no.
Napoli, così si resta dietro
Da quel momento il Napoli precipita e subisce, si lascia andare e non riesce più a reagire nel migliore dei modi. Nel finale il gran goal di Callejon riduce solo le distanze ma non colma il vuoto in cui il Napoli è precipitato durante il match.
Fallisce l’occasione di recuperare punti preziosi e scalare qualche posto in classifica. Non può invece svanire la speranza di raccogliere qualche frutto in questa annata tempestosa. Adesso il tempo stringe e non è più un caro alleato.
Nato e cresciuto nella periferia est di Napoli, da sempre tifoso ed appassionato
Vive in Trentino, dove si è formato e lavora come Infermiere