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Ottavio Bianchi e il calcio a porte chiuse: “Dovremmo abituarci, non vedo via d’uscita”

Ottavio Bianchi ex Napoli marte sport live

L’ex allenatore del Napoli a Radio Kiss Kiss ha detto che il mondo del calcio deve adeguarsi alle sfide senza tifosi

Ottavio Bianchi ha scritto pagine importanti nella storia del Napoli. L’allenatore bresciano ha guidato la squadra azzurra alla vittoria del suo primo scudetto nella stagione 1986-1987. Inoltre ha conquistato anche una Coppa Italia e una Coppa UEFA.

Voce autorevole del calcio italiano, è stato intervistato da Radio Kiss Kiss. L’ex tecnico lombardo ha parlato soprattutto dell’emergenza coronavirus che ha colpito anche lo sport.

In particolare, si è soffermato sul provvedimento relativo alla disputa delle prossime partite (almeno fino al 3 aprile) a porte chiuse.

Ai microfoni del programma Radio Goal, Ottavio Bianchi ha detto che il calcio e lo sport in generale dovranno necessariamente adeguarsi a queste delicata situazione.

Infatti tutti devono collaborare per cercare in qualche modo di limitare i rischi legati al contagio da coronavirus. Anche perché, di fronte ad un’emergenza di tale portata: “Non ci sono abbastanza strutture per ospitare tutti gli ammalati”.

Ottavio Bianchi: “Le porte chiuse potrebbero avere un effetto negativo sui giocatori”

Dopo aver analizzato questo delicato momento in generale, Ottavio Bianchi ha risposto ad alcune domande sulla Serie A a porte chiuse.

L’ex allenatore di Roma e Inter ha esordito dicendo che, a fronte di quanto sta accadendo in questi giorni in Italia, risulta difficile parlare solo di calcio.

Subito dopo ha spiegato quali potrebbero essere i risvolti di questa pausa forzata che hanno dovuto affrontare alcune squadre del massimo campionato italiano.

Alcuni club che avevano dei calciatori in affanno o infortunati potrebbero essere riusciti a recuperarli appieno. Tuttavia, il rovescio della medaglia si anniderebbe nel rischio di “aver perso il ritmo partita”.

L’impatto degli stadi vuoti potrebbe influire negativamente sulle prestazioni degli atleti. Ad ogni modo, Bianchi ha comunque voluto ricordare che bisognerà abituarsi a questo scenario, perché per il momento: “Non vedo una via d’uscita”.

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