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CDS- Smart Working anche per gli azzurri

Smart Working

Il Napoli sceglie lo smart working per gestire l’emergenza Coronavirus

Con il campionato fermo sino al prossimo 3 aprile, molte squadre hanno deciso di fermarsi. Mentre alcune continuano regolarmente a lavorare, qualcun’altra introduce lo smart working. Anche la SSC Napoli lavora ha deciso di non rischiare e di adeguarsi al lavoro da “remoto”. Per i calciatori tanti divieti e palestra a gruppi, questo è quanto si apprende dal corriere dello Sport

Quando la “zona rossa” entra nella zona azzurra.

Quello che si presenta agli occhi è uno scenario da “ day alter”: uffici chiusi, rigorosamente, e tutti i dipendenti a casa in smart working. Per i calciatori i contatti sono vietati fin quando si può (in campo è impossibile). Le borracce sono personalizzate perché è severamente vietato condividerle. A supporto della tenuta fisica su agisce con incremento dell’apporto vitaminico. Le misurazioni  della temperatura corporea sono costanti per non parlare di norme severissime sull’igiene e la profilassi.

Nessuna promiscuità e o contatti troppo ravvicinati

In primis turni per le docce, annullati, poi, i pranzi di squadra eccetto per  la colazione. Il primo pasto quotidiano va condiviso secondo regole precise: i calciatori che decidono di consumarla in sede possono accedere in sala a gruppi di due o tre persone e devono attenersi alla distanza minima di un metro.

Per la parte atletica

Anche in palestra si entra a gruppi ristretti, rispettando le distanze, e in sala medica e video, per massaggi e riunioni varie, si rispettano i turni e l’obbligo di indossare la mascherina. Bene preziosissimo, in questo momento, che il Napoli ha ottenuto grazie al lavoro di De Laurentiis junior. Il vicepresidente è immancabile in sede; ormai è diventato un punto di riferimento, per lo spogliatoio azzurro, nonché uno dei pochi dirigenti ammessi al seguito.


 

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