Lockdown Coronavirus, Milano non resta a casa
Lockdown Coronavirus, in piena Pandemia ed Emergenza Sanitaria, a Milano il 40% delle persone continua a spostarsi. Sport e passeggiate mettono a rischio il ritorno alla normalità della città e del paese
Lockdown Coronavirus, due parole con le quali l’Italia, e a poco a poco altri Stati del Globo, stanno imparando a fare i conti.
L’Emergenza Sanitaria che sta colpendo il lungo stivale nel mezzo del mar Mediterraneo, miete contagiati e vittime in numeri sempre crescenti, giorno dopo giorno.
Mentre nel resto d’Europa la situazione si avvia a diventare insostenibile, l’Italia, con il Governo Conte in prima linea,
ha iniziato la sua guerra al COVID-19 mettendo in pratica provvedimenti assolutamente restrittivi ma necessari.
Provvedimenti che hanno, idealmente, recluso gli italiani nelle loro case per evitare la diffusione di questo nemico microscopico, invisibile ad occhio nudo.
Per tanti giorni le città italiane, partendo da quelle Lombarde afflitte in maniera più pesante da questo male infame, hanno rispettato silenziosamente e religiosamente i “diktat” di Governo e Regioni.
Da Nord a Sud, grazie alla coscienza dei più ed ai flashmob dedicati, i luoghi più affollati sono diventati i balconi delle abitazioni dei nostri concittadini.
Poi qualcosa è cambiato; dalla giornata di ieri, martedì 17 Marzo, la coscienza sociale sembra aver abbandonato molte menti degli italiani.
Ne è l’esempio Milano, capoluogo Lombardo e di quel fulcro dell’Economia del Paese che da ormai quasi un mese è diventato anche il fulcro dell’Epidemia che sta strozzando l’Italia.
Ne è l’esempio perché, ai piedi del Duomo e sotto l’occhio della “Madonnina”, dopo un periodo di quiete, Milano ha ripreso a muoversi, forse troppo.
Eloquenti sono le immagini delle Metropolitane affollate e quelle che, da ieri, stanno facendo il giro del Web:
i Navigli con persone intente a praticare sport e che non evitano assembramenti.
E’ chiaro ed evidente che, più avanti si andrà con il tempo e più la necessità di evadere premerà forte sui desideri dei cittadini italiani.
Quel che forse non è chiaro a tutti quelli che vengono meno ai provvedimenti Governativi è che, se non si rispettano e rispetteranno gli stessi, l’emergenza COVID-19 e il conseguente Lockdown Coronavirus, saranno protratti ancora più avanti nel tempo.
Certo, è dura, nessuno ha mai detto che non lo sarebbe stato.
E’ altresì vero che incombono le necessità lavorative di chi, come molti, ha bisogno di lavorare e guadagnare per portare avanti famiglie e aziende.
Questo è il banco di prova più difficile per il Governo Conte; combattere l’emergenza sanitaria dovendo fare i conti con un’emergenza sociale che, come una polveriera, rischia di esplodere da un momento all’altro.
Si richiama di nuovo la coscienza degli italiani a compiere un ulteriore sforzo per sconfiggere il prima possibile questo nemico.
Lockdown Coronavirus non è una brutta parola, è l’arma che, al netto di un Sistema Sanitario da riformare e sostenere, ci consentirà di venire fuori da questa pagina nera della storia del nostro paese e dell’umanità intera.
Rispettando le regole, in un futuro prossimo potrà esserci tempo per tutto; in caso contrario, non ci sarà tempo per niente.
#iorestoacasa
Nato a Napoli nell’ormai lontano Marzo 1986 colleziono Primavere in maniera nostalgica.
Appassionato di scrittura (creativa e giornalistica), calcio, comunicazione e social network, divido le mie giornate tra una perizia assicurativa e migliaia di pensieri da buttare nero su bianco.
Sono Giornalista/Pubblicista dal 2011, Laureato alla triennale in Scienze della Comunicazione ed ho conseguito due master: uno a Parma in “Web Communication e Social Media per giornalisti” e l’altro alla Link Campus University di Roma in “Media Entertainment”.
Amo infinitamente Napoli, la città nel e del mio cuore.