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Coronavirus a Napoli, Il mare del golfo è spettacolare.

Coronavirus a Napoli, Il mare del golfo di Napoli è spettacolare.

Coronavirus a Napoli, Il mare del golfo di Napoli è spettacolare, ma anche il cuore dei sanitari.
I cittadini stanno postando dei video stupendi che mostrano un mare simile a quello della Sardegna a via Caracciolo, ai tempi del coronavirus, senza la minima traccia di inquinamento.

Beh questo vuol dire che il contributo migliore che l’uomo può dare alla terra e alla natura e “fermarsi un po’”.

Restare a casa è l’imperativo che ogni cittadino italiano è tenuto a rispettare dal famigerato dpcm dello scorso 9 marzo.
Purtroppo non tutti possono rispettarlo. Sono gli operatori sanitari che, avendo a che fare tutti i giorni con pazienti affetti da Covid-19, sono impossibilitati a fare ritorno nelle rispettive abitazioni.
Per garantire la sicurezza della propria famiglia, mogli, figli ed in alcuni casi i genitori.

Come fare a non arrecare danno a chi si vuole bene? C’è chi ha scelto addirittura di dormire in auto, mentre altri si sono “costruiti” alloggi di fortuna oppure hanno scelto di risiedere temporaneamente in un residence asettico.

A raccontare la sua storia sul Mattino  è per esempio N. P., operatore del 118 dell’Asl Napoli 1, quindi uno di coloro che lavora a bordo delle ambulanze che da un mese e mezzo vanno e vengono dagli ospedali di Napoli. «Vivevo nella mia abitazione di Melito, ma ora sono tornato nel quartiere Marianella dove c’era la mia casa prima di sposarmi: dormo nel garage sotto, è l’unica soluzione che poteva darmi tranquillità in questa fase di angoscia».
Il cuore si spezza nel non poter abbracciare i figli. «Ho un figlio di 8 anni e una figlia grandicella di 13. Li bacio da lontano, è stata durissima per me ricevere un vocale dal piccolino per la festa del papà».

Tutti i giorni pulisce i malati di Coronavirus, invece, M. C., operatore socio-sanitario all’ospedale di Frattamaggiore.

«Mi dispiace ammetterlo ma la verità è che io e tanti altri subiamo un vero e proprio isolamento.
Non tocco i miei due figli, in casa mi sono creato un mio spazio autonomo e porto sempre mascherina e guanti. Abbiamo uno schermo davanti a noi, con i bambini ho sempre avuto un rapporto fisico.
Forse è meglio farsi odiare da loro così soffrono di meno», racconta con amarezza.

«Di nascosto da mia moglie ho dormito in auto per tre giorni. Poi lei mi ha “sgamato” e mi ha fatto mettere su un telo di plastica in casa che poi ripongo da parte ogni santo giorno», aggiunge.

Colpe specifiche non ne vuole attribuire, ma certo le istituzioni devono farsi carico del disagio di questa categoria a rischio sul lavoro e poi isolata fuori dallo stesso.

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