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Vincenzo Spadafora, min. Sport: “Si ripartirà solo se ci saranno le condizioni. So che il calcio è un’industria importante, ma la priorità è la salute!”

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Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha parlato in diretta al Senato della possibile ripartenza del campionato

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha parlato in diretta al Senato della possibile ripartenza del campionato.

Queste le sue parole:

“Abbiamo convocato per la prima settimana di giugno una maratona web con migliaia di ragazzi in rappresentanza di tutte le attività, per discutere insieme a loro del programma di Governo ed essere pronti ad individuare le iniziative migliori.

Cambierà anche il loro modo di studiare e la socialità. Ma grazie a nuove tecnologie avremo questa piattaforma per avere nuovi elementi. Tutti i ragazzi hanno diritto di partecipare per disegnare una rotta per il futuro.

Sin dall’inizio ho mantenuto rapporti con tutti gli organismi sportivi. A partire dal Coni e le federazioni. Per avere la percezione immediata per prendere giusti provvedimenti. Mi sono tenuto in contatto anche con gli altri ministri dello sport europei per una linea comune. Era inevitabile fermarsi.

L’abbiamo capito anche dalle Olimpiadi, ma anche da Europei o giro d’Italia. La linea del Governo è stata sempre di prudenza e tutela della salute. Le immagini delle persone portate via tornano ancora in mente, sono di poche settimane fa.

Per questo procediamo con prudenza alla riapertura. Abbiamo iniziato dall’attività motoria per gli italiani, ma anche gli allenamenti individuali. Una graduale riapertura. Stiamo lavorando senza sosta per dare risposte al mondo dello sport, anche se l’attenzione è concentrata sul calcio.

Vorrei chiarire alcuni punti. Sono consapevole dell’importanza social del calcio, sarebbe paradossale non riconoscerla, dati alla mano è un’industria importante con un giro d’affari importanti e dà al fisco oltre 1 miliardo l’anno ma è eccessivo l’inasprimento del dialogo, anche agli occhi degli italiani che pensano alla salute.

L’altro ieri sono arrivate le valutazioni del comitato tecnico-scientifico, sono numerose e ne cito tre significative: la prima sulla quarantena di squadra dopo un primo positivo senza alcun contatto. La seconda sulla responsabilità ai medici dei club. La terza sull’enorme numero di tamponi che non vada ad impattare sui cittadini.”

Poi continua:

“Le osservazioni del Cts saranno prese in considerazione dalla federazione che riadatterà il proprio protocollo per riprendere gli allenamenti di squadra dal 18. Poi resterà la necessità di definire la riapertura del campionato, su questo vorrei essere chiaro: il campionato se riprenderà sarà perché ci sarà una successione di protocolli per avere la sicurezza di tutti.

Non era possibile in un nessun modo decidere in fretta o su spinte strumentali. L’incertezza riguarda tutti, gli unici che hanno deciso sono sugli stop di Francia e Olanda mentre gli altri hanno man mano rinviato per valutare la curva di contagi. Il Governo tiene una linea coerente e prudente mentre gli stessi presidenti ed opinionisti hanno cambiato in fretta opinione.

Le pressioni non ci condizionano. Molti si chiedono perché non chiudere un supermercato se una cassiera risulta positiva, rispetto al calcio, ma nel supermercato è possibile usare sistemi di protezione e distanze, il calcio è uno sport di contatto. Non si può contestare e non si può sottovalutare questo problema che ha portato già diversi calciatori in quarantena.

Siamo tutti consapevoli che la necessità di terminare il campionato è economica, da cui dipende tutto il sistema e da club fortemente indebitati.

Lo sport non è solo calcio, tutti gli altri devono riprendere gli allenamenti e per questo proponiamo ulteriori linee guide, a partire da quello di base ed i centri dalle palestre ed i circoli sportivi. Proporrò la riapertura di tutte le attività entro il 25 maggio. Magari anticipando col comitato tecnico-scientifico ma non oltre il 25 maggio.

Qualcuno si è chiesto come mai se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude il negozio mentre nel caso di una squadra si prescriva che vada tutta in quarantena. La risposta è banale, nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, al contrario nel calcio che è per sua natura uno sport nel quale non è possibile. I calciatori devono marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’autoisolamento per tutti”. 

 

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