I grandi Campioni Azzurri: Gianfranco Zola
I grandi Campioni Azzurri: Gianfranco Zola
Gianfranco Zola nato ad Oliena, 5 luglio 1966, oggi è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Considerato uno dei maggiori talenti calcistici italiani degli anni 1990 e 2000. Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la nazionale, con cui ha totalizzato 35 presenze e 10 reti.
Nel 2004 ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, per i meriti sportivi conseguiti durante la sua permanenza al Chelsea.
È stato candidato per tre volte al Pallone d’oro, classificandosi 6º nel 1995.
Caratteristiche tecniche
Fantasista,di piede destro, capace di svolgere il ruolo di trequartista, seconda punta o anche quello di esterno. Si distinse per la sua abilità nel dribbling e nel fornire assist per i compagni. Dotato di grande tecnica,velocità,visione di gioco e fiuto del gol. Si è anche reso celebre per le sue eccelse abilità balistiche sui calci piazzati con 20 gol, è quinto tra i migliori realizzatori di calci di punizione nella storia della Serie A.
Carriera di Gianfranco Zola
Iniziò a giocare a calcio nella Corrasi di Oliena per poi passare alla Nuorese (1984), dove fu impiegato nel ruolo di mezzapunta. Nel 1986 si trasferì a Sassari per indossare la maglia numero 8 della Torres. Con la più longeva società della Sardegna disputò un campionato di Serie C2 e due campionati di Serie C1, tutti vissuti da protagonista, arrivando nel 1988-1989 a tre punti dalla promozione in Serie B. Nell’ultimo torneo in rossoblù segnò 11 gol in 34 partite.
Notato in Serie C1 da Luciano Moggi
Fu acquistato dal Napoli per 2 miliardi di lire. Esordì in Serie A nel 1989. In precedenza era stato scartato dal Cagliari per via del suo fisico minuto ed era stato vicino a un trasferimento all’Entella per 80 milioni.
Zola, entusiasta del trasferimento, strinse ottimi rapporti con Diego Armando Maradona e Careca, che favorirono la sua integrazione nel club partenopeo.
Nel suo primo ritiro col Napoli
data l’assenza di Maradona, iniziò subito a dimostrare grandi qualità e con l’assenza di Alemao e Careca, impegnati con il Brasile per la qualificazione ai mondiali di Italia ’90, iniziò a giocare da titolare il campionato 1989-1990. Contribuí con due gol alla vittoria dello scudetto, il primo e unico in carriera.
Il primo gol di Gianfranco Zola
Lo segnò contro l’Atalanta, mentre il secondo contro il Genoa; in quest’ultima gara, Zola segnò in pieno recupero e permise al Napoli di vincere 2-1 e di mantenere inalterato il distacco di 2 punti dal Milan, diretta inseguitrice. Vinse, poi, la Supercoppa italiana del 1990.
All’inizio della stagione 1990-1991, Zola sembrò vicino al passaggio al Lecce, ma all’ultimo momento il club partenopeo decise di confermarlo in squadra. Alla fine di questa stagione, il 17 febbraio 1991 (Napoli-Bari), ereditò la maglia numero 10 di Maradona, che lasciò il club proprio in quell’anno.
Maradona, prima di andarsene, consigliò alla dirigenza partenopea di puntare su Zola, ritenendolo il suo ideale sostituto.
Nella stagione 1991-1992, il Napoli guidato da Claudio Ranieri, terminò il campionato al quarto posto. Zola disputò tutte le partite, realizzando complessivamente 12 reti. Dopo un’altra stagione, Zola concluse la sua esperienza a Napoli con 105 partite e 32 gol.
Zola si trasferì nel giugno 1993 al Parma per 13 miliardi di lire.
Accusatodai tifosi partenopei di tradimento, Zola rispose di essere stato praticamente costretto alla cessione dalla dirigenza a causa della situazione economica della squadra di Corrado Ferlaino.
«Era la società che doveva fare cassa. Tant’è che oltre a me cedettero Thern, Ferrara e Fonseca. Non ho tradito nessuno. Anche se hanno voluto farlo credere».
Con il Parma vinse la Supercoppa UEFA 1993 e la Coppa UEFA 1994-1995, consacrandosi come uno dei giocatori più talentuosi in Italia e trascinando la squadra vicino alla conquista dello scudetto. Le ottime prestazioni gli valsero il 6º posto nella classifica finale del Pallone d’oro 1995.
Dalla stagione 1995-1996 Zola trovò sempre meno spazio in squadra a causa dell’arrivo di Hristo Stoichkov che occupava la sua stessa posizione in campo, causando un dualismo tattico tra i due. Nel 1996 arrivò sulla panchina del Parma il tecnico Carlo Ancelotti che giocava con il modulo 4-4-2.
Ancelotti posizionò Zola sulla fascia sinistra di centrocampo, lasciando l’attacco a Crespo e Chiesa. Stufo del ruolo sceltogli da Ancelotti, Zola decise di concludere la sua esperienza al Parma, con il quale aveva disputato 102 gare di campionato e realizzato 49 gol.
Nel 1996 passò alla squadra londinese del Chelsea per 12,5 miliardi di lire
dove trovò un altro italiano: Gianluca Vialli. La sua esperienza in Inghilterra sarà di assoluto rilievo e gli varrà l’apprezzamento di stampa e tifosi – che lo ribattezzeranno Magic Box – in virtù delle sue prestazioni e della correttezza mostrata in campo e fuori.
Al termine della prima stagione inglese, conclusa con la vittoria della Coppa d’Inghilterra e durante la quale dimostra il suo talento, ottiene il riconoscimento quale miglior giocatore del campionato.
Nel 1998 Zola vinse la Coppa di Lega Inglese, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA. Proprio nella finale di Coppa delle Coppe contro lo Stoccarda, Zola è protagonista nonostante non parta nell’undici titolare. Entrato in campo al 70′, Zola impiega solo 20 secondi a segnare il gol che vale la vittoria ai danni della formazione tedesca.
Nella stagione 1999-2000 il Chelsea di Zola disputò la Champions League
da cui fu eliminato contro il Barcellona ai quarti di finale. I Blues vinsero nella stessa stagione la Coppa d’Inghilterra battendo in finale l’Aston Villa per 1-0. Al termine di questa stagione, nonostante le insistenze del Napoli che sperava nel suo possibile ritorno, Zola decise di rimanere in Inghilterra dove tornò ad essere allenato da Claudio Ranieri.
Nella stagione 2000-2001 realizzò 9 reti, mentre quella successiva soltanto 3, ma si rese comunque protagonista contro il Norwich il 16 gennaio 2002 in una partita di Coppa d’Inghilterra: su un’azione di calcio d’angolo il pallone arriva verso Zola a mezz’altezza, quest’ultimo lascia scendere leggermente la palla e la colpisce col tacco destro facendola passare sotto la gamba sinistra infilandola in rete.
Questa rete è annoverata tra i gol più belli della storia del calcio. Dopo 14 reti nella stagione 2002-2003, Zola decise di ritornare in Italia. Con il Chelsea giocò complessivamente 7 stagioni e, in 229 presenze, realizzò complessivamente 59 reti.
Nell’ottobre 2004, un anno dopo aver concluso l’esperienza londinese, verrà nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta.
Dopo sette stagioni di militanza nel club, nella stagione 2003-2004 Zola rientrò in Italia per indossare la maglia del Cagliari, allora in serie B.
Zola contribuì alla promozione del Cagliari in Serie A, e si apprestò a disputare nel 2004-2005 la sua ultima stagione agonistica. Il suo ultimo incontro ufficiale fu il 29 maggio 2005, Juventus-Cagliari 4-2, nel corso del quale egli segnò le due reti per la sua squadra. Al termine del campionato fu anche premiato con il Pallone d’argento come giocatore più corretto del campionato. Il 29 giugno 2005 Zola annunciò il suo ritiro dalle competizioni agonistiche.
Gianfranco Zola in Nazionale
Zola esordì in nazionale il 13 novembre 1991, a 25 anni, nella prima gara del commissario tecnico Arrigo Sacchi, la partita Italia-Norvegia (1-1) disputata a Genova e valida per le qualificazioni al campionato d’Europa 1992.
Fu convocato per il campionato del mondo 1994, ma la sua esperienza nel torneo fu breve: subentrato nella gara degli ottavi contro la Nigeria giocò appena 12 minuti e poi venne espulso dall’arbitro messicano Brizio Carter, a causa di un contrasto di gioco ritenuto regolare dai giocatori italiani, e fu squalificato per due giornate.
Il 25 marzo 1995 mise a segno i suoi primi gol in nazionale
realizzando una doppietta nella gara valida per le qualificazioni al campionato d’Europa 1996 contro l’Estonia (4-1) disputata a Salerno.
Convocato per la fase finale dell’Europeo, nella terza partita del girone, contro la Germania (0-0), fallì un rigore decisivo per il passaggio ai quarti di finale e gli Azzurri vennero eliminati al primo turno.
Confermato nel gruppo azzurro da Cesare Maldini, il 12 febbraio 1997 segnò il gol che consentì all’Italia di espugnare lo stadio di Wembley per la seconda volta nella propria storia, sconfiggendo l’Inghilterra in un incontro valido per le qualificazioni al campionato del mondo 1998. Tuttavia, non fu convocato per la fase finale del torneo: Roberto Baggio ebbe infatti la meglio sul fantasista sardo e sugli altri giocatori in lizza per l’ultimo posto disponibile nel settore offensivo.
La sua ultima partita in nazionale
fu quella disputata a Roma l’11 ottobre 1997, nuovamente contro l’Inghilterra, se si esclude l’eccezionale convocazione in azzurro, da parte del c.t. Giovanni Trapattoni, in occasione dell’incontro tra la Nazionale italiana e una selezione di calciatori stranieri militanti in Serie A, in occasione del Giubileo del 2000 tenuto all’Olimpico il 29 ottobre 2000.
La carriera di Gianfranco Zola continua come allenatore.
Iscritto ordine dei Giornalisti della Campania… Redattore per Casa Napoli. Giornalista presso www.sabatononsolosport.com