ESCLUSIVA – Iezzo: “Dalla A alla C per il Napoli, una scelta di cuore: era il mio sogno. Marek Hamsik un calciatore impressionante”
ESCLUSIVA – Iezzo: “Dalla A alla C per il Napoli, una scelta di cuore: era il mio sogno. Marek Hamsik un calciatore impressionante”
ESCLUSIVA – Iezzo: “Dalla A alla C per il Napoli, una scelta di cuore: era il mio sogno. Marek un calciatore impressionante”
Gennaro, la tua carriera inizia con Juve Stabia, Scafatese, Avellino e Nocerina. Poi ti allontani dalla Campania nel ā97, difendendo i pali di Verona, Catania e Cagliari. In Sardegna fai lāimmediato salto dalla B alla A e disputi il primo campionato in massima serie.
Ma il tuo cuore ti porta ad accettare la proposta del Napoli, che all’epoca militava in C1. Credi che altri calciatori al tuo posto avrebbero fatto lo stesso?
āNon so se altri avrebbero preso la stessa decisione. So per certo invece che la mia ĆØ stata una scelta di cuore. Sono sempre stato tifoso del Napoli, ho esaudito un sogno. Non ĆØ stato facile perchĆ© avevo un contratto pronto con il Cagliari e un altro, ancora piĆ¹ importante, di 4 anni con una societĆ blasonata come lāAEK Atene che disputava la Champions. In molti mi ripetevano che si trattava di una scelta folle, ma ripeto, davanti alla possibilitĆ di realizzare il mio sogno, sentivo di dover accettare.
Difendi i pali del Napoli per sei anni, dal 2005 al 2011. Probabilmente i primi due sono stati i piĆ¹ intensi. Ottieni infatti due promozioni consecutive: la prima in B subendo 18 reti in 32 presenze e quella in Serie A subendone appena 25 in 39 partite. Praticamente la porta di quel Napoli era un bunker. Qual ĆØ il ricordo che piĆ¹ ti emoziona di quel biennio?
āSicuramente la partita di Genova. Cāera il gemellaggio tra le due tifoserie, allo stadio si vedevano bandiere azzurre e rossoblu mischiate in un Marassi gremito. Avevamo due risultati su tre, ma in campo dominammo la partita. Poi nel finale, visti i risultati sugli altri campi, prevalse la voglia di non rischiare. Alla fine festeggiammo insieme la meravigliosa promozione in A. Eā stata una delle piĆ¹ grandi emozioni che io abbia vissutoā.
Credi che lāinfortunio al ginocchio patito durante la prima stagione in serie A abbia pregiudicato la tua carriera?
āIo non ero piĆ¹ giovanissimo, avevo giĆ i miei 33/34 anni. Fu un infortunio strano al tendine popliteo, zona che difficilmente si lesiona. Poi ci ho giocato su per mesi, qualche problema me lāha creato. Il problema piĆ¹ fastidioso ĆØ stato perĆ² quello alla schiena dellāanno successivo, che non mi ha dato tregua.
Il primo stop fu un vero peccato, perchĆ© fino a gennaio eravamo la difesa meno battuta del campionato. La squadra era molto forte nonostante fosse il primo anno di A. Non solo. Era un gruppo molto compatto che permetteva ad ognuno di noi di gettare il cuore oltre lāostacolo per raggiungere gli obiettivi.
Poi, comāĆØ giusto che sia, negli ultimi anni la societĆ scelse un portiere giovane come Morgan De Sanctis e accettai il ruolo di secondo senza problemiā.
Il calciatore piĆ¹ forte con il quale hai giocato in azzurro?
āSono tantissimi. Ho giocato con giocatori straordinari. Potrei fare vari nomi, come Cavani, Lavezzi, Quagliarella e altri di grande livello.
Ma quello che mi ha impressionato piĆ¹ di tutti ĆØ Hamsik. Credo che Marek sia stato non solo il centrocampista piĆ¹ forte della storia del Napoli, ma credo che nel suo ruolo possa essere annoverato tra i piĆ¹ grandi degli ultimi tempi a livello mondiale. Al di lĆ della sua propensione al gol, mi riferisco al suo controllo orientato e alla facilitĆ di calcio con entrambi i piedi. Ancora oggi non so se fosse destro o mancino, perchĆ© riusciva comunque a mettere la palla dove voleva, anche con lanci di 50/60 metri. Impressionante. In piĆ¹, anche fuori dal campo era di unāumiltĆ unica. Insomma, uno di quelli che fanno la differenza. Non ĆØ un caso se ĆØ riuscito a restare tanti anni con la stessa maglia inanellando record uno dietro lāaltroā.
In molti imputano a Meret poca personalitĆ nel comandare la difesa. Tu che idea ti sei fatto al riguardo? Cosa gli serve per completare il suo processo di crescita?
āNo, non credo si tratti di questo. Ritengo abbia bisogno solo di continuitĆ . A mio parere lui ha grandissimo carattere. Anzi, ci sono portieri che parlano persino troppo, finendo per confondere i difensori. Ritengo che la personalitĆ non sia direttamente proporzionale a quanto ti fai sentire con i tuoi compagni di difesa. Zoff, ad esempio, era portiere e capitano, ma si faceva sentire pochissimo e parlava soltanto quando era opportuno. Meret ĆØ un portiere di altissimo livello che deve solo giocare con continuitĆ , non avendo un vissuto importante alle spalleā.
Passiamo al Napoli di Gattuso. Gli azzurri hanno conquistato la Coppa Italia in unāannata che sembrava maledetta. Credi che il prossimo anno possa essere nuovamente competitivo?
āIl Napoli ha una base importante. Eā una squadra forte, fortissima. Di certo ci sarĆ bisogno di qualche ritocco per cercare di insidiare la Juventus come qualche anno fa. Gattuso non si discute, sta facendo benissimo. In molti pensavano a lui come il motivatore che avrebbe dovuto trasmettere grinta, ma lui non ĆØ solo questo. Per quanto mi riguarda, parliamo di un ottimo allenatore, molto preparato dal punto di vista tecnico. Non parlo solo del Gattuso di questi mesi, ma anche quello visto al Milan, che dopo il Napoli di Sarri era la squadra che mi divertiva di piĆ¹. Inoltre ĆØ un ragazzo del sud, uno che ci mette lāanima. Eā un tecnico che a mio parere farĆ una gran carrieraā.
Sei diventato allenatore ma hai ricoperto anche lāincarico di Direttore Tecnico. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Ti vedi piĆ¹ in panchina o come dirigente?
āIn panchina, senza dubbio. Faccio fatica a staccarmi dal campo. Ora ho una scuola calcio e con i ragazzi di una certa etĆ bisogna essere anche educatori. Poi oggi ĆØ diventato molto difficile anche per chi si dedica a questo lavoro a tempo pieno.
Fuori dal rettangolo verde, negli uffici, davanti a una scrivania, le soddisfazioni non sono le stesse. PerĆ² nella vita mai dire maiā (ride, ndr).