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‘O CUORN.. (alias il Corno portafortuna)

‘O CUORN……..(Corno portafortuna)

Dovendo parlare di Napolitudine non possiamo non dedicare una puntata ‘O CUORN (meglio noto come il Corno portafortuna).
Il corno portafortuna, conosciuto anche come cornicello o cornetto (in napoletano ‘o curniciello), ĆØ un amuleto tradizionale diffuso soprattutto nel mezzogiorno d’Italia.

Cornetto portafortuna

A volte ĆØ un gioiello metallico (d’oro o d’argento), ma spesso ĆØ prodotto in colore rosso. Il materiale tradizionale in tal caso ĆØ il corallo, sebbene sia piĆ¹ comune il corno rosso di plastica o anche di avorio.
Le dimensioni sono variabili e in alcuni casi l’oggetto reca in testa una coroncina. La forma e il colore del cornetto rosso ricordano quelli di un peperoncino.

Si vuole che sia efficace contro il malocchio e la iettatura, ed ĆØ il portafortuna preferito dei giocatori d’azzardo italiani, il 22% dei quali dichiara di servirsene. Prevalentemente utilizzato nel Mezzogiorno, nel Lazio e nelle Marche, ma anche in alcune regioni settentrionali come Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. La regione dove l’amuleto ĆØ piĆ¹ diffuso ĆØ la Campania (57%).

Le corna portafortuna

Il simbolo del corno ĆØ ritenuto di buon auspicio fin dal neolitico. La sua forma vagamente fallica lo rende un emblema di fertilitĆ , virilitĆ , forza fisica. Quest’ultimo significato ĆØ legato anche all’uso offensivo delle corna negli animali. A sua volta, il colore rosso ĆØ simbolo di forza poichĆ© richiama il sangue e il fuoco.

Il mito collega il corno portafortuna alla figura di Amaltea, nutrice di Zeus.

A Napoli addirittura si pensa che il corno per avere efficacia, non deve essere acquistato da chi lo deve utilizzare, ma deve essere regalato o addirittura rubato.

Su questo non mi prendete in parola, perchƩ se a Napoli provate a rubare un corno su una bancarella, potrebbe andarvi molto male.
Voi mi chiederete… Ma Tu sei superstizioso ?. Io vi rispondo con il titolo di una brillante commedia di Peppino De Filippo… ” Non ĆØ vero..ma ci credo “. Nun se po’ mai sapĆØ !

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