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Sport24 intervista l’ex Napoli Karnezis: “Ecco il perchè dell’ammutinamento”

Karnezis Napoli intervista

Sport24 intervista l’ex Napoli Karnezis: “Ecco il perchè dell’ammutinamento”

Orestis Karnezis, ex portiere del Napoli ora al Lille, ha concesso un’intervista ai microfoni di Sport24. Nel corso della sua intervista, ha affrontato diversi argomenti fra i quali l’ammutinamento dei giocatori del Napoli dopo Salisburgo, lo scorso novembre. Il calciatore greco si è trasferito quest’estate in Francia nell’ambito dell’operazione Osimhen.

Sul trasferimento in Francia.
“Il Napoli mi ha informato della trattativa, ho parlato dei dettagli con il mio procuratore. Per me era una sfida. Ho incontrato il ds del Lille che mi ha spiegato il progetto. Non sapevo dell’affare Osimhen, ma solo che il Lille voleva un portiere esperto. Mi hanno convinto subito ad accettare.”

Sull’esperienza napoletana.
“Ho giocato in una squadra forte, è stato un onore e un piacere giocare lì. La città è speciale per la passione della gente. I calciatori sono persone speciali e l’amore dei tifosi non si dimentica facilmente. Maradona ha lasciato un segno tangibile ancora oggi. Generazione dopo generazione è considerato come un dio. Molti figli vengono ancora battezzati come Diego. A Napoli tutti mi hanno trattato bene. Ho ritrovato Nista che è stato il mio preparatore all’Udinese. Quando il Napoli mi chiamò cercava un secondo esperto da affiancare a Meret, che è un grande capitale per la società. Purtroppo Alex si infortunò subito in ritiro e pochi giorni dopo la società chiuse per Ospina. Non era facile trovare un portiere forte come lui a fine mercato.”

Sull’ammutinamento.
“E’ stato un momento difficile. I risultati allora erano negativi, c’era grande insoddisfazione fra noi giocatori. In Italia quando le cose vanno male la società è solita mandare i giocatori in ritiro, è un’usanza per me superata ma lì è la normalità. E’ una mentalità difficile da cambiare. Ti ritrovi chiuso in hotel per una o due settimane mentre la tua famiglia ti aspetta a casa. Questo ti distrugge l’anima, ma le società usano questo espediente per metterti pressione e farti tornare a vincere. Dopo Salisburgo ci rifiutammo di accettare il provvedimento della società e da lì iniziò tutto. Ci fu una crisi che portò all’addio di Ancelotti e all’arrivo di Gattuso, con il quale abbiamo poi vinto la Coppa Italia.”

Sui due allenatori.
“Ancelotti ha molta esperienza. E’ calmo e rilassato ed è molto vicino ai giocatori quando ci sono problemi. E’ un vero gentiluomo. Gattuso è un allenatore molto bravo, ponderato, intelligente. Ha parlato molte volte con me e lo ringrazio per il suo atteggiamento.”

Sulla gestione De Laurentiis.
“Ha comprato il Napoli molti anni fa e ha fatto crescere tantissimo la squadra, portando grandi giocatori. Noi calciatori non lo vedevamo spesso, di solito durante le partite.”

Sul momento migliore e peggiore vissuto in azzurro.
“Il migliore la vittoria della Coppa Italia. Il peggiore senza dubbio ogni volta che si andava in ritiro. E’ una strategia superata che a volte non funziona.”

Sul miglior compagno.
“Ho giocato con tanti calciatori forti: Koulibaly, Mertens, Insigne, Callejon. All’Udinese Di Natale. Con Manolas uscivo spesso quando non dovevamo giocare o allenarci.”

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