Casa Serie A – Intervista al Dottor Gargiulo: “Ecco le norme per contenere il Covid”
Casa Serie A – Intervista al Dottor Gargiulo: “Ecco le norme per contenere il Covid”
Casa Serie A intervista il Dottor Carlo Gargiulo, medico chiururgo che ha condiviso con gli ascoltatori le migliori strategie per contenere il contagio da Covid-19. Ha sottolineato come lo sport e la scuola siano importanti allo stesso modo, e debbano andare avanti nel rispetto delle misure di sicurezza.
Dottor Gargiulo, benvenuto e grazie della disponibilità.
“E’ sempre un piacere poter parlare con chiarezza di argomenti delicati come il Covid. A questo proposito vorrei fare una considerazione: si fa spesso la distinzione fra cose importanti o meno, ma noi dobbiamo cercare di mandare avanti tutti gli asset della nostra società, inclusi lo sport e la scuola, ugualmente importanti per i nostri giovani. Dobbiamo insegnargli alcune semplici norme di sicurezza per tutelare la loro salute, questo è un aspetto fondamentale.”
In questo periodo si sente di tutto. Se ho sintomi e ho paura di avere contratto il Covid, come devo comportarmi?
“La cosa fondamentale è isolarsi dal resto delle persone che vivono in casa, compatibilmente con gli spazi e magari indossando la mascherina. Così si crea la prima barriera tra noi e la trasmissione del virus. Possiamo essere contagiosi nei confronti di tutti, quindi dobbiamo metterci in contatto subito con il medico o con il pediatria. Non bisogna spostarsi per andare allo studio medico o al pronto soccorso, è importante restare isolati. Il medico può aiutarci a capire se abbiamo una “semplice” influenza o meno. Al momento non abbiamo terapie di primo intervento disponibili per il Covid, ma solo sintomatiche: paracetamolo per la febbre, farmaci per alleviare i sintomi. Consiglio anche di munirsi di un apparecchio chiamato pulsossimetro, specialmente se in casa ci sono persone anziane. Serve a misurare la saturazione di ossigeno, valore che può fare la differenza tra l’isolamento domiciliare e la necessità di spostarsi in un ambiente ospedaliero.”
Come può fare una famiglia che scopre un figlio adolescente positivo al Covid per evitare il contagio?
“E’ importante che la persona venga isolata, e che indossi la mascherina a casa restando distanziato anche a tavola. Se questo non è possibile può mangiare in un’altra stanza e le stoviglie devono essere disinfettate. Bisogna cercare di parlare e far parlare poco la persona infetta: è provato che parlare ad alta voce può aumentare la distanza alla quale si trasmettono le goccioline di saliva e le particelle virali. La mascherina anche chirurgica è indispensabile per contenere il contagio. Non bisogna far fare il tampone ai familiari del ragazzo. Preferisco far fare un tampone di controllo dopo 10-14 giorni per liberare il ragazzo in caso di negatività. In assenza di sintomi il tampone ai familiari è uno scrupolo in più. Il tampone non serve per curare, ma solo per un problema di salute pubblica.”
Una volta acquisita la negatività, può contrarre nuovamente il virus, magari andando a scuola?
“Avere il Covid non è una condanna divina. E’ una malattia infettiva come le altre e non bisogna trattare chi lo ha contratto come un appestato. Io sarei favorevole alla mascherina anche nei confronti dell’influenza stagionale, che è appunto una malattia infettiva. La scienza ancora non è in grado di dare una risposta su questo. Abbiamo uno studio scientifico che testimonia la possibilità di contagiarsi nuovamente di Covid e le linee guida della comunità scientifica fanno riferimento a quello. Questo argomento è quello che influisce sul discorso relativo alle vaccinazioni. Sicuramente con un tampone negativo non è possibile trasmettere il virus nuovamente e non può infettare nessuno.”
Abbiamo vissuto mesi relativamente tranquilli in estate, adesso sembra che andiamo verso una seconda ondata. Influisce l’abbassamento delle temperature?
“Dobbiamo considerare due fattori. Quando abbiamo avuto la prima ondata la paura ha giocato un ruolo importante: il lockdown ci ha dato molte meno possibilità di trasmettere il virus da un soggetto all’altro. Semplicemente ci vedevamo meno e circolavamo meno con maggiore distanza. Il grosso errore è stato allentare la presa troppo presto. Il virus non si è affatto ridimensionato nè mutato. In estate poi, si sta molto all’aperto. Rientrare al chiuso, nelle fabbriche, nelle scuole e negli autobus, ha dato modo al virus di tornare a circolare a catena. La nostra fortuna è che l’età media dei contagiati è adesso molto più bassa. Si vede che gli anziani sono più attenti. Il rischio sono i più giovani che potrebbero trasmetterlo se non rispettano le regole del caso. Le temperature influiscono sulle difese dell’apparato respiratorio ma il ritorno agli spazi chiusi è la componente fondamentale di questa situazione.”
I test sierologici sono attendibili?
“Non sono attendibili dal punto di vista diagnostico. Solo i tamponi, molecolari o rapidi, lo sono. Sono gli unici a far capire la provenienza o la presenza del virus.”
Il coprifuoco può essere una misura efficace?
“Non ne sono convinto. La cosa più giusta sarebbe far capire l’importanza delle misure precauzionali. Pensate a quanto è migliorata la qualità della vita quando abbiamo convinto i ristoratori della necessità di abolire il fumo nei locali chiusi. Questo è l’esempio più calzante. Bisogna anche sanzionare chi non segue comportamenti virtuosi.”
Il virus ha una minore letalità adesso?
“Da quello che sappiamo il virus non è mutato. Non è detto che sia meno letale. Adesso facciamo un numero enorme di tamponi che prima venivano effettuati quando la malattia era in fase avanzata. E’ necessario trasmettere la consapevolezza e senso di responsabilità ai più giovani.”
Con riferimento al calcio, vogliamo far capire la differenza tra gli alteti e le persone comuni?
“L’asintomatico è il soggetto che dal punto di vista sanitario non ha bisogno di cure o assistenza. Il problema è che può trasmettere i sintomi. Infettarsi non significa ammalarsi perchè le nostre difese immunitarie possono tenerlo a distanza, come nel caso dell’epatite. Limitiamo le attività come il calcio quando troviamo il positivo perchè a furia di trasmettersi, il virus può attaccare qualcuno che non ha difese immunitarie sufficienti per impedire la malattia. Non possiamo chiudere il nostro Paese, non possiamo soccombere per non soccombere al virus. Ci sono attività importanti che dobbiamo riuscire a far convivere con questa situazione.”
E’ verosimile un vaccino a inizio dicembre?
“L’impegno profuso per studiare un vaccino non ha precedenti nei miei 40 anni di carriera. Probabilmente lo abbiamo già, ma come tutti i farmaci bisogna essere sicuri di poterlo introdurre su larga scala senza effetti collaterali, a breve o a lungo termine. Il nodo fondamentale è la mortalità, che è significativa ma non paragonabile al 50% di un’Ebola. Bisogna pesare il rapporto fra costi e benefici. In questo senso potremmo dover aspettare un po’ di più per vederlo sul mercato.”
Il vaccino influenzale è diventato poco disponibile. Come si fa se si ha necessità o volontà di farlo?
“Oggi siamo certi di avere il vaccino a disposizione, negli studi medici, per gli over 60 o chi ha patologie croniche o le donne incinta. Per queste categorie il vaccino è a disposizione. Nelle farmacie ci sono un po’ di problemi e alcuni potrebbero non trovarlo. Non bisogna spaventarsi, perchè una volta somministrato a una gran parte della popolazione, l’impatto del virus sarà già molto moderato.”
Il Covid resta sui vestiti?
“Sì, ma non siamo in grado di stabilire per quanto tempo. L’ideale sarebbe cambiare sempre i vestiti quando torniamo a casa e sanificarli spesso, oppure esporli al sole. Bisogna lavarsi accuratamente le mani e indossare le mascherine, anche quelle chirurgiche.”
Redattore per CasaNapoli.net.
Conduttore di STUDIO NAPOLI – il podcast di CasaNapoli.net
Aspirante match analyst, amante della scrittura e del gioco all’italiana.