Stop al Decreto Crescita: il mondo del calcio trema
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato lo stop al Decreto Crescita per gli sportivi “rimpatriati”
Un vero e proprio terremoto rischia di abbattersi sul mondo del calcio. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare ministeriale n.33/E del 28/12/2020 ha sancito lo stop al Decreto Crescita.
Nel documento si legge che è stato “provvisoriamente sospeso” quanto stabilito dal Decreto Crescita del 30 aprile 2019. La normativa prevedeva un’estensione anche agli sportivi professionisti cosiddetti “rimpatriati”.
Quest’improvvisa frenata sta facendo tremare non solo il calcio, ma anche tutte le altre federazioni sportive riconosciute dal CONI.
Per fare chiarezza, ricordiamo che l’articolo 16 comma 5-quater del Decreto Legislativo n.147/2015 menziona gli atleti professionisti approdati in Italia per la prima volta o rientrati dopo due anni di residenza fisica all’estero.
Questi, nel momento in cui risiedono sul territorio italiano per almeno due periodi di imposta: “Possono beneficiare di una detassazione del loro compenso lordo pari al 50%”.
Grazie a questa norma, diversi club di calcio hanno potuto ingaggiare giocatori di alto livello, puntando proprio sugli sgravi finanziari garantiti dal suddetto decreto.
La motivazione dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate, per motivare il suo stop al Decreto Crescita, ha fatto riferimento ad una condizione ben precisa.
Il comma 5-quinquies del succitato articolo 16 stabilisce che la detassazione del 50% comprende l’obbligo di versare lo 0,5% alla crescita dei settori giovanili.
Le modalità di attuazione vanno stabilite con un apposito Decreto attuativo. Quest’ultimo, però, ad oggi non è stato emanato. Dunque, in mancanza di questo provvedimento, la normativa sugli sportivi “rimpatriati” non è applicabile.
I vertici del calcio si muovono per evitare lo stop al Decreto Crescita
Serpeggia una certa preoccupazione tra i club del calcio italiano dopo lo stop al Decreto Crescita comunicato dall’Agenzia delle Entrate. Il quotidiano Repubblica sottolinea che la sospensione della normativa rischia di causare tra i 140-150 milioni di euro di perdite alla Serie A.
La Federcalcio è immediatamente intervenuta scrivendo al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e a quello dello Sport Vincenzo Spadafora. La FIGC ha palesato i suoi timori per questo improvviso dietrofront sull’agevolazione fiscale.
Il MEF ha prontamente replicato, cercando di rassicurare l’intero movimento calcistico. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fatto sapere di essere in disaccordo con il contenuto della circolare dell’Agenzia delle Entrate.
Il documento avrebbe infatti degli effetti retroattivi e causerebbe un eccessivo aumento dei costi. Questo potrebbe essere il colpo di grazia al calcio italiano già in difficoltà per le conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus.
A questo punto le società di calcio devono sperare in un intervento deciso e ufficiale del governo. Solo in questo modo infatti sarà possibile rivedere la circolare dell’Agenzia delle Entrate per evitare che lo stop al Decreto Crescita diventi effettivo.
Patrizia Gallina è una giornalista e conduttrice sportiva presso le emittenti televisive della Liguria, laureata in scienze umanistiche presso l’Università degli Studi di Genova. Ha ideato e condotto su Liguria Web Tv la trasmissione sportiva “Genoa e Samp i colori del calcio”, ha partecipato ad Antenna Blu al programma Footgolf, canale 16 del digitale terrestre, e in molte altre emittenti genovesi. Da sempre appassionata di calcio e di sport a 360 gradi, ha iniziato presso La Settimana dello Sport (giornale sportivo di Genova) e adesso è redattrice sportiva presso CasaNapoli.net