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Il Punto (di) G. – L’ira di Gattuso: tre punti con il Parma, ma il rapporto con De Laurentiis è ai minimi termini

L'ira di Gattuso

Tre punti conquistati contro il Parma ma l’ira di Gattuso, deluso dal Presidente, parla chiaro: il rapporto con De Laurentiis è ai minimi termini.

 

Nonostante i tre punti conquistati contro il Parma, incalza l’ira di Gattuso; il mister di Corigliano mette in chiaro una cosa: il rapporto con De Laurentiis è ai minimi termini.

Non le manda di certo a dire Gennaro Gattuso, per tutti “Ringhio”, mister del Napoli del quale si può pensare qualsiasi cosa, ma non che non sia una persona schietta.

Schietta e trasparente fino a al punto estremo di mettere alle corde, in una domenica sera di fine Gennaio, il vulcanico Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.

Nessuno dei predecessori di Gattuso aveva mai osato così tanto nei confronti del Patron azzurro;

probabilmente  “Ringhio”, in questo momento, è conscio di avere tra le mani il famoso manico del coltello, con un contratto in scadenza ed i calciatori del Napoli dalla sua parte.

Il mister si racconta “deluso” ai microfoni dei giornalisti (si fa per dire) nel post partita di Napoli-Parma:

“Da quindici giorni da parte mia c’è un po’ di delusione per quello che è successo. La situazione è stata gestita male.

Parlo di rispetto, io non mi sono mai seduto a tavolino con altre società mentre ne allenavo una, sono corretto”.

Parole che rimbalzano velocemente da una parte all’altra e che fanno seguito a quelle del dopo qualificazione alle semifinali di Coppa Italia per la vittoria contro lo Spezia.

Non ho bisogno della fiducia di nessuno” queste, a posteriori, suonano un po’ come l’antipasto di un’indigesta cena serale domenicale.

Nulla a che vedere con quella per il compleanno di Bakayoko;

ma, a dirla tutta, neanche con quella cena di incontro con la quale, il Presidente e Gattuso, scelsero di legarsi per risollevare le sorti di una squadra e di uno spogliatoio in caduta libera.

Lo stesso spogliatoio che oggi sembra essere dalla sua parte, ma che resta comunque una polveriera pronta ad esplodere, in un senso o in un altro.

Il mister, come dice, conta di avere il pieno appoggio dei ragazzi nonostante i risultati altalenanti e l’assenza di gioco che latita ormai da due mesi.

Ed i ragazzi questa impressione la danno soprattutto quando, in campo, corrono ad abbracciare lo stesso Gattuso dopo un gol segnato.

Lo spogliatoio sembra solido, unito, compatto; almeno fino a quando il mister utilizza il 4-3-3, modulo gradito da buona parte dei calciatori azzurri.

Che poi il modulo, in aggiunta ad una gestione dello spogliatoio anomala, sono costati ad Ancelotti, l’anno scorso, l’esonero in corsa da parte di De Laurentiis.

Lo stesso De Laurentiis che, dopo la sconfitta di Verona, ha alzato la cornetta per sondare ipotetici terreni fertili ai piedi di Rafa Benitez.

Benitez, fenomeno nella gestione del mercato sul quale il Napoli ha basato sette stagioni successive condite anche da qualche trofeo, che però non ha mai conquistato la piazza per la qualità di gioco espresso.

Ecco svelata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di Gattuso ed aprire una crisi interna tra allenatore e Presidente.

Molti paragonano questa crisi tra Gattuso e De Laurentiis, almeno nelle modalità di gestione della stessa da parte del Presidente, a quella con Ancelotti.

C’è un errore di fondo: De Laurentiis, l’anno scorso, non ha avuto necessità di dover trattare alle spalle di Carlo Ancelotti.

Lo stesso mister, avendo buona memoria, pochi giorni dopo la rottura con il Napoli firmava già un redditizio contratto in Premier League con l’Everton.

Una strategia win-win che rendeva tutti contenti: De Laurentiis per non dover pagar più il mister più esoso della storia azzurra, Ancelotti che abbandonava una barca alla deriva.

La stessa barca che con dedizione, passione ed onestà ha avuto la forza di risollevare, almeno in parte, Rino Gattuso.

Ed è forse proprio quella passione di cui solo un uomo meridionale, sanguigno è capace, ad aver reso ancora più forte l’ira di Gattuso.

Intanto il Napoli naviga in classifica, contro una corrente molto forte, a ridosso della zona Champions, il vero obiettivo stagionale.

Ci sarebbe da parlare di tre punti conquistati in casa contro il Parma, di una partita non giocata bene, controllata e vinta con estremo cinismo;

della reazione degli azzurri alle critiche e degli abbracci al mister dopo i gol.

Ci sarebbe da sottolineare la prova di Elif Elmas, finalmente all’altezza delle aspettative, e quelle di Politano e Lozano sempre valide frecce pronte a partire dall’arco di Gattuso.

Non c’è tempo: il delirio di questo calcio nell’Era Covid19 non ammette sosta; mercoledì arriva già l’Atalanta per la semifinale di andata di Coppa Italia.

Non c’è forse neanche la voglia: considerata la reboante sfilza di parole pronunciate da Gattuso e la ridondante quanto deprimente querelle tra Presidente ed Allenatore.

Gennaro Gattuso sente forte la pressione della piazza partenopea; vero, ipotizzabile, indiscutibile.

Come indiscutibile è la questione per la quale un grande allenatore, quale mi auguro possa dimostrare di essere lui, debba saper gestire la stessa pressione.

Intanto la “Crisi di Governo” nel Napoli è stata avviata;

L’ira di Gattuso ha messo in chiaro che il rapporto con De Laurentiis è ai minimi termini.

Il contratto per il rinnovo di Gattuso resta nel cassettino della scrivania del Presidente alla Filmauro.

Escludendo improbabili colpi di scena, a Giugno ci sarà un altro allenatore a sedere sulla panchina del Napoli.

A voi le nomination: io la mia la riservo per le prossime rubriche de “Il Punto (di) G.

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