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Senza Champions è corsa a due per la panchina. Focus sui nomi

Focus panchina azzurra, piano B di ADL senza Champions: è testa a testa tra Juric e Italiano.

Senza Champions è corsa a due per la panchina. Focus sui nomi.

Il futuro della panchina del Napoli, passa, inevitabilmente, dalla qualificazione alla prossima Champions. Obiettivo perseguibile dagli azzurri.

L’ obiettivo, paradossalmente, è in mano all’ allenatore che certamente lascerà il capoluogo campano, Gennaro Gattuso. L’ allenatore calabrese che sta rilanciando le ambizioni partenopee dopo la crisi di risultati (e di rapporti con l’ ambiente) dell’ ultimo periodo.

Nonostante gli ultimi, ottimi, risultati, il quarto posto resta comunque difficile con una concorrenza folta ed agguerrita. Atalanta, Roma e, perchè no, anche la Lazio (che è stata “graziata” dalla Procura per il caso tamponi, ndr). Nell’ ultima settimana, poi, anche la Juventus è stata risucchiata nel tourbillon dopo la sconfitta casalinga contro il Benevento.

A Napoli, ovviamente, si spera di ritornare a sentire quella musichetta magica. Nel caso, si è detto già tutto sui possibili successori di Gattuso : Fonseca, Inzaghi, Sarri, Allegri. Ma, malauguratamente senza la partecipazione alla prima competizione europea per club (e i suoi introiti) c’è bisogno di un piano B.

Un nome “progettuale”, il piano B di ADL per la “panchina senza Champions”.

il Mattino - Stipendi

Il piano B di Aurelio De Laurentiis prevede di affidare la panchina azzurra ad un giovane di sicuro avvenire. Un nome “progettuale” per dirla proprio alla De Laurentiis, a cui affidare il nuovo ciclo azzurro che, per certi versi ripartirebbe da zero (o quasi).

I nomi che stuzzicano la fantasia del produttore cinematografico sono quelli di Ivan Juric e Vicenzo Italiano. Un croato e un siciliano che in questa stagione, in linea con gli obiettivi dei propri club, stanno dando spettacolo a Verona e a La Spezia.

Ma chi sono i due candidati che hanno stregato ADL?

Juric, l’ allievo di Gasperini.

juric conferenza stampa

Ivan Juric, ex mediano, 46 anni il prossimo agosto, ha passato una vita nel nostro calcio, prima da calciatore e poi da allenatore.

Tanti anni a Crotone e poi a Genoa, Gian Piero Gasperini come mentore, che lo volle prima come allenatore in campo (Crotone e Genoa) e poi come allenatore in seconda sempre con il Grifone (oltre che all’ Inter e al Palermo).

Nel 2014-2015 la prima vera esperienza nel calcio dei grandi: il Mantova in Lega Pro.

Ma è nell’ anno successivo che arriva la grande occasione. Vrenna lo chiama per guidare il Crotone, ambiente che il croato conosce benissimo.

Ed è proprio con i pitagorici che Juric fa il botto: proponendo un calcio divertente e offensivo porta gli squali ad una prima storica promozione in serie A.

Impresa che gli apre le porte della massima categoria con la chiamata di Preziosi al Genoa. Rapporto non facile con il presidente avellinese. Esoneri e poi richiami, non regalano a Juric quella continuità che meriterebbe.

Verona poi, nell’ estate 2019, il trampolino di lancio. 3-4-2-1 ma anche 4-3-3 gli schemi preferiti con pressing a tutto campo e il rilancio di qualche vecchietto, oltre all’ affermazione di giovani dalle belle speranze, hanno fatto innamorare il pubblico del “Bentegodi”.

Il suo maestro Gasperini lo incorona, lui intanto sta portando il Verona per il secondo anno consecutivo alle soglie dell’ Europa.

Italiano, lo “Zeman” dei giorni nostri.

Vincenzo Italiano allenatore spezia conferenza stampa

“Gioca un calcio offensivo, non preoccupandosi dell’ avversario. Cerca la salvezza attraverso il gioco. Sì, è lui il mio erede”, questo il pensiero espresso da Zdenek Zeman, in un’ intervista rilasciata diversi giorni fa a “il Corriere dello Sport”, riferendosi a Vincenzo Italiano.

Anche il DS dello Spezia, sua attuale squadra, Meluso, rincara la dose: “Sembra di vedere il primo Zeman di Foggia, ma rischia meno”.

Italiano, nato in Germania da genitori siciliani, ex centrocampista proprio come Juric, 44 anni a dicembre, ha fatto tanta gavetta, anche come calciatore. Poca Serie A (solo con Chievo e Hellas) da calciatore, trovò la sua dimensione come “regista perfetto” al Padova tra Lega Pro e Serie B.

La sua carriera di allenatore parte da lontano. Dopo una breve parentesi come vice al Venezia in Lega Pro nella stagione 2013-2014, tanta serie D.

Nella stagione 2015-2016 allena gli allievi della Luparense e poi, l’ anno successivo è “titolare” della panchina del Vigontina San Paolo da subentrante.

Ma è l’anno successivo, sempre in serie D che incanta. Porta, infatti, l’ Arzignano a vincere i play off di quarta serie senza però usufruire del ripescaggio.

Il biennio successivo vale per l’ allenatore le prime stagioni tra i professionisti. E’ il Trapani a dargli fiducia e lui ripaga con una finale play off persa e una promozione al secondo anno in serie B, ai danni del Piacenza.

Lo Spezia si innamora del gioco del tecnico e lui ripaga ancora la società che ha creduto in lui, con gli interessi. Dopo un primo anno di assestamento al secondo centra, dopo i play off, la prima storica promozione in A per gli aquilotti.

Quest’ anno, da esordiente assoluto in massima serie, sta portando i bianconeri liguri ad una tranquilla permanenza in serie A.

4-3-3 come marchio di fabbrica a supporto di un calcio offensivo. La sua squadra difende alta e con le marcature a uomo aggressive, mentre in fase offensiva è importante il lavoro degli esterni, sia terzini sia ali, e anche quello dei centrocampisti in fase d’inserimento. Il suo Spezia è una vera e propria matricola terribile.

ADL spera in un “Sarri bis”.

Hysaj- Sarri

Calcio propositivo, gestione del gruppo e valorizzazione al massimo dei calciatori sono alcune delle caratteristiche dei due allenatori che hanno fatto innamorare Aurelio De Laurentiis, che, nel caso, spera di ripetere il boom fatto nell’ estate del 2015 scegliendo, per la panchina della sua squadra, Maurizio Sarri.

In effetti, tanto accomuna i due “candidati”, all’ ex allenatore azzurro: la gavetta (tanta) e l’ inseguire il risultato attraverso il gioco ad esempio.

E poi quell’ outfit da campo. Sia Juric che Italiano, non avranno brillanti carriere alle spalle in banca, forse, neanche il loro trascorso da calciatori è da top, ma quell’ abitudine alla tuta e alla scarpetta ginnica in panchina, mettono, in effetti, un po’ i brividi…

 

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