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Dossena: “Napoli, indimenticabile ‘O Surdato ‘nnammurato a fine partita, che brividi.. Appena arrivato chiesi a De Laurentiis di investire sulle strutture”

Andrea Dossena

Dossena: “Napoli, indimenticabile ‘O Surdato ‘nnammurato a fine partita, che brividi.. Appena arrivato chiesi a De Laurentiis di investire sulle strutture”

Napoli non lascia indifferente chi ha modo di attraversarne le strade, di sentirne i profumi, di percepirne il calore.

Un calore che per alcuni diventa soffocante, per altri una ragione per viverci o per tornarci.

I calciatori che si fermano all’ombra del Vesuvio si imbattono e si immergono nel rapporto che il popolo vive con la sua squadra del cuore, caratterizzato da una fortissima identità. Trattandosi dell’unica grande città italiana rappresentata da un solo club, Napoli è un unicum nel panorama calcistico nazionale sotto l’aspetto dell’appartenenza.

Lo stadio (oggi Diego Armando Maradona) è la cornice nella quale si dà sfogo a quell’amore viscerale. Chi l’ha vissuto ne può testimoniare la magia.

L’ex difensore azzurro Andrea Dossena racconta ai microfoni di Campania Sport, trasmissione in onda su Canale 21, le emozioni vissute durante l’esperienza partenopea.

Liverpool è la Napoli inglese e Napoli è la Liverpool italiana, hanno entrambe tifoserie molto passionali con un grande attaccamento alle proprie maglie.

Meglio ‘You’ll never walk alone’ o l’urlo ‘The Champions’ al San Paolo? Non voglio essere ruffiano, ma da italiano, quando vincevamo in Champions negli anni di Mazzarri e c’era ‘O Surdato ‘nnammurato’ a fine partita, quando l’adrenalina ti scendeva e potevi goderti il momento, era veramente da brividi. 

Poi gli inglesi sono bravi a vendersi tutti il pacchetto Premier, ma da italiano posso dire che i momenti più belli sono stati le notti Champions al San Paolo. A fine gara, quando avevi dato tutto ed eri sudato in mezzo al campo con i tifosi in festa, era veramente fantastico”.

Poi un passaggio sul suggerimento rivolto, appena approdato in azzurro, ad Aurelio De Laurentiis:

Quando arrivai a Napoli, dopo l’esperienza inglese, facevo dei discorsi con De Laurentiis. Dicevo al presidente di investire sulle strutture e su un centro sportivo e uno stadio attaccato al campo”.

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