Morte Maradona, le lacrime del medico Luque: “Non c’è più pace, né per Diego né per me”
Morte Maradona, le lacrime del medico Luque: “Non c’è più pace, né per Diego né per me”
Morte Maradona, le lacrime del medico Luque: “Non c’è più pace, né per Diego né per me”
Torna a parlare Leopoldo Luque, neurochirurgo di Buenos Aires, accusato di non aver assistito in maniera adeguata Diego Armando Maradona. Cosa che secondo gli inquirenti avrebbe portato alla morte del Pibe. Il medico è apparso in TV nel programma “Vino para Vos“, in onda su KZO, per difendersi: “Non c’è più pace, né per Maradona né per me. Ero in sala operatoria quando arrivò la chiamata in cui mi dissero che Diego era in arresto cardiaco. Contattai subito alcuni medici, ci sono i file audio che lo confermano“.
Perché, vista la gravità delle condizioni di Maradona, non c’era un defibrillatore in casa e un ambulanza fissa?
“Ha deciso tutto la dottoressa Cosachov, lei ha fatto il contratto con la società Swiss Medical per il supporto a Maradona in quell’appartamento, io non ho un’azienda che si occupa di assistenza domiciliare. Nell’autopsia non emerge che sia stato a lungo in agonia: un paziente in agonia non sta in posizione orizzontale, Diego sembrava che dormisse quando l’ho visto“.
È stato giusto operarlo al cervello?
“Sì, perché la tomografia aveva evidenziato un ematoma subdurale sul lato sinistro. La famiglia di Diego non voleva che fossi io ad operarlo, ho seguito l’operazione in sala operatoria. Quel liquido andava eliminato. Io ho cercato di aiutarlo e sono orgoglioso di quanto ho fatto per lui. L’ho adorato e rispettato, mi auguro che Diego ora sia in pace, lo merita“.
Libero pensatore,
Abilitato all’esercizio della professione forense
Redattore per CasaNapoli.net