Napoli, la presentazione di Luciano Spalletti in conferenza stampa: “Il Napoli è forte, lo voglio sfacciato. Al lavoro per costruire un nuovo progetto. Qui calcio e miracoli sono la stessa cosa. Ho sentito Emerson? Forse…”
Napoli, la presentazione di Luciano Spalletti in conferenza stampa: “Il Napoli è forte, lo voglio sfacciato. Al lavoro per costruire un nuovo progetto. Qui calcio e miracoli sono la stessa cosa. Ho sentito Emerson? Forse…”
Giovedì 8 luglio alle ore 15:00 è prevista la presentazione ufficiale di Luciano Spalletti, il nuovo allenatore del Napoli, attraverso una conferenza stampa dal centro tecnico di Castelvolturno. La struttura che ospita gli allenamenti del Napoli ha da poco cambiato denominazione in Konami Training Center.
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Alcune “pillole” sul nuovo allenatore del Napoli: Luciano Spalletti, nella sua lunga carriera, ha allenato Empoli, Sampdoria, Venezia, Udinese, Ancona, Roma, Zenit e Inter, prima di passare al Napoli. Si è distinto, nel corso degli anni, per la sua capacità di far giocare bene le sue squadre utilizzando una varietà di moduli tattici.
Il 4-2-3-1 utilizzato durante la sua prima esperienza a Roma (2005-2009) ha consacrato Totti nel ruolo di prima punta, anticipando il ritorno del falso nove che riprenderanno negli anni successivi, fra gli altri, Sir Alex Ferguson e Josep Guardiola. In carriera Spalletti non è mai stato un integralista tattico. A Genova, Udine e nella seconda esperienza a Roma ha proposto un 3-4-3. Predilige però la difesa a quattro, e principalmente il 4-2-3-1 o 4-3-3.
Napoli, oggi è il giorno di Luciano Spalletti – Alle 15 la conferenza stampa di presentazione
9:15 – Buongiorno a tutti, lettori e lettrici di CasaNapoli! Oggi è il giorno di Luciano Spalletti, con la presentazione ufficiale in conferenza stampa che sancirà l’inizio della nuova stagione del Calcio Napoli.
La conferenza stampa di presentazione di Luciano Spalletti come nuovo allenatore del Napoli desta molta curiosità fra tifosi e stampa. Nei giorni scorsi il patron degli azzurri Aurelio De Laurentiis ha preannunciato infatti che potrebbero esserci sacrifici sul mercato. La conferenza sarà trasmessa in diretta su Sky Sport e in streaming su Sky Go e Now Tv, oltre che su DAZN.
12:00 – Il punto sul ritiro del Napoli, che potrebbe essere un argomento nella conferenza di Spalletti oggi pomeriggio: gli azzurri saranno in ritiro presso lo Sport Hotel Rosatti di Dimaro Val di Sole dal 15 al 25 luglio. Il Napoli svolgerà una doppia seduta quotidiana, alle 9:30 e alle 17:30, alla quale si potrà assistere gratuitamente nel rispetto della normativa anti-Covid vigente.
La capienza delle tribune sarà fissata al 50% per un totale di 700 tifosi per seduta di allenamento. Saranno disputate due amichevoli, domenica 18 luglio e sabato 24. Come sempre nelle passate stagioni, sarà dato spazio a momenti di ritrovo serale fra la squadra e i tifosi. Mercoledì 21 luglio parlerà Spalletti con due giocatori, venerdì 23 è previsto un DJ set e un incontro con la squadra.
Mister Spalletti utilizzerà il ritiro per valutare alcuni elementi di ritorno dai rispettivi prestiti. E’ pressochè certa, infatti, la presenza a Dimaro di Luperto, Gaetano, Tutino, Malcuit, Ounas e Folorunsho.
14:55 – Manca poco all’inizio della conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Napoli Luciano Spalletti. Nel frattempo, l’ex Elseid Hysaj sta per accasarsi alla Lazio a parametro zero.
Inizia il conto alla rovescia per l’apertura della conferenza stampa
15:00 – Inizia la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Napoli Luciano Spalletti. C’è il Responsabile della Comunicazione Lombardo.
“Buongiorno a tutti. Conosco già qualcuno di voi, con gli altri ci conosceremo per tempo. Se mi permettete, vi chiedo subito chi è il più cattivo fra di voi… Io navigo a vista per così dire. Saremo a Castelvolturno lunedì per qualche giorno per alcuni test, visite e sistemare il protocollo Covid, con i tamponi, vaccini, ecc. Siamo tutti vaccinati naturalmente. I 7 degli europei andranno in vacanza e saranno a Castel di Sangro per la seconda parte del ritiro. Zielinski sarà a Dimaro invece, seguendo la tempistica dei 21 giorni.
Mertens? L’ho sentito prima e dopo l’intervento e mi ha detto che vorrebbe passare a salutare, ma gli sarà concesso qualche giorno in più. ”
Il Napoli ha un potenziale inespresso, e ha mancato di continuità. Lavorerà su questo?
“Il Napoli è una squadra forte, e sono curioso di entrare nelle dinamiche il prima possibile. Voglio capire quanto ne siano consapevoli. Essere forte se non sai di esserlo a volte non completa il tuo comportamento. Di questo mi renderò conto strada facendo. Da quando mi hanno detto che avrei allenato il Napoli non ho tolto gli occhi di dossa a questa squadra. La squadra mi piace, mi assomiglia, però poi bisogna darci dentro.”
Le sue sensazioni dopo due anni di pausa. Cosa l’ha spinto a dire che questa era la panchina giusta?
“Ho avuto la possibilità di stare un po’ a casa, e per quelli come me le cose sono facili. Si sta con la famiglia, si guardano le partite e si sta in campagna. Vivere in campagna fa bene, si fa molta strada e visto che qui di strada da fare ne abbiamo direi che sono già allenato. Sono sempre emozionato, ho il batticuore nello stare nello spogliatoio e in campo ad allenare.
Sono stato contento dal primo momento che avrei dovuto allenare il Napoli. La squadra è forte, la città anche. Completo un po’ il mio tour dell’anima, sono stato a Roma nella Città Eterna, a San Pietroburgo nella città degli zar, a Milano tra l’industria e la Madonnina. E adesso allenerò il Napoli. Io a Napoli sono orgoglioso di venirci, anche perchè siederò sulla panchina nel campo dove ha giocato Maradona. Parlo di tour dell’anima perchè qui ha giocato lui, è la città di San Gennaro, qui il calcio e i miracoli sono la stessa cosa.”
Cosa vuole dire ai tifosi ancora delusi dal finale di campionato?
“Abbiamo solo una possibilità, perchè poi il calcio giocato va sempre accostato ai risultati altrimenti non si è credibili. I tifosi rendono con gli interessi quello che gli dai, soprattutto a Napoli. Qui c’è un progetto importante. Mi piace lo slogan “sarò con te”, che è stato il grido di battaglia per tante partite. E’ un segnale, un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare nelle squadre con i calciatori e nello sport in generale.
La città ti tende una mano importante, forte, e noi dovremo stringerla forte per arrivare lontano e dimostrare di meritare questa maglia. La squadra è della città, perchè qui sono quasi tutti tifosi del Napoli. Dobbiamo restituire questo amore e questo affetto con i comportamenti e le disponibilità in campo.”
Su Insigne, quanto è centrale nel suo progetto tattico? Che giudizio dà del suo europeo?
“Sarebbe meglio parlare prima con lui che con voi. Comunque ho parlato con lui per telefono dopo un gol in Nazionale, e gli ho detto che a me farebbe piacere averlo nel mio percorso a Napoli. Poi ci sono altre questioni e quelle le analizzeremo quando tornerà, con il diretto interessato. In questa sede faccio i complimenti a lui e Di Lorenzo per l’Europeo spettacolare. Ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica. Di Lorenzo è un giocatore completo, forte fisicamente, che si adatta a fare tutto e con qualità.
I complimenti vanno anche a Mancini per la squadra che ha allestito. E’ abbastanza visibile che l’Italia assomiglia a una squadra e non a una selezione. E si vede che molto del suo tempo lui lo spende in campo e non in ufficio, per così dire. Molti allenamenti sono sicuramente fatti per fare gol e un calcio offensivo, anche se nell’ultima partita avete voluto trovare il pelo nell’uovo. Ma invece la gara con la Spagna dimostra quanto sia completa l’Italia che sa anche quando non scoprirsi.
Con quel palleggio la Spagna ha esibito un livello mondiale. A volte quando ti abitui a palleggiare rischi di non saperti adattare anche se gli altri in quel momento sono più bravi. Invece l’Italia ha saputo coprire tutti gli spazi.”
E’ la prima volta che allena al Sud. Cosa chiede a se stesso? Che ne pensa del suo ritratto nella serie su Francesco Totti?
“Tutto. Mi sveglio sempre in forma la mattina, preciso. Poi mi deformo a seconda di chi incontro durante la giornata… Ma no, io non chiedo niente, chiederò solo al Napoli. Sono qui per tentare di allenare bene la squadra e per fare più risultati possibili. Voglio essere una persona forte per Napoli, che è una città piena di uomini che hanno lasciato il segno nella Storia. Napoli ama i propri eroi come nessun altro. Io e la squadra vogliamo diventare delle persone ricordate dai tifosi e dalla città. Questo è quello che chiedo a me stesso.
Sono felice di aver dato la possibilità di fare una fiction, ma posso assicurare che c’erano anche i contenuti per farla semplicemente su Totti. Mi spiace che abbia ricevuto delle critiche, se me l’avessero detto avrei suggerito io un po’ di scene… l’audience ne avrebbe beneficiato. Non mi soffermerò su Totti. Poi ci sarà spazio anche per le cose meno importanti, ma dopo. Ora è importante allenare il Napoli e parlare del Napoli.”
10 giorni fa il Presidente ha sottolineato che l’obiettivo è tornare in Champions League, soprattutto per il futuro del club. Come vede questa responsabilità?
“Il Presidente ha toccato i tasti giusti, dicendo che deve rimettere a posto i conti e poi tornare in Champions. La prima caratteristica deve essere avere calciatori forti per entrare fra le prime quattro. Tornare in Champions sarà la mia ambizione e ossessione. Ho letto che Napoli ha tantissimi napoletani in giro per il mondo, anche solo per questo non dobbiamo rimanere fuori dal calcio che conta. Poi è uscito fuori che io terrei tutti i calciatori attualmente in rosa e mi basterebbe così…
Prima di tutto questo era un tentativo di fare un complimento a chi ha creato questa squadra. Poi sappiamo che per contratti, Covid e altre situazioni il prossimo Napoli probabilmente sarà diverso. Noi siamo qui per questo, per costruirne un altro altrettanto forte. I dirigenti lavorano per questo.”
Che tipo di mercato sarà? Ha paura di perdere pezzi pregiati?
“Bisogna vedere quello che succederà. Abbiamo uno staff pronto a intervenire su quello che può avvenire. Ho parlato più volte con il Presidente più volte dopo aver firmato il contratto. Fra di noi ci si dice qualcosa in più ovviamente, ma quello per il momento non possiamo raccontarlo. Dobbiamo lavorare con serietà e poi vista la qualità che c’è non solo nella squadra si andrà a occupare tutto lo spazio che una partita di calcio richiede. Cercheremo di fare le scelte giuste.”
Quale aggettivo vorrebbe si usasse per descrivere il suo Napoli? L’Europa League è sempre stata snobbata dal Napoli, che ne pensa?
“Dobbiamo mettere in campo un calcio che assomigli alla città e che renda orgogliosi gli sportivi. Come aggettivo direi sfacciato, una squadra sfacciata mi piacerebbe, di scugnizzi che credano nel proprio talento e lo mettano a frutto contro qualunque avversario. L’Europa League è una competizione alla quale io tengo molto, così come alla Coppa Italia. Ma io tengo molto a tutte le partite. Ogni allenamento mette un premio giornaliero, piccolo ma se tu ti alleni bene per 7 giorni stai tranquillo che in partita giochi meglio, per cui si parte da lì.
Voglio che il Napoli faccia bella figura ogni volta che va in campo, perchè io lo rappresento insieme alla società. Si faranno le cose sul serio, senza snobbare niente. L’animale più feroce in natura mette tutta la forza che ha, non dosa le sue energie. C’è una sola maglia e quando si indossa quella si fa sul serio.”
Da quando è stato contattato avrà visto il percorso del Napoli che ha fatto 43 punti nel girone di ritorno. Perchè il Napoli è crollato all’ultima giornata secondo lei? Vuole dire qualcosa su quel famoso Inter – Juve?
“Io sono sempre stato disponibile per il Napoli e ho aggiunto che avrei preferito partire dall’inizio della stagione. Gattuso per me ha fatto un ottimo lavoro. Lo conosco bene, so il suo credo calcistico, è un passionale, uno che ci mette sentimento. Ogni volta che ho giocato contro di lui ho visto che sa il fatto suo. Su quello che può essere successo non saprei, sono mancati giusto due risultati. Però per arrivare lì ne hanno vinte molte. Hanno pedalato forte, fatto grandi cose, anche se a volte ci sono momenti in cui si trovano squadre che hanno meno da dire. A volte ne trovi altre che non hanno nulla da dire ma fanno grandi partite. Bisogna stare attenti e mettere sempre in campo il massimo della forza, e credere di avere le potenzialità per non sfigurare con nessun avversario.
Mi sembra che l’AIA recentemente abbia cambiato qualcosa di recente. Io conosco molti episodi simili avendo visto tanti arbitri. E’ difficile andare a sindacare su un singolo episodio, ne ho avuti anche a favore. Ho molta fiducia in generale di chi c’è adesso, sono quelli che mi arbitravano quando ero calciatore. Non ho altro da dire.”
Al di là dei calciatori più rappresentativi, c’è una base tecnica sulla quale si può lavorare che sono ora in secondo piano? Ha sentito anche Emerson?
“La qualità dei calciatori fa sempre la differenza, ma anche io vorrei un allenatore in grado di incidere sui giocatori. Io conosco benissimo molti dello staff del Napoli, incluso Giuntoli che viene dalle mie parti. So che percorso hanno fatto, se scelgono un calciatore per il Napoli è dura che sia sbagliato. Poi i giocatori possono attraversare momenti di difficoltà. Noi cerchiamo di andargli a far trovare le motivazioni che permettano di far vedere quanto valgono. Il percorso si fa giorno dopo giorno, curando i dettagli.
Non posso rispondere su Emerson, ma potrei averlo sentito, è vero.”
Ha sempre avuto feeling con gli attaccanti, che ne pensa di Osimhen? Che margini di crescita ha?
“Non vedo perchè non dovremmo far bene con questa rosa. Lui ha grandi potenzialità. Attacca la profondità, per cui ora che va di moda pressare il portiere e può essere un’arma in più contro le difese alte. Negli spazi ha grandissime qualità, sa far gol e si danna per la squadra. E’ uno di quelli ai quali interessa coprire gli spazi e i metri per non lasciarli ad altri. Sa il fatto suo. E’ un attaccante forte come Mertens, Petagna, e ci vorranno tutti per arrivare in fondo, le distanze da colmare sono ampie.”
Che tipo di calcio proporrà il suo Napoli?
“Riprenderei quello che ho detto con la Nazionale. A volte gli avversari ti impediscono di fare certe cose e devi essere bravo ad adattarsi. Se si guarda a Liverpool, City, Barcellona, Real, si vede che ci sono dei momenti in cui fanno anche blocco davanti alla difesa. A volte lo fanno per tattica per attaccare gli spazi. L’Italia ha avuto la qualità di sapersi adattare contro la Spagna e adesso si gioca la Finale. Il passaggio fondamentale è questo, che si faccia tutto questo a livello di squadra, non disuniti in giro per il campo.
Bisogna essere tutti sempre in 30 metri, aggressivi quando si decide di pressare, mettersi a disposizione della squadra quando si difende. La partita è uno spazio di tempo che va riempito di cose, e più di una. Quando voi scrivete scrivete un po’ di tutto, non raccontate una sola azione. Se poi gli spazi rimangono vuoti bisogna chiedere supporto a qualcuno che deve lavorare per noi. Non bisogna caricare i calciatori di responsabilità non loro. Il gol è la cosa più importante ma lo è anche il lavoro sporco, vincere contrasti.
Così i compagni recuperano fiato e c’è più possibilità di capire dove va la palla se gli attaccanti sono i primi a difendere.”
Il modulo sarà in continuità col passato o pensa a qualcosa di diverso? Riaprirà il Maradona, cosa si aspetta in più dal pubblico?
“Il 4-2-3-1 sarà la base. Se poi parliamo di calcio attuale le più brave fanno vedere non solo la qualità dei calciatori che è fondamentale ma anche la capacità di modellarsi nel possesso palla. Quasi tutte ora vanno a occupare gli spazi ai lati della linea difensiva per minare la loro struttura. Ora si cerca lo spazio sulla trequarti anche senza preoccuparsi della palla, con un continuo affitto di pezzi di campo che vanno occupati e liberati. La differenza si fa in questo movimento continuo e interscambio fra giocatori, mantenendo sempre l’ampiezza giusta.
In Italia siamo sempre stati un po’ più attenti ad avere più uomini nella costruzione che avere tanti giocatori sopra la palla. A Coverciano si parla di costruttori e invasori… l’Atalanta è la squadra alla quale vanno fatti molti complimenti, per la squadra e il calcio che hanno proposto. Hanno le idee chiare, ti mandano tanti giocatori in attacco, per riaggredire quando perdono palla. Bisogna poi rendersi conto delle potenzialità e delle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione.
Sui tifosi ho parlato prima. Lo stadio Diego Armando Maradona pieno di tifosi è diverso da uno vuoto, ma non devo dirlo lui.”
Si aspetta di avere tutti i pezzi pregiati a inizio campionato o ha un piano di riserva se qualcuno andasse via?
“Terrei volentieri tutti quelli che ci sono, ma bisogna fare altre valutazioni che non possiamo fare adesso. Il mercato è prerogativa di Giuntoli.”
Cosa le è piaciuto di Euro 2020, a parte l’Italia?
“Molti calciatori mi sono piaciuti, anche di quelli non tanto famosi. Ma non posso fare nomi, ci piacciono di più i nostri. Le partite sono state tutte combattute e in equilibrio, con squadre organizzate e partite vive fino in fondo.”
Il Presidente ha detto che dopo la partita di Verona non ha ancora parlato con i giocatori. Quale può essere la cura Spalletti?
“I giocatori sono già in debito con me. Poi spiegherò il motivo, magari lo racconteranno i calciatori stessi. Sono in debito anche con il Presidente.”
Oggi è stato presentato anche Mourinho, ha fatto cambiare la scritta all’ingresso di Trigoria. Anche lei ha una frase che vorrebbe veder scritta da qualche parte?
“Non si possono fare paragoni con Mourinho, se lo ha fatto ha ragione lui (ride, ndr). Lui sotto l’aspetto motivazionale è uno dei più bravi. Noi abbiamo già una frase sulla maglia di allenamento, che è “Sarò con te, e tu non devi mollare”. Ai calciatori non piace sentirsi dire che devono essere motivati. Il professionista deve essere motivato da quello che si è, ossia un professionista. E’ lui a dover far vedere che non è lì solo per chiedere. Un professionista di livello non ha una mente debole. Calciatore forte, mente forte. C’è da vincere le partite con il Napoli, altre motivazioni non servono.”
Meret sarà un punto di partenza?
“Meret e Ospina sono due grandi portieri, di livello nazionale. Siamo contenti di avere due portieri di questo livello. Ci sarà bisogno di gestire molte partite, gli stress momentanei e altro. C’è bisogno di 20 giocatori e 3 tre portieri. Con due portieri di grande livello si ha un grande vantaggio.”
Che ne pensa del VAR, negli ultimi anni è cambiato e si fa sempre più fatica con le interpretazioni.
“Il VAR è perfetto. Mette a posto tante situazioni. C’è un regolamento che spiega bene una serie di cose, poi l’interpretazione è impossibile non averla quando si prende una decisione. Ma è la strada giusta, era ora che certe situazioni fossero chiarite. Si parla anche di arbitri calciatori contemporaneamente, sarebbe importante per far capire loro altre cose.”
Ha già conosciuto la città?
“Ogni volta che sono venuto a Napoli l’ho sempre trovata una città piena di iniziativa, movimento, emozionante. Non ci sono stato a lungo, una volta ho ricevuto un premio a Castel dell’Ovo. Qualche volta sono passato a Ischia da amici. Probabilmente non sono uno adatto a viaggiare per via Toledo o Piazza del Plebiscito. Anche nelle altre città è stato così. La città appartiene ai napoletani, io sarò più riservato.”
Avrà due giocatori che ha già allenato, Manolas e Politano. Cosa si aspetta da loro?
“Non devono farlo per me, ma per i compagni di squadra e per loro stessi. Dovranno dare il massimo sempre e a disposizione per aiutare i compagni. I contratti ci fanno essere del Napoli per un numero di anni, in questo ambiente a Napoli le vittorie e i risultati che faremo possono farci entrare nella Storia per sempre. La differenza è questa.”
Quale può essere il “destino forte” per il Napoli? Lozano e Insigne possono essere adatti ad attaccare la profondità?
“C’è anche Zielinski che non va dimenticato. Insigne riesce a vedere dove non guarda, ti dà soluzioni importanti. Dipenderà molto dall’atteggiamento della squadra avversaria. Anche le altre squadre saranno preparate ad affrontarci, ci studieranno e ci daranno poco spazio per attaccarli.”
Che promessa fa al Presidente e ai tifosi?
“L’impegno. Mi impegnerò e farò impegnare tutti quelli che mi sono accanto. D’impatto con De Laurentiis mi sono trovato bene, perchè dice ciò che pensa e non pensa ciò che può dire. Se il matrimonio durerà a lungo lo dirà lui, ma io spero sia lunghissimo. Le cose vanno fatte bene sempre e io ho dei miei punti di vista che condividerò con lui.”
Il 4-3-3 può essere una soluzione?
“Sì, ma è la soluzione più semplice, basta invertire il vertice da alto a basso, a centrocampo. Si ragiona anche in base a quando la palla la hanno gli avversari. Ci sono tante soluzioni, Di Lorenzo in Nazionale quando si costruisce fa il centrale, i due mediani possono giocare in verticale o meno. Lozano mi piace, mi ha buttato fuori dalla Champions quando ero all’Inter…”
Termina qui la conferenza stampa di presentazione di Luciano Spalletti
Redattore per CasaNapoli.net.
Conduttore di STUDIO NAPOLI – il podcast di CasaNapoli.net
Aspirante match analyst, amante della scrittura e del gioco all’italiana.