Ferri: “Maradona impossibile da marcare, sembrava avesse un drone sopra la testa”
Riccardo Ferri, ex difensore dell’Inter e della Nazionale, ha voluto ricordare Maradona a pochi dal primo anniversario dalla morte di Diego.
Ferri, in un’intervista rilasciata a Repubblica, ha reso omaggio al pibe de oro ricordando le mitiche battaglie degli anni ’80, ricordi di un calcio passionale, nostalgico e ben diverso da quello di oggi. Queste le sue parole:
“Maradona era impossibile da marcare, al massimo lo potevi contenere, ma era impossibile da marcare. Sembrava avesse un drone sopra la testa o addirittura quattro occhi, perché sapeva dov’era l’avversario e dove lanciare la palla. Calcioni? Noi difensori avevamo rispetto di Maradona e, per questo, ci andavamo piano, in quanto riconoscevamo il suo grandissimo talento che andava preservato e non danneggiato”
“Ovviamente citando il drone uso una metafora, ma sta benissimo al caso che trattiamo. Questo “drone” gli permetteva di “vedere”, o meglio percepire anche dietro di lui, sulle fasce laterali e in lontananza come erano messi i giocatori in campo e cosa avrebbero fatto di lì a poco. Insomma, Diego era capace di prevedere situazioni e movimenti degli altri atleti e di agire di conseguenza, eh sì, a quel punto diventava persino difficile atterrarlo”.
“In concreto ti mandava fuori tempo e facevi una figura di…glielo assicuro. Io e i miei compagni ci pensavamo dieci volte prima di avventarci su di lui. Un movimento dei fianchi, una finta di corpo e la palla spariva…E siccome anticiparlo era complicato perché, tra l’altro, era anche rapido, era sempre meglio stargli davanti e temporeggiare. Ma che talento inimitabile. Era un avversario leale. Come pochi altri che ho incontrato…e ne ho incontrato molti. Non gli ho mai visto chiedere una ammonizione all’arbitro per un colpo subìto: si alzava da terra e tornava a giocare. Né simulare qualcosa che non era mai avvenuto. Pur strattonato, cercava di rimanere in piedi sino all’ultimo. Un esempio Maradona in campo, a cui anche i calciatori attuali dovrebbero guardare. Un esempio di correttezza, altro che i tuffatori d’area di rigore che si vedono adesso. Per me è il più grande di tutti i tempi. Ed è bello che abbia fatto tanto per la città di Napoli e per il Napoli e che oggi lo stadio porti il suo nome”, ha aggiunto Ferri.
Laureata in Giurisprudenza nel 2003 all’Università degli studi di Napoli “Federico II°”.
Ha conseguito l’abilitazione di Avvocato nel 2009.
Dedita alla professione forense, è una grande appassionata di calcio e del Napoli.