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Rigori: quanti ne vogliamo assegnare a partita?

Giuseppe Savoldi_ calcio di rigore

Calcio di rigore

Rigori: quanti ne vogliamo assegnare a partita?

 

 

 

 

 

 

Rigori: quanti ne vogliamo assegnare a partita? La Serie A è il campionato con più rigori assegnati nei top 5 campionati in Europa

 

 

 

La Serie A è uno dei campionati dove si assegnano più calci di rigore, soprattutto dopo l’utilizzo del VAR. Ma nonostante questo, ieri nella gara tra Juventus e Napoli ci sono stati due casi “incerti” ma Sozza ha preferito lasciar scorrere.
Il primo a favore della Juventus, per un “presunto” fallo di mano di Dries Mertens, autore anche del gol del vantaggio azzurro.
Mertens, su una punizione battuta da Cuadrado, era in marcatura su Alvaro Morata e nel sentire il contatto con l’attaccante, aveva il braccio largo mentre si strattonava e la palla è sbattuta proprio lì.
Giusto non chiamare rigore, perché una situazione del genere farebbe sì che le marcature in area dovrebbero farsi con le mani legate.

 

Altra situazione dubbia, stavolta a favore del Napoli. Un fallo su Di Lorenzo in area di rigore per la troppa irruenza di De Ligt. Questo si, poteva essere assegnato.
Il fallo dell’olandese è netto, un calcione al terzino della nazionale che prende posizione e cade per il troppo dolore.
Questo è un errore grave, soprattutto perché stava nascendo una ripartenza dei bianconeri che ricordava una vecchia partita di Coppa Italia, dove non fu fischiato un rigore su Albiol e sulla stessa azione invece, Reina fece fallo su Cuadrado, assegnando così il rigore “al contrario”.
Rigori del genere, sono stati già fischiati in Serie A e proprio a favore della Juventus. Ricordiamo quello assegnato ai bianconeri contro i nerazzurri dell’Inter al novantesimo.

 

 

 

Nessuna regola chiara: un caos tra le giovani leve

Quest’anno molti arbitri sono nuove leve, giovani alle primissime esperienze in serie A. Certo gli errori sono umani e saranno sempre perdonabili, però la poca chiarezza che avviene dalle istituzioni arbitrali non è piacevole.
Prima una regola, poi no è cambiata, poi torniamo alla vecchia. Un vero e proprio caos per i nuovi arbitri che, già devono gestire la pressione della cadetteria si trovano ad affrontare ogni partita con regole differenti.