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Le interviste di casanapoli.net, Jedaias Capucho Neves, noto come Jeda: “Figlio del grande fiume – La mia avventura dall’Amazzonia alla serie A” 

Le interviste di casanapoli.net

Le interviste di casanapoli.net, Jedaias Capucho Neves, noto come Jeda: “Figlio del grande fiume – La mia avventura dall’Amazzonia alla serie A”

Ospite di casanapoli.net è Jedaias Capucho Neves, noto come Jeda, allenatore di calcio ed ex calciatore del massimo campionato italiano di serie A con il Vicenza, con il Cagliari, il Lecce, il Novara ed una vasta esperienza in serie B e serie D nella parte finale della sua carriera.

Jeda ha accettato di parlare con noi del calcio nostrano, del suo libro “Figlio del grande fiume – La mia avventura dall’Amazzonia alla serie A” che ha scritto insieme a Maurizio Malavasi e che dal 19 maggio sarà in tutte le librerie e acquistabile anche in Internet.

“Figlio del grande fiume – La mia avventura dall’Amazzonia alla serie A”

Jeda, parlaci del tuo libro: “Sono molto fiero di aver messo su carta la storia che riguarda la mia vita. Una vita non stereotipata.

Non è la solita storia del ragazzo che sa giocare al calcio e che dopo aver militato in squadre come il Flamengo e il Sao Paulo poi viene selezionato

dai procuratori per cercare fortuna in Italia, ma è la favola di un bimbo che “getta reti” nel Rio delle Amazzoni e poi si ritrova a realizzare il suo sogno, trasformandosi attaccante e “realizzare reti” nel massimo campionato italiano”.

La mia è la storia di una scoperta continua di opportunità, ma anche di grandi sacrifici e di grande paura di non potercela fare. Devo ringraziare la

mia voglia di giocare al calcio e chi ha creduto in me”.

Jeda hai giocato tanti anni in Italia, in serie A, ma anche nelle serie minori, un tuo giudizio sul nostro calcio.

Jeda in esclusiva per casanapoli.net

Il campionato italiano di serie A è livellato

Il campionato di quest’anno ha evidenziato un livellamento delle squadre, sia in alto, sia in basso. Bisogna migliorare, c’è ancora molto da fare per tornare ai livelli del calcio italiano, quelli di una volta per intenderci”.

Amo Cagliari e la gente mi vuole bene

La tua esperienza con il Cagliari è stata significativa: “Il primo anno quando sono arrivato è scattata una scintilla tra la squadra e la gente, si lottava per non retrocedere in quella stagione 2007-08 e alla fine siamo riusciti a restare nella massima serie, un miracolo!

E’ successo qualcosa di magico che ha cementato lo spirito della squadra con quello dei tifosi…sono particolari i tifosi del Cagliari!

Peccato che è stata un’esperienza breve, mi sarebbe piaciuto restare in Sardegna per molto più tempo.

E’ stato il momento più alto della mia carriera e nel cuore provo un grande affetto per i sardi. Anche loro mi hanno sempre dimostrato grande affetto e penso che tuttora mi vogliano ancora bene”.

Il Napoli di Spalletti

Tornando al campionato di calcio tuttora in corso, un giudizio sul Napoli di Spalletti: “E’ un giudizio positivo senz’altro. Possa piacere o no il presidente De Laurentiis ha fatto molto per questa squadra e la riprova è la scelta di importanti calciatori che hanno portato ad alti livelli la squadra, ma hanno anche migliorato se stessi, crescendo insieme al Napoli. Ora però il presidente deve rendersi conto che per restare a certi livelli e il Napoli il prossimo anno sarà in Champions League, deve investire in maniera oculata per raggiungere obiettivi importanti. Peccato che negli ultimi anni lo scudetto sia sfumato per poco e, probabilmente, la colpa può essere stata di tipo mentale, psicologico, ma adesso bisogna riprendere le redini e tentare di portare in alto una squadra che in passato ha avuto un certo Diego Armando Maradona tra le proprie fila e, per questo motivo, è impensabile che il Napoli non assurga a migliore squadra italiana. Napoli è una delle piazze migliori per chi vuole giocare al calcio. Mi dispiace che una delle poche bandiere rimaste, Insigne che rappresenta Napoli, vada via. Spero che il presidente De Laurentiis non voglia ridimensionare perché Napoli dev’essere sempre tra le prime squadre. 

Il mondiale in Qatar senza l’Italia

L’Italia non sarà ai mondiali in Qatar 22: “Non c’è delusione peggiore che il nostro calcio non meritava. E’ ormai la seconda volta che accade, vedere fuori dai giochi del mondiale la maglia azzurra, una nazionale così importante come l’Italia è una brutta cosa, è una grande batosta. Ci penseranno però le squadre di club, Napoli, Juventus, Inter, l’anno prossimo nelle varie coppe europee a bilanciare questa delusione. La speranza è che le italiane vadano sempre più avanti, magari aggiudicandosi le coppe europee.

Tiferemo per il Brasile

Come vedi il tuo Brasile: “Finalmente una squadra matura che sta cercando il suo assetto migliore, con grandi talenti, ragazzi interessanti. Se il Brasile vuole fare un grande mondiale l’allenatore Tite deve capire il capitale umano che ha a disposizione e deve saperlo utilizzare. Qualche volta Tite si è perso sulla formazione da mettere in campo. Prevedo che il Brasile possa fare un grande mondiale.

Siamo alla fine Jeda, un tuo ultimo monito: “Ringrazio casanapoli.net  per avermi dato la possibilità di parlare di me e presentare il mio libro che parla anche di calcio. Un sogno che per me si realizza, quello di far conoscere la mia storia che poi si è sviluppata anche nel calcio, ma far conoscere alla gente i luoghi della mia infanzia, le mie esperienze in riva ad uno dei fiumi più belli del mondo, il Rio delle Amazzoni e parlare delle mie paure, ma anche delle mie gioie, ha rappresentato per me essere fieramente uno di voi, un brasiliano di nascita, ma italiano dentro. e la speranza è che l’Italia, migliori nel calcio, ma che attraverso il calcio possa migliorare noi tutti”.