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Ciro Ferrara: scugnizzo nel Napoli di Maradona

Ciro Ferrara: scugnizzo nel Napoli di Maradona, poi protagonista alla Juve

In un Napoli che faceva faville, scatenando l’amore dei suoi tifosi fino ad arrivare alla clamorosa vittoria dei due scudetti, anche a dispetto di quanto dicevano gli addetti ai lavori e gli appassionati di pronostici calcio esatti, quello che aveva un solo condottiero nella figura di Diego Armando Maradona, c’era anche un giovanissimo Ciro Ferrara.

Il difensore partenopeo si è tolto la soddisfazione di vincere lo scudetto con la maglia della squadra della sua città, anche se poi ha riempito gran parte della sua personalissima bacheca, compresa la Champions League del 1996, con la maglia della Juventus, giocando da centrale e non più da terzino, su indicazione di Marcello Lippi. In Nazionale, invece, Ferrara non ha avuto altrettanta fortuna.

Napoletano, ma ambientato felicemente nel capoluogo piemontese

Nel corso di un’intervista ad un grandissimo giornalista dello sport italiano, ovvero Gianni Mura, Ferrara si confidò in merito al suo rapporto con Napoli e con Torino, quella che è diventata come una sorta di seconda città. Ha spiegato come sente Napoli come casa sua, mentre vede Torino un po’ come il suo ufficio, anche se in fondo è una definizione molto semplicistica e riduttiva, dal momento che in Piemonte Ciro ha tantissimi amici.

Ciro Ferrara, non c’è dubbio, è uno dei più importanti difensori italiani degli anni Ottanta e Novanta. Ha vinto praticamente di tutto. Un calciatore esperto soprattutto della marcatura a uomo, ma che ha dimostrato di saperci fare eccome anche con la difesa a zona. Il suo palmares, come dicevamo in precedenza, è veramente ricchissimo: ci sono ben sette scudetti, di cui due vinti con il Napoli e cinque con la Juventus.

Il debutto nella massima serie dopo una malattia

Nato nel 1967, la passione per il pallone è quella di tanti suoi coetanei: nonostante tutto, la sua famiglia lo porta sempre a considerare fondamentale anche il percorso scolastico e quello in ambito educativo. Da bambino non aveva tutte queste abilità tecniche e, per tale ragione, finiva spesso e volentieri in porta, soprattutto per via del fatto che era sempre il più giovane del gruppo.

Il primo provino lo vede scendere in campo come centrocampista, ma Sergio Palmieri, ovvero il suo primo allenatore, ha già intuito che quel ragazzino era meglio spostarlo in difesa e provare a impostare in tal ruolo la sua carriera. Ferrara comincia a giocare solo per via di un’intesa tra il presidente Varriale e i suoi genitori: ovvero allenarsi un giorno in meno per avere più tempo da dedicare allo studio.

Il buon Ciro a quell’epoca era fermamente convinto di dover proseguire l’attività svolta dal padre, ovvero tecnico ortopedico. Nel giro di pochissimo tempo, succede l’impensabile. Prima finisce su una carrozzina per colpa di una particolare patologia, ovvero il morbo di Osgood-Schlatter, che comporta un vero e proprio processo degenerativo sulla tibia. Ferrara si riprende e i trattamenti gli permettono di tornare in campo. La trafila delle giovanili con la maglia del Napoli e poi l’esordio in prima squadra, con cui passa il ritiro, il primo insieme a Maradona. Rino Marchesi, l’allora tecnico del Napoli, lo lancia in campo da titolare spesso nelle amichevoli, poi in stagione va quasi sempre in panchina.

Il debutto nel massimo campionato italiano avviene il 5 maggio del 1985, guarda caso proprio contro la Juventus. Numerose soddisfazioni in maglia azzurra, con Ferrara che si toglie pure lo sfizio di segnare nella finale di Coppa Uefa, garantendo un fondamentale contributo al Napoli per alzare al cielo una coppa europea. Il trasferimento alla Juventus avviene solamente nell’estate del 1994, quando segue Marcello Lippi alla Juventus. Con la maglia del Napoli colleziona 319 presenze e 15 reti, un bottino niente male per un difensore.