Napoli, ADL e la lotta contro l’“Id quod plerumque accidit”
Napoli, ADL e la lotta contro l’“Id quod plerumque accidit”
Napoli, Aurelio De Laurentiis: una continua battaglia contro l’“Id quod plerumque accidit”
Non si può certo dire che Aurelio De Laurentiis sia un uomo come tanti, di quelli ‘ordinari’. Nelle sue interviste, qualche spunto che incuriosisce, che fa riflettere, che sorprende e persino arrabbiare qualcuno, c’è sempre. Motivo per il quale i giornalisti attendono in maniera spasmodica una sua dichiarazione.
Ci si aspetta un ADL felice? Lui polemizza con il sistema calcio. Si attende l’ADL furioso? Resta silente. Conferenza a seguito di una “notizia bomba”? Eccolo, a placare l’ambiente.
Il presidente del Napoli è tornato a parlare
E’ tornato a parlare, il presidente del Napoli. E lo ha fatto con una lunga intervista rilasciata nel primo giorno della seconda parte di ritiro in terra abruzzese, a Castel di Sangro.
Il patron si è lasciato andare ad alcune considerazioni a carattere trasversale, che abbracciano tanti argomenti. Da Koulibaly a Mertens, dalla ‘vil moneta’ agli obiettivi societari.
C’è un passaggio in particolare che ha colpito l’attenzione degli ascoltatori: quando meno te le aspetti, visto quanto accaduto pochi giorni fa al Rione Alto, ecco le scuse nei confronti dei destinatari di una delle tante dichiarazioni ‘al limite’.
Queste le sue parole ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “La battuta sui ‘tifosi vessati dalle mogli, dalle amanti e dai capiufficio? Bisogna sapere interpretare le parole che uno pronuncia.
Veniamo fuori da un periodo particolare, quello del Covid. Quando perdi più di 200 milioni, in un contesto di calcio italiano in cui si perde 1 miliardi e 800 milioni in un biennio, in un contesto in cui questo virus inconcepibile ci ha messi in una bolla e c’è incertezza, tu ti senti frustrato.
E’ chiaro che tu a un certo punto ti identifichi con chi per altre motivazioni può essere danneggiato economicamente, deluso nei propri affetti e nel proprio lavoro. E trova valvola di sfogo nel suo essere tifoso, che è una zona franca, una zona che gli appartiene.
Io ho detto che uno si sente vessato e ha bisogno di sfogarsi, ma quest’esplosione di gioia che c’è negli stadi non vuol dire che il tifoso c’è, che il tifoso non ti volta le spalle? Quando si fanno delle conferenze stampa per alcuni argomenti, poi si dirazza su altri argomenti perché magari un giornalista tira fuori una battuta, c’è una domanda non prevista e magari la risposta che viene data viene forse mal interpretata, perché non c’è tempo di studiarla e approfondirla con un dibattito, se a qualcuno ha dato fastidio.
In questo modo non ci sarebbe stato un misunderstanding, per il quale se qualcuno ha provato dolore me ne scuso profondamente”.
Parte della tifoseria, quella che non ha ancora digerito alcune delle infelici esternazioni del patron del Napoli, reputa non del tutto sincero il dietrofront presidenziale. Il dubbio (legittimo) a qualcuno resterà.
Ciò di cui è impossibile dubitare, ad oggi, è che la teoria dell’ “Id quod plerumque accidit” (ciò che accade più spesso o secondo la comune esperienza) – Si badi bene: non vogliamo far storcere il naso ai giuristi. In questo caso, oggetto delle nostre considerazioni non è il rapporto tra la condotta ed i suoi effetti, bensì tra le attese e la condotta – non è applicabile quando De Laurentiis si presenta davanti a un microfono. Né quando ci si lascia andare alle previsioni sul mercato azzurro.
Il mercato
Se la ragione suggerisce infatti di non attendersi colpi ad effetto o comunque sostituti all’altezza (non ci riferiamo ovviamente al valore in prospettiva, che può certamente crescere: vedasi quanto accaduto in passato con i vari Hamsik, Lavezzi, Cavani) dei calciatori più rappresentativi che hanno piegato e riposto in un cassetto la maglia azzurra, la speranza è che con qualche colpo a sorpresa possa essere confermato che la locuzione latina non appare efficace quando c’è di mezzo Aurelio De Laurentiis.
E che la piazza possa tornare a sognare.