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Dries, il saluto dell’ultima bandiera di un calcio mercenario e capriccioso

Si è consumato l’ultimo atto di Dries Mertens a Napoli: l’addio dell’ ultima (vera) bandiera rimasta in questo calcio.

Dries, il saluto dell’ultima bandiera di un calcio mercenario e capriccioso.

Il saluto di De Laurentiis già c’era stato, un saluto formale come si fa quando uno dei tuoi migliori impiegati va in pensione dopo una un’onesta carriera nella tua azienda. Polemiche e macchina del fango poi, lasciano il tempo che trovano con un patto di riservatezza che ha cucito la bocca ad una delle parti in causa.

Ma Dries, ribattezzato Ciro, ha parlato. Non ha menzionato assolutamente i motivi del suo addio ma con un video strappa lacrime (GUARDA) ci ha tenuto ha salutare quel popolo e quella terra che è stata sua per 9 anni e che ha dato i natali al primogenito pochi mesi fa.

Avrebbe meritato di rimando altro saluto il nostro Ciro. Non ne ha fatto questione di vil moneta e aggiungere, oggi, che i motivi sono riconducibili ad una “chiacchiera” con Spalletti, risulta ancor più stucchevole.

Dries e quell’ “invidia” nei confronti di Ciro.

Lui non è nato in questa terra, una terra che lui reputa “mia”. L’orgoglio però è tanto per la napoletanità del figlio chiamato appunto Ciro e anche su questo qualcuno si è permesso di dire che la scelta del nome è stato segno di ruffianeria nei confronti dei napoletani ma “non ti curar di loro” caro Ciro, la tua napoletanità l’hai dimostrata sempre e sembrava scontato il tuo confermare lo splendido appartamento a Posillipo per rimanere indelebile, anche materialmente, il legame con Napoli.

Quelle frasi cariche di commozione nel video messaggio con la cadenza francofona che mai come ieri era assonanza perfetta con l’accento di chi è nato a Ponticelli, al Vomero o a Pozzuoli con quel viso tirato dall’ emozione ma sempre con quei tratti di un Pulcinella dal cuore nobile che ha imparato a fare pausa con un caffè che “pappulea” dalla moka e ad apprezzare in scooter i vicoli e il lungomare della città più bella del Mondo.

Napoletanità  spiccata e attaccamento (e rispetto) morboso verso un luogo che è uno stato d’animo strana per uno che è nato (per caso) in Belgio.

Un ultima bandiera che, per davvero, il “vil denaro” e la poca riconoscenza, ha dovuto per forza di cose ammainarsi in un calcio sempre più azienda e sempre più mercenario.

Ciro Dries non era neanche il caso di ricordarlo che questo è solo un arrivederci: con te non potrà mai essere un addio. I tuoi gol e i tuoi record, parafrasandoti, resteranno in eterno negli almanacchi e nella storia di questo club.

Ma l’amore, quello, resterà scolpito nell’anima e nel cuore di un intero popolo.

Caro Ciro resti il salvagente in un mare di falsità e ruffianeria (quella vera e subdola). Con orgoglio possiamo dire tutti che da ieri, abbiamo un concittadino illustre in più. Per sempre.