“Vivianesque”- Raffaele Viviani in danza di Gennaro Cimmino
“Vivianesque”- Raffaele Viviani in danza di Gennaro Cimmino
“Vivianesque” di Gennaro Cimmino non è più un ardito esperimento di commistione di generi diversi (teatro, danza moderna, musica, canto, drammaturgia) ma un riuscito ed esaltante spettacolo che ha riscosso un enorme successo di critica e di pubblico. Arriva per la prima volta al teatro Trianon Viviani quasi a rendere omaggio al luogo che è stato destinato a rendere vivo il ricordo, nel nome e nelle rappresentazioni, del grande drammaturgo stabiese.
Si legge nella presentazione del suo spettacolo:
L’enorme lavoro di Raffaele Viviani, attraverso i suoi speciali affreschi del popolo, affronta moltissime tematiche, ed è da qui che si è partito per sviluppare la messa in scena. Tanti quadri che come vasi comunicanti confluiscono l’uno nell’altro senza soluzione di continuità. Il lavoro e i mestieri, la malavita: i guappi e le prostitute, il teatro nel teatro, ed un quadro finale completamente inventato. Lo spettacolo è una ricerca, attraverso i corpi e le voci dei danzattori e delle danzattrici di rappresentare la realtà contemporanea della nostra città. E’ iniziata per me una ricerca sul significato della “Napoletanità” e dei suoi molteplici risvolti.
Lo spettacolo è realizzato da Körper oggi Centro Nazionale di Produzione della Danza un risultato che arriva dopo molti anni dalla fondazione. Ricordiamo che il centro si trova in una splendida corte settecentesca a via Vannella Gaetani 27 a Napoli ed è stato inaugurato e diretto dal 2003 proprio dal regista e coreografo.
Molto lavoro, dedizione e passione ci sono volute per raggiungere questo risultato.
Gennaro Cimmino, ballerino e coreografo, lascia Roma per tornare a Napoli e costruire un luogo dove sperimentare e creare danza. Sono passati diversi anni ma oggigiorno Körper è l’unico centro riconosciuto dal Ministero di produzione della danza del mezzogiorno.
Una piccola isola felice nel panorama della danza partenopea.
Se non si realizzano con impegno, costanza, serietà progetti di e per la danza il panorama non può che essere desolante. Napoli come il mezzogiorno d’Italia non sfugge a questa regola. La danza è la rappresentazione della bellezza in movimento ma non la si può far nascere dal nulla. C’è bisogno di tanto lavoro ed organizzazione e tanta dedizione di chi crede in questa forma d’arte.
In Vivianesque ci sono molti giovani ballerini e molti di loro formati proprio al Körper. Sono un un esercito di giovani performer estremamente preparati. Credere nella loro forza e nell’energia che mettono sul palcoscenico sono segnali positivi che bisogna cogliere.
Solo così si può aiutare a smuovere qualcosa nel mondo della danza soprattutto nel meridione.
Questi ballerini hanno bisogno di rappresentare e rappresentarsi per far vivere la danza. I giovani che abbracciano questa disciplina hanno bisogno di luoghi dove esistere e spettacoli dove esprimersi. Il centro di produzione, visto lo stupendo risultato dello spettacolo e di altri lavori prodotti, pensiamo possa raggiungere mirabilmente questo obiettivo.
Ritornando a “Vivianesque”, in questa piéce si reinterpreta l’universo di Raffaele Viviani attraverso il linguaggio della danza contemporanea e con nuovi arrangiamenti dei brani musicali come Bambenella ‘e ‘ncopp’ ‘e quartieri, ‘O sapunariello e Canzone ‘e sotto ‘o carcere cantate dalla stupenda voce di Lalla Esposito.
Ci si accorge che la modernità passa anche dalla rilettura e rielaborazione dei classici napoletani e questo spettacolo ne è la prova.
Napoli non può prescindere da se stessa, ovvero nel “qui ed ora” non può non convivere la storia del nostro passato e la traiettoria di un immediato futuro. I personaggi di Bambenella, del Sapunariello così come tantissimi altri raccontati da altrettanti grandissimi autori sono sì personaggi che appartengono alla tradizione ma, ad uno sguardo attento, questi personaggi sono ancora vivi nelle facce e negli atteggiamenti di un popolo che sembra ancora aspettare il miracolo per completare il proprio riscatto. Rimetterli in scena sotto qualsiasi forma artistica è sempre raccontare la città e questo spettacolo coglie proprio questa metamorfosi: partire dalle radici per giungere ad una modernità che colpisce.
Lo spettacolo vede la partecipazione, oltre alla già citata Lalla Esposito, di più di 20 tra ballerini e performers. Le musiche originali di Vito Pizzo, l’installazione video di Alessandro Papa, il disegno luci di Gianni Netti, le scene di Ciro Rubinacci, i costumi di Concetta Iannelli e i disegni di Franco Silvestro. L’appuntamento è per sabato 1 ottobre alle ore 21 e in replica domenica 2 ottobre, alle 18. I biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro o sul sito www.teatrotrianon.org o presso le prevendite autorizzate online sul circuito AzzurroService.net.
Francesco Smorra vive a Napoli dove svolge l’attività di Optometrista. Laureato in Scienze politiche vince il concorso per il dottorato di ricerca che gli apre la strada per la carriera universitaria ma, nel 2004, lascia il mondo accademico per dedicarsi pienamente agli studi optometrici, alla scrittura e alla sua altra grande passione: il tango argentino. Dal ’94, si occupa di scrittura teatrale e cinematografica. “Dall’equinozio di primavera al transito di Venere” è la sua prima pubblicazione letteraria.