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La Marca: Non c’è alcuna impellenza, da parte della famiglia De Laurentiis a cedere una delle due società

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato esperto di diritto sportivo
Sondaggio del Napoli per Mazzocchi, ma Iervolino ha chiesto 15 milioni più Demme e Zanoli… “Sebbene sia un calciatore che mi piace, ritengo la valutazione del presidente sproposita. È uno dei migliori laterali del campionato, una delle grandi rivelazioni dell’ultimo biennio. Ma è un classe 1995, non è giovanissimo; bisogna poi calcolare le sue presenze in Serie A ed attualmente è alle prese con un infortunio. La valutazione prospettata dal presidente della Salernitana è eccessiva. È stato prelevato anni fa dal Venezia con una cifra irrisoria ed è stato il primo gicoatore, inoltre, a credere nel progetto ovviato da Iervolino, scommettendo su una squadra ormai allo sbando. Si è dimostrato un vero professionista, ha offerto un grande apporto al club granata. Sta sfornando ottime prestazioni, le quali hanno consentito alla squadra di collocarsi in una zona tranquilla della classifica. Sarebbe giusto concedere a Pasquale la possibilità di potersi cimentare in questa occasione unica come la piazza azzurra, porrebbe essere il coronamento di un sogno anche per le sue origini napoletane. La valutazione corretta si aggirerebbe intorno ai 10/12 milioni, anche se con l’eventuale inserimento nella trattativa di Zanoli potrebbe ridursi. Sarebbe un vero colpo per la Salernitana, sia per il tesoretto incassato sia per il valore del giovane terzino italiano”. Pensieri sul posticipo dell’Assemblea degli Azionisti? “È stata spostata al 27 dicembre 2022. In virtù di quanto si è verificato, credo sia la decisione più oculata da parte del management della Juve, poiché il club ha comunicato di aver fornito un nuovo conteggio della situazione patrimoniale del conto economico dell’ultimo triennio, in ottemperanza a quanto richiesto dalla Consob. Il fatto di aver mandato una documentazione in forma spontanea dalla società è la dimostrazione che i bianconeri sono sicuri della loro posizione, il posticipo dell’Assemblea è simbolo di trasparenza nei confronti degli stessi azionisti”. Cessione del Napoli ad un fondo americano? “Questa tematica è ormai divenuta un leitmotiv che si ripete ciclicamente. Ad oggi la cessione della società azzurra appare uno scenario remoto, perché la questione multiproprietà tanto agognata si è risolta, ad eccezion fatta del caso di Serie A di Napoli e Bari, con una proroga sino al 2029. Non c’è alcuna impellenza, dunque, da parte della famiglia De Laurentiis a cedere una delle due società. Credo che il Napoli attualmente rappresenti un modello virtuoso, forse unico nel mondo calcistico. Dopo la crescita avviata con il fantastico girone di Champions, il fenomeno azzurro ha conquistato l’intera Europa. Questo potrebbe agevolare l’arrivo di giovani campioni i quali possono emergere con la maglia dei partenopei, anche perché ormai il Napoli rappresenta una meta desiderata da tanti, dati gli sviluppi per la maturazione professionale di qualsiasi ragazzo. Ed inoltre, potrebbe favorire anche un’ulteriore partnership, anche sotto questo aspetto andrebbe riconosciuto l’economiabile operato della società, la quale ha creato delle collaborazioni uniche nel suo genere. Il club azzurro è riuscito a realizzare dei capolavori con le cessioni di Ruiz e Koulibaly, di privarsi di ingaggi pesanti e sostituire questi campioni con talenti emergenti, che hanno incrementato il valore della rosa. Credo che il Napoli odierno sia una realtà appetibile ed è lecito guardarsi intorno per fare determinate valutazioni. In un contesto nel quale molte società sono in difficoltà, il club campano rappresenta un’eccellenza attualmente, i meriti vanno attribuiti a De Laurentiis per il suo lavoro. Ad oggi cedere la squadra partenopea è impossibile”. Parere sul Mondiale in Qatar? “È pacifico dire che questa Coppa del Mondo, sin dall’assegnazione, è stata accompagnata da tante polemiche, le quali hanno destato numerosi dubbi intorno all’edizione del torneo. Chi gestisce la politica calcistica, deve tutelare il patrimonio di questo sport, che rappresenta un valore fondamentale per gli sportivi e per tutti i membri della società. Bisogna garantire una maggiore trasparenza in questo mondo e renderlo alla portata di tutti. Assegnare un Mondiale ad un paese che non vanta di una forte tradizione calcistica, non comporta automaticamente un ritorno in termini di fidelizzazione di queste aree geografiche. Credo che il Mondiale sia l’occasione adeguata per ribadire il suo reale significato, cioè l’inclusione. È incredibile che ancora oggi ci siano ancora dei paesi nei quali non si accettano le donne agli stadi, nonostante la recente crescita del calcio femminile. Si è discusso tanto anche circa le fasce arcobaleno, le quali non potranno essere indossate dai capitani di determinate nazionali per il rishio di essere ammoniti. La Fifa dovrebbe fare da portavoce dei diritti fondamentali delle persone, favorendo l’assegnazione delle competizioni agli stati che hanno sempre valorizzato i principi umani e di rispetto degli altri individui. La funzione fondamentale del Mondiale non deve essere finalizzata ad un vero e proprio business, ma bensì al vero cuore del calcio, cioè l’attitudine di unire i diversi popoli del mondo”.