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Diego Armando Maradona…il rivoluzionario!

Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona…il rivoluzionario!

A due anni dalla scomparsa del più grande calciatore al mondo siamo qui a celebrare le sue gesta e a riconsiderare il suo essere stato genio e sregolatezza, e lo facciamo il giorno dopo il 26 novembre perché vogliamo parlarne a “bocce ferme”, vogliamo disquisire di Diego quando intorno è silenzio, continuità di una commozione profonda che pervade l’animo di chi ha amato il campione, ma ha rispettato e voluto bene all’uomo.

Maradona è meglio e Pelè

“Maradona è meglio e Pelè” questo lo slogan coniato dalla gente di Napoli quando nel lontano 1984 il futuro “Pibe de Oro” è approdato in città.

Davvero Maradona è stato superiore alla perla nera Edson Arantes do Nascimento detto Pelè?

Non per la genialità dell’essere calciatori, ma se consideriamo ciò che entrambi hanno rappresentato nel mondo del calcio e ancor di più nel sistema calcio, viene spontaneo dire che Maradona è stato superiore a Pelè.

Il campione brasiliano ha mostrato al mondo intero il suo funambolismo, la sua magia calcistica, poi, però, ha convissuto nel sistema mondiale di gestione del calcio non certamente condividendo certe scelte, certe macchinazioni, ma restandone fuori, quasi a segnare una netta linea di demarcazione tra l’essere il grande calciatore e il partecipare a certi convivii.

Maradona invece, ha, come Pelè, mostrato al mondo, allo stesso modo, il funambolismo calcistico, ma ha sempre contestato, assumendosi le responsabilità in prima persona, il modo ambiguo, anomalo, mercimonioso, da parte di persone influenti ai vertici della FIFA, di gestione del calcio.

A due anni dalla morte di D10S

Nel giorno del secondo anniversario della scomparsa di Diego, l’attestato di stima più sincero è arrivato da uno dei più grandi protagonisti del calcio italiano e mondiale, da Marco Tardelli, campione del mondo nel 1982 con l’Italia in Spagna, che ha ricalcato in qualche senso l’atteggiamento di Maradona con un liberatorio urlo di gioia per la rete segnata in finale contro la Germania.

Il grido di Marco ha tanto di uguale al grido di D10S durante il mondiale del 94 per la rete siglata per il 4 a 0 finale in Argentina Grecia.

E’ uguale l’intensità, non certo gli stati d’animo da cui nasceva l’esultazione.

Ebbene oggi, Marco Tardelli ha chiesto umilmente scusa a Diego per non averne compreso appieno i comportamenti al tempo in cui Maradona si dibatteva contro “il palazzo”.

“Ti chiedo umilmente scusa, caro Diego: avevi visto quello che noi ancora non riuscivamo a vedere”.

Così ha scritto Tardelli della leggenda del Napoli, riconoscendone il coraggio del mettersi contro la FIFA in tempi non sospetti”.

“Rispettare i diritti umani è più importante che vincere un Mondiale o aggiungere record alla propria carriera” ha proseguito l’ex campione del mondo del 1982”.

Ritornano alla mente le parole di Diego al regista Kusturica: “Sai che giocatore sarei stato se non avessi tirato la cocaina?”.

Oggi, chi scrive, sente il dovere e la necessità di rispondere a questa considerazione: “Caro Diego, se non fossi stato l’uomo che sei stato, cocaina compresa, non saresti stato il genio del calcio.

Ogni tuo gesto tecnico, ogni tua performance, veniva amplificata dalla modalità tua di essere uomo, marito, padre. Ognuno additava l’uomo senza rendersi conto di quanto si ampliava la forbice tra la tua fama di calciatore e il tuo essere un comune mortale”.

Maradona….”Fa più paura da morto che da vivo!”

Sono due anni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, ma la sua fama è continuamente in crescita.

Oggi Maradona è una sacralità inviolabile al punto che pone i suoi estimatori, ma anche i suoi detrattori, dinnanzi ad una considerazione:

“Diego fa più paura da morto che da vivo!”.