Capitan Di Lorenzo, da Matera alla conquista della Serie A
La scalata di capitan Di Lorenzo: da Matera alla vetta della Serie A, lo scudetto sarà la ciliegina
Giovanni Di Lorenzo è uno dei protagonisti indiscussi del Napoli che vola spedito verso il terzo scudetto della storia. Eletto capitano dopo gli addii di Insigne, Mertens e Koulibaly, il terzino destro di Spalletti ha confermato anche quest’anno di avere doti da vendere, non solo per le prestazioni in campo ma anche a livello di leadership e determinazione. Trascinatore prima nello spogliatoio, poi nel rettangolo verde, mai sopra le righe e per questo uno dei volti più genuini del Napoli macina-record.
Non per nulla anche Mancini ha sempre fatto affidamento su di lui per proteggere e attaccare dal lato destro della sua difesa, da quel Liechtenstein-Italia finito 0-5 il 15 ottobre 2019 a Vaduz, esordio di Di Lorenzo con la Nazionale e altro segnale prorompente degli Azzurri verso la qualificazione a Euro 2020. Torneo poi vinto con il terzino del Napoli impiegato in maniera costante sulla corsia opposta a quella dei vari Spinazzola, Emerson e Dimarco. Sulla sinistra cambiano tutti, lui al contrario rimane sempre lì.
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Da Matera alla conquista della Serie A
Non si sposta nemmeno dal suo Napoli, oramai 165 presenze tra campionato e varie competizioni, da quel trasferimento reso ufficiale il 7 giugno 2019. Ai toscani 8 milioni di euro: oggi Di Lorenzo, con oltre tre anni in più sulla carta di identità, secondo il sito Transfermarkt ne vale 25.
Come un’arrampicata su una montagna impervia, la carriera del terzino di Castelnuovo di Garfagnana è stata piena di salite e discese. Dalle sfide in Serie C a Matera fino alla conquista della Serie A ad Empoli, con cinque gol segnati con i toscani alla prima stagione nella massima serie e il grande salto all’ombra del Vesuvio, confermando poi alla dirigenza del club partenopeo di averci visto giusto.
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In guerra solo davanti ai videogiochi
Quando invece non è sul campo da calcio, Di Lorenzo si diverte ancora oggi a giocare ai videogiochi, con un debole per il popolare gioco di guerra Call of Duty. Dopotutto, secondo una ricerca di ExpressVPN sul mondo del gaming , chi passa più tempo ai videogame non è più la generazione Z, ma appunto i Millennial. Come però ci ha tenuto a sottolineare in diverse interviste, Di Lorenzo preferisce combattere solo nel mondo virtuale, evitando qualsiasi tipo di violenza in campo nella vita reale. Quest’anno solo due cartellini, ovviamente gialli, la dicono tutta.
Una delle sue ispirazioni nel suo ruolo è il portoghese Joao Cancelo, ex di Inter e Juventus, oggi nelle file del Bayern Monaco che a gennaio lo ha prelevato in prestito dal Manchester City. Prima di entrare nel mondo del professionismo Di Lorenzo giocava da attaccante e i suoi amici lo avevano soprannominato “Batigol” in onore della leggenda argentina Gabriel Batistuta. Oggi invece da terzino indossa con orgoglio quella fascia che un tempo apparteneva al più grande di tutti, Diego Armando Maradona.
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Dopo la scalata, manca la ciliegina…
Anche con la maglia dell’Italia Di Lorenzo sta dimostrando di essere un giocatore di livello internazionale. La sua attitudine in campo e la sua determinazione sono un esempio per tutti i talenti emergenti italiani, che possono vedere in lui un modello di riferimento per la loro carriera, come suggeriva qualche tempo fa lo stesso Spalletti.
La lunga gavetta di Di Lorenzo lo ha portato fino in cima al calcio italiano, ma la scalata non è ancora finita: la vittoria dello scudetto con il Napoli sarebbe la ciliegina sulla torta di un cammino già straordinario.
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