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Napoli, ecco perché il Maradona non si accende…

Napoli – In città dopo anni di sofferenze e delusioni più o meno grandi c’è una grande voglia di far festa. Lentamente, forse complice quell’antico retaggio chiamato  scaramanzia, i vicoli, i balconi  e le strade di ogni longitudine e latitudine cittadina iniziano a colorarsi d’azzurro. I successi e le prestazioni dei ragazzi di Luciano Spalletti hanno portato un popolo  scaramantico assaje a voler liberare quella gioia per  lo scudetto troppe volte strozzata in gola.

Tutti si stanno organizzando come possono. L’attesa lunga di 33 anni non coglierà impreparato nessuno. Napoli si prepara a diventare un enorme stadio dove si festeggeranno  lo Scudetto e gli artefici di questa lunga cavalcata, quei Supereroi capaci di imprese entrate già nella di questa società.

Questo accade in città. Ma allo Stadio chissà perché si vive – ahinoi – un’altra paradossale situazione. Chi va al Maradona spera di vedere le Curve fare sciarpate, inneggiare ai propri beniamini. Sventolare le bandiere e i vessilli, anche quelli legati a un antico retaggio storico sempre vivo nei cuori dei napoletani e che fanno parte della della nostra Storia… Sentire i cori ritmati dal suono dei tamburi.

Ed è proprio qui, nel luogo più deputato a festeggiare vittorie e trionfi che qualcosa non torna. Nello stadio che porta il nome di un Campione che della “ammuina” porta le stimmate  sembra non ci sia tutta questa voglia di festa. Certo si canta, si tenta di stare vicino alla squadra ma quello che si vede è lontano anni luce da quello che più  tutti indendiamo per “tifo”.

Strano da dirsi che proprio all’interno del Maradona, non si possano esporre i vessilli dei gruppi organizzati, gli  striscioni. Non si possono fare coreografie né introdurre le bandiere e nemmeno utilizzare i fumogeni colorati. I tamburi sembrano essere considerati armi letali e i megafoni missili terra-aria.  Poi arrivano i sostenitori della Lazio che sono armati di bandiere, striscioni e bombe carta.

Questa cupa atmosfera nelle due Curve, nei Distinti e nello stadio tutto fa da contraltare con il gioco e le vittorie della squadra. E con quello che si sta vivendo in città.

Siamo in tanti a domandarci il perché di tutto questo silenzio. Come è possibile che una tifoseria “caldissima” e “appassionata” come quella napoletana all’improvviso sia diventata così distaccata e fredda proprio nel momento atteso da oltre 30 anni?

Chi vi scrive in questo preciso momento sta guardando AtalantaUdinese. Una partita finita (ahinoi…) 0-0 e davvero brutta assaje e con poche, pochissime emozioni. Eppure lo Stadio più impronunciabile d’Italia, il Gewiss Stadium è una bolgia, un inferno. Cori, striscioni, tamburi ed enormi bandiere fanno la loro bella mostra e il suono dello strumento a percussione è davvero impressionante.

In tutti gli stadi d’Italia, d’Europa e del mondo pallonaro in generale si sentono chiari  e distinti i tamburi (più di un tamburo…). E nelle curve si vedono non sventolare non solo le  bandiere ma veri e propri drappi formato 12 metri per 12. Le sciarpate, gli stemmi dei gruppi organizzati e, in Italia, anche gli inni a eventuali eruzioni vulcaniche… Si beve tranquillamente birra e si usano i fumogeni colorati.

Come mai solo a Napoli, nella città più festaiola che ci sia e che si appresta a vivere le emozioni della vittoria più attesa, accade ciò? Che forse è colpa del regolamento d’uso del Maradona così restrittivo da vietare qualsiasi cosa? E chi lo ha deciso? E, se è lecito saperlo, perché?

O forse lo ha deciso la SSC Napoli per timore di eventuali multe e/o penalizzazioni? E se fosse, quali penalizzazioni  e soprattuttao da chi?

Magari le ha stabilite il Comune di Napoli, proprietario dell’impianto di Fuorigrotta,  che non si assume nessuna responsabilità?  Ma poi qui la domanda nasce spontanea: quali responsabilità? Di cosa potrebbe aver paura il proprietario di Piazza Municipio?

Oppure è un “Ordine” impartito dalla Prefettura di Napoli, un atto preventivo messo lì a evitare chissà quale sommossa popolare!

Eppure forse –  ma a questo punto non ne sono più certo… – che sia stato introdotto il reato di associazione sportiva ma solo nella zona compresa tra Piazzale Tecchio e  Piazza Gabriele D’Annunzio?

Lo so, sono stato lungo ma vi giuro, concludo. I napoletani hanno il sacrosanto diritto di andare allo stadio e di tifare – nel rispetto di norme uguali per tutti – così come si in tutto il mondo e non solo perché questo sembra l’anno buono.

E, per quanto ne so io, deve essere la  SSC Napoli nella persona del suo Presidente che deve farsi    avanti e  garantire ai suoi sostenitori gli stessi diritti che hanno i tifosi delle altre squadre. E si deve impegnare affinché lo Stadio Diego Armando Maradona torni a essere il posto più bello dove, chi va allo stadio possa davvero tifare per i colori della propria terra. Perché allo stadio non si va a vedere la partita ma. si va a fare il tifo per la propria squadra del cuore!