Napoli-Sampdoria, è passo d’addio: coppa in cielo alla ricerca del pullman scoperto tra una magia argentina e i record di una squadra stratosferica – Le Pillole dei Campioni d’Italia del Napoli
Napoli-Sampdoria è il passo d’addio a un campionato indimenticabile da parte del club azzurro che alza al cielo la coppa dello scudetto e saluta il suo mentore Luciano Spalletti
Napoli-Sampdoria è una fucina di emozioni: dal record di capocannoniere della serie A blindato da Victor Osimhen fino all’addio di Fabio Quagliarella nello stadio della sua città, passando per le lacrime e i saluti di mister Spalletti, la premiazione nel post gara e la grande festa, non solo a Fuorigrotta ma in tutte le strade della città dipinte di azzurro. L’ennesima occasione per celebrare Kvaratskhelia e soci che raccolgono ancora l’abbraccio dei tifosi, delusi dalla mancata organizzazione per motivi di ordine pubblico del pullman scoperto in strada. Ma non solo le questioni di campo: le voci dei protagonisti, indiscrezioni e curiosità nelle Pillole del Campionato del Napoli!
Ti lascio perchè ti amo troppo
Non è un caso che il celebre film del 2006 sia stato ambientato proprio a Napoli, trasformando nell’anno dello scudetto l’iconica frase ricevuta dal protagonista Mariano in una postilla di addio Spallettiana. Ma si può dire davvero addio per il troppo amore? Beh, forse sì, se sai che davanti a te hai milioni di tifosi ossessionati che vogliono vincere ancora, ancora e ancora ma sei consapevole di aver scaricato le batterie. Sì, se sai di aver dato già il tuo tutto e nel futuro più prossimo non sarà comunque abbastanza. E a volte è meglio che le strade si dividano lasciando il ricordo più bello, nel momento più sereno piuttosto che sporcare una cavalcata storica con astio, risentimento e incomprensioni. Ognuno intende l’amore come sente: c’è chi lo evita, chi ne ha paura e chi lo tatua “sotto pelle” ma non si può dire di aver vissuto se non si è amato. E non si può dire di aver davvero conosciuto l’amore se non si è mai stati a Napoli (LE PAROLE DI SPALLETTI).
Osi26
Napoli-Sampdoria inizia con un diktat preciso: macinare altri record. Nel giorno del commovente addio di Fabio Quagliarella (LA NOTIZIA), gli azzurri salutano i propri tifosi, festeggiano lo scudetto nell’ultima di campionato, celebrano l’impresa di mister Spalletti e sospingono Victor Osimhen verso il titolo di capocannoniere. Negli ultimi decenni era successo solo tre volte che il miglior marcatore della A appartenesse alla squadra vincitrice del tricolore e dopo Juve, Inter e Milan si aggiunge anche il Napoli a questa lista. Ventisei gol in campionato, tutti splendidi, tutti pesantissimi, come il rigore che supera Turk e sblocca il risultato nell’ultima stagionale al Maradona. Lo stadio impazzisce, Piazza del Plebiscito è tutta colorata d’azzurro così come ogni angolo della città pronta a celebrare ancora una volta il suo eroe mascherato…con supereroina al seguito, baby Osimhen con tanto di mini mask. Di padre in figlia.
Nel nome della 10
Napoli-Sampdoria è un turbinio di emozioni, è il pezzo mancante di un puzzle che è pronto per essere appeso in un quadretto in camera con una cornice di lusso e rigorosamente placcata d’azzurro. Ma se all’ombra del Vesuvio ogni sogno può diventare realtà, è l’estrema magia che accompagna ogni gesta a rendere ogni momento imperituro. L’ultimo gol della stagione non poteva essere che dell’unico argentino in rosa, che con sè ha la maglia del Pibe de oro nello stadio a lui dedicato, vincendo il primo scudetto dopo i suoi conquistati. Il cholito è un mix perfetto di tenacia, abnegazione, tecnica e garra: 15′ che per lui sono un’intera partita, perfetti per sugellare una stagione indimenticabile. Mostra orgoglioso quella maglia numero 10, lanosa e senza nome ma che pesa come macigno, quella dell’eredità che ogni argentino a Napoli avverte ma che con gli stessi sorrisi e lo stesso amore è riuscito ad onorare davvero sempre (LA DEDICA). Vamos!
Alzala al cielo
Napoli-Sampdoria sugella l’ennesima vittoria azzurra, la 28a in campionato e fa partire i festeggiamenti, gli ennesimi, per la vittoria dello scudetto. La coppa libra in aria dopo la presentazione bis di staff, società e squadra prima del maxi evento. Ma facciamo un passo indietro: per assistere a la storica serata-show, in settimana si è consumato il dramma biglietti, con 280.000 e più persone in fila online 8 ore per accaparrarsi un prezioso tagliando. E senza successo visto che i bug(arini) hanno avuto la meglio (LA FESTA A CAVA). Ci si aspettava tre ore storiche, memorabili con il concerto di Liberato del 7 maggio come pane e burro prima di una luculliana cena stellata. Invece si è assistito alla festa della notte di Capodanno, divertente, casinista ma che poco o nulla ha che vedere con il calcio e il tricolore. Meno male che ci ha pensato Clementino a far svegliare un Lobotka dormiente tra Kim che implora la prematura clausola rescissoria e Kvara che nell’incertezza, balla solo a raffica la Tommy dance. Bro, please in english, no capito.
Cercasi pullman scoperto
Napoli-Sampdoria ha archiviato un campionato fenomenale, ricco di emozioni, gol, vittorie e pochissime macchie. Volendo trovare proprio il pelo nell’uovo si può ricordare l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Cremonese con un turnover troppo “violento” e il doppio ko in Champions contro il Milan che ha impedito i partenopei di qualificarsi in semifinale. Ma tutto ciò per il tifoso doc partenopeo non ha quasi valore: i record macinati mettono assolutamente in secondo pieno le minuzie che sarebbero potute essere perfettibili. Eppure c’è una cosa che proprio non va giù: il diniego da parte delle autorità per il pullman scoperto con i calciatori in giro per la città. Eh sì: perchè Napoli ieri era più bella che mai, più azzurra di sempre e avrebbe meritato l’abbraccio con i suoi eroi, avrebbe meritato quell’attimo indimenticabile di felicità in più. Ma fa nulla: come ha sapientemente detto Peppe Iodice, al prossimo traguardo scappotteranno anche le metropolitane! Alla prossima con Le Pillole dei Campioni d’Italia del Napoli!
Alessia Bartiromo
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Testarda, imprevedibile, caparbia e passionale. Con la “testa nel pallone” ed i piedi in uno stadio.