Di Gennaro: Kim potrebbe essere il primo giocatore, dopo mesi di chiacchiere, a lasciare Napoli, mentre su Giuntoli…
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Di Gennaro, giornalista Rai
Quali saranno gli scenari, e le conseguenze, in seguito al doping finanziario che arriva dall’Arabia Saudita?
“Già queste prime settimane stanno facendoci intravedere scenari preoccupanti. La quantità di denaro che possono immettere mel mercato è smisurata. Possiamo anche immaginare che il loro campionato può divenire un approdo interessante anche dal punto di vista tecnico. Non arriveranno soltanto calciatori a fine carriera. Oggi si parla di Spinazzola, e di Brozovic. Non sono elementi che possono gravare sul bilancio dei propri club, ma parliamo di un tentativo – forse anche esagerato – di creare un movimento importante, in modo anche più ‘volgare’, consentitemi, rispetto all’esempio cinese di qualche anno fa. L’intento dei sauditi è quello di ospitare il Mondiale del 2030, ed hanno bisogno di emozionare il proprio pubblico con l’arrivo di stelle importanti. È un fenomeno che sconvolgerà il mercato soprattutto delle squadre italiane, vista l’assenza di proprietà importanti come invece presenti nel campionato inglese. Il rischio è di uno svuotamento di quei campionati che godono di minore forza contrattuale”
L’offerta al ribasso sui diritti televisivi dimostra lo stato di salute del nostro calcio, eppure il campionato italiano non è certo il peggiore…
“Non è il migliore così come non è il peggiore. Abbiamo squadre attrezzate che fanno del torneo italiano uno tra i più complicati al mondo. È qualcosa che può consentire al nostro calcio di fregiarsi ancora di un certo lustro, seppur differente rispetto agli anni ’90. Quello italiano è, difatti, un campionato di passaggio, che può permettere ai giocatori di lanciarsi al grande calcio. Anche i casi, recenti e non, di casa Napoli dimostrano la tendenza dei talenti di prepararsi ed affermarsi in Italia, per poi approdare in campionati ben più competitivi. Nei prossimi anni, dunque, potremmo ancora giovare di un campionato tatticamente e tecnicamente competitivo, seppur più povero qualitativamente”
Il ‘Moneyball’ ed il suo algoritmo rischia di essere una strategia infruttuosa?
“Affidarsi solamente ad un algoritmo non può portare dove si vuole. Può essere una componente, non escludo la validità dei dati incrociati, dei numeri e della tecnologia. Tuttavia, chi è valido nel campionato bulgaro, romeno o georgiano non è detto che si riveli all’altezza di un torneo come quello italiano. La tecnologia parametra tutto, ma non offre la certezza dell’investimento. In tal senso, il Napoli fornisce l’esempio migliore. Alla squadra che, forse, ha il bilancio migliore in Italia non è consentito di tenere i propri giocatori più forti e ripartire dalle certezze. In Italia non abbiamo la forza di trattenere i nostri gioielli, specialmente dinanzi alle offerte delle proprietà più ricche del calcio europeo. La cessione di Sandro Tonali ne costituisce esempio compiuto. Il centrocampista poteva essere la bandiera del Milan e, dall’oggi al domani, è stato portato via come se si fosse comprato un pacchetto di caramelle al banco dell’autogrill…”
Qualcuno parla di giocattolo rotto viste le recenti voci di mercato in casa Napoli, è d’accordo?
“Non è affatto un giocattolo rotto. Per ora rimaniamo su una situazione di tante voci che, seppur possano concretizzarsi, vedono l’unica sostituzione in quella di Garcia. Kim potrebbe essere il primo giocatore, dopo mesi di chiacchiere, a lasciare Napoli, mentre su Giuntoli si attendono sviluppi nelle prossime settimane. Il vero problema, però, è che in Italia mancano i denari. Nel momento in cui il club azzurro percepirà i soldi della cessione del coreano verrà preso per il collo dalle altre squadre. L’acquisto di Scalvini, Danso o chi per loro non sarà certo semplice, si sa che il Napoli godrà di risorse recenti dopo la partenza di Min-jae. La torta delle finanze è sempre più piccola, e si cerca di rosicchiare il più possibile da chi ne ha disposizione. Anche la partenza di Osimhen, inoltre, potrebbe costituire un problema. È vero che se il nigeriano va via arriverà una valanga di denaro, ma questa valanga di denaro non sarà facilmente spendibile. Le squadre rivali non aspettano altro, l’Atalanta di turno che ti vuole vendere Hojlund si frega le mani quando sa che tu hai venduto Osimhen. La valutazione del danese passerebbe da X a X più dieci. È un mercato drogato, da una parte dall’assenza di denaro, e dall’altro dalle milionate che giungono dal mondo arabo, e che possono creare non poche illusioni. In tal senso, mi sento di dire che o il calcio saudita esplode nel giro di due anni, oppure rischia di implodere. A quel punto potrebbe divenire cruciale l’ambizione di prestigio”
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