CdS: “Garcia inizia con il 442. Poi passa subito al 433”
Il Corriere dello Sport ha analizzato l’amichevole del Napoli di Rudi Garcia contro il Girona, vinta dagli azzurri ai calci di rigore dopo l’1-1 dei tempi regolamentari.
CdS: Garcia comincia con il 4-4-2. Poi torna presto al classico 4-3-3
Ecco quanto riportato da l Corriere dello Sport nell’edizione in edicola oggi.
“Le partite, di questi tempi, hanno valore esplorativo, servono per mettersi a nudo e tentare di capire dove siano i nei. E a Rudi Garcia, che ne ha viste eccome, tornare in albergo è servito per starsene un po’ da solo. Per pensare che non si cambia l’anima del Napoli, che il 4-4-2 o 4-2-4 è un teorema inconciliabile con la sua natura. Che però, ora, pure nel tridente privato di Osi da un affaticamento muscolare, si scatena un effetto placebo utile per passarsela meglio.
“Racconta la retorica del calcio estivo di sempre, che l’acido lattico produca preoccupazioni, che ci siano tossine invisibili con le quali combattere, che bla bla bla: sarà tutto vero, o magari falso, però in quell’1-1 con il Girona al 90’ (mezz’ora con il Napoli-2 e poi 30’ con il Napoli quasi autentico) più che le scorie del passato s’è fatta viva una certa pesantezza nella testa
Il ritmo e le distanze
“Il ritmo e le distanze: Garcia s’è ritrovato con un numero elevato di portatori di palla, con una difficoltà ad uscire dal basso palleggiando; con una brillantezza che per il momento non è consigliabile; e con difficoltà offensive che David Lopez, l’ex centrocampista di Benitez divenuto ora un centrale difensivo, ha ingigantito chiudendo in scioltezza. È il momento delle analisi, a tutto campo, e sarà per questo che all’inizio il Napoli ha chiesto altro a se stesso: tanti ragazzini, nessun titolare di fatto, tentativi di fronteggiare un pizzico di emergenza (niente Mario Rui, Elmas appena rientrato, Lozano presente dopo due mesi) e per (non) gradire, l’erroraccio di Ostigard, con palla verso Gollini divenuta un vassoio per Stuani”.
Ritorno al passato…
“Sarà stato per caso, probabilmente no, al 23 riecco il tridente, però con Zerbin che da quarto di destra va a fare l’esterno alto di sinistra, con Zedadka che sfi la a centrocampo, con il Cholito che fa il Cholito, almeno lui. Un siluro basso, un missile terra-aria. Una furia, lui con Folorunsho. E poi il rigore, regalino di Camplone su un contatto invisibile per pareggiarla. Si cambia. Il copione è ormai quello, al 15’ della ripresa si cambia, solo che Garcia stavolta è intervenuto prima. Ha infilato subito Lobotka in mezzo al campo (per farlo riscaldare), poi gli ha apparecchiato la compagnia intorno dopo un quarto d’ora. Non sono accadute cose epocali, ma almeno il Napoli ha avuto le proprie forme”.
“Ha messo pressione nella partita, ha dovuto chiedere a Meret una mano , è stato di più nella metà campo del Girona, che intanto s’è rivoluzionato per intero. Ha comunque dimostrato di essere presente, per quel che si può. Al 90’ sorpresona, Napoli e Girona se ne vanno sul dischetto. E per chi ha sbagliato una mezza dozzina di rigori, un anno fa, segnarne tre su quattro sa d’autostima da mescolare a quella di Meret, imperturbabile su Victor e Couto. Una tisana per il futuro”.
“Scrivo di calcio da oltre mezzo secolo. Molti che scrivono usano tranquillamente i modi miei ma non se ne accorgono affatto; vedono il calcio con occhi miei ma si guardano bene dall’essermi riconoscenti.” (Cit. Gianni Brera)