Napoli, parla Giuffredi il procuratore di Mario Rui
Napoli, Giuffredi: “Garcia ha mentito, ora vi dico tutto. La verità sul caso Mario Rui. I panni sporchi si lavano in famiglia…”
«Voglio fare delle premesse: non ho risposto venerdì, dopo la conferenza di Garcia, solo perché ho grande rispetto dei miei ragazzi, della società, di Aurelio De Laurentiis e del dottor Chiavelli. Non ho voluto creare un clima ancora più teso prima della partita. Ho scelto d’esser equilibrato in un momento del genere. È doveroso, però, chiarire quello che ha detto Garcia in conferenza».
«Se mi avesse detto che non so gestire i calciatori, che non so fare il mio lavoro: io lo avrei accettato. È il suo punto di vista sul professionista, così come io ho espresso un giudizio sul suo operato. Viste come sono andate le cose, è doveroso che torni sull’argomento: il signor Garcia si è addentrato in argomenti umani e privati che coinvolgono me e un mio assistito. È una sfera che non gli compete: sono rapporti tra me e i miei giocatori».
SULLA CATEGORIA DEGLI AGENTI
«Chi fa l’agente appartiene a una categoria che viene spesso additata come il male del calcio. Chi fa il mio lavoro è soggetto a pesanti critiche. Soprattutto, chi come me ha una linea di dire ciò che penso senza peli sulla lingua, tutelando i miei assistiti. Accetto le critiche all’aspetto professionale: ognuno può dire ciò che vuole sul professionista Mario Giuffredi. Io sono di Napoli, tifoso vero del Napoli e mi sono sempre reso disponibile per un interesse positivo della squadra della mia città».
LE “INVENZIONI” DI GARCIA
«Garcia ha inventato tutto nelle sue dichiarazioni, parlando del rapporto tra me e Mario Rui. Mi spiego. Primo: ha sbagliato totalmente a coinvolgere il calciatore. Mario Rui andava tenuto fuori. Se Garcia ha voluto esporre il giocatore come ha fatto, doveva portarlo in conferenza e far dire a lui quanto ha esposto sul nostro rapporto, senza inventare nulla di sana pianta. Io non ho mai visto un allenatore provare a metter contro il suo assistito al suo agente. Ha commesso un grave errore: Mario Rui è uno dei miei primi giocatori, lo seguo da 13 anni, fa parte della mia famiglia personale. Se la tua intenzione era mettere me contro il giocatore ha completamente sbagliato bersaglio. Ha mentito perché oggi sto replicando ed il mio calciatore non mi ha certo impedito di rilasciare questa intervista».
I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN FAMIGLIA
«Ci tengo ad aggiungere un altro aspetto, per far comprendere lo “spessore” del professionista Garcia. Poniamo il caso che Mario Rui avesse perso la testa in un colloquio privato con il suo allenatore ed avesse realmente detto ciò che Garcia si è inventato in conferenza stampa. I colloqui tra tecnico e calciatore non vanno mai sbandierati in conferenza stampa. I panni sporchi si lavano nello spogliatoio e non vanno portati in conferenza stampa».
IL VERBO PIANGERE SECONDO GIUFFREDI
«Il verbo piangere non è mai esistito nel mio vocabolario. Sono un uomo combattivo. Chi mi conosce e avrà sentito queste parole sicuramente avrà riso di gusto. La mia storia dice che mi appartiene un solo verbo: combattere e non piangere. Aggiungo un aggettivo per definirmi: credibile. Ogni agente deve esser credibile per lavorare a questi livelli e nessuno può pensare di minare la mia credibilità nel rapporto con i miei assistiti».
SULLA SCONFITTA CONTRO LA FIORENTINA
«Non voglio parlare dell’operato di Garcia in Napoli-Fiorentina. La lascio commentare agli addetti ai lavori: quello che spiega il campo è sotto gli occhi di tutti».
IL RAPPORTO DI GIUFFREDI CON MARIO RUI
«E più facile che io e Mario Rui cambiamo moglie più che si incrini il nostro rapporto. Questo per certificare la solidità umana e professionale del nostro rapporto. Basta che la società lo lasci parlare alla stampa per confermarlo. Ci tengo a sottolinearlo perché si tratta di un ragazzo sano con grandi principi. Anche al ragazzo ha dato enorme fastidio immaginare che si possa esser messo contro il suo agente».
SUL DS DEL NAPOLI, MAURO MELUSO
«Sono rimasto profondamente deluso dal direttore Mauro Meluso. In questa storia ha svolto un lavoro non positivo. Se tu, al mattino, chiami un mio giocatore e gli chiedi di andare a chiarire con il suo allenatore e Mario Rui, il primo del gruppo che vuol lavorare serenamente, va a colloquio con l’allenatore e chiarisce alcuni aspetti, dopo devi esser sicuro che la questione non debba avere strascichi. Perché se poi il tuo allenatore va in conferenza e non chiude il caso, ma apre una polemica toccando nel personale l’agente del calciatore, mi spiace dirlo ma vuol dire che da ds non hai mai avuto il controllo della situazione o ti è sfuggita di mano. Infatti, dopo la conferenza di Garcia, ho chiamato Meluso e mi ha spiegato che Mario Rui mai ha detto quelle parole».
GIUFFREDI, GARCIA E LA PACE…
«Non mi interessa parlare con Garcia. La vicenda finisce qua. Spero di esser stato chiaro e di aver specificato come Garcia ha montato il caso. Lui deve fare il suo lavoro e io faccio il mio. Ribadisco: non voglio nessun confronto. Gli risponderò sempre se dovesse nuovamente entrare in argomenti che non gli competono come quelli di entrare nelle vicende personali che mi legano ai miei assistiti».
“Scrivo di calcio da oltre mezzo secolo. Molti che scrivono usano tranquillamente i modi miei ma non se ne accorgono affatto; vedono il calcio con occhi miei ma si guardano bene dall’essermi riconoscenti.” (Cit. Gianni Brera)