L’importanza di essere Jack: Raspadori e quei 30 milioni…
I 30 milioni per Raspadori. Nell’ultimo articolo a lui dedicato, La Gazzetta dello Sport lo descrive così: “la sua intelligenza nei movimenti, il suo essere sempre al centro del gioco, dialogando con i compagni, ne fa un valore aggiunto per il Napoli che non sta soffrendo l’assenza di Osimhen, che pure era partito benissimo segnando sei gol in campionato”.
Che Giacomo Raspadori fosse un calciatore di una qualità diversa lo si era capito sin dai primi minuto in campo con la maglia del Sassuolo. Nessuno, però, poteva aspettarsi un evoluzione di carriera altrettanto particolare, specialmente negli ultimi 24/36 mesi. In sintesi: dopo aver vinto l’Europeo da “ultimo uomo” (voluto fortemente da Mancini come jolly per la Nazionale vincitrice a Wembley), arriva la chiamata del Napoli di Luciano Spalletti, che investe 30 milioni di euro per il classe 2000. Jack diventa il settimo acquisto più oneroso della storia partenopea (dietro Osimhen, Lozano, Higuain, Manolas, Milik e Ruiz), il primo degli italiani.
In un primo momento, però, la grande spesa non è stata ripagata, a detta di molti tifosi (ma anche addetti ai lavori): difficoltà ad ambientarsi, forse, un centravanti di livello mondiale a togliere spazio e minuti a tutti i suoi compagni, ma anche un Cholito Simeone capace di diventare l’Altafini del Napoli scudettato. Jack, però, non ha mai smesso di lavorare e quest’anno, forse, le gerarchie sembrano essere ruotate a suo favore: certo, Osimhen rimane il punto di riferimento degli azzurri, ma ci sarà la Coppa d’Africa e, al momento, il vero sostituto rimane proprio Raspadori.
E se è vero che, come dichiarato nel post-partita di Salerno da Rudi Garcia, “il vero problema di Jack è Osimhen”, è altrettanto veritiero affermare che, attualmente, Raspadori sta sostituendo Victor in maniera egregia e potrebbe essere lui, quest’anno, il valore aggiunto per una possibile rincorsa scudetto.
23enne di San Benedetto del Tronto, laureato in Scienze della Comunicazione di Massa e attualmente laureando magistrale in Comunicazione e Culture Digitali. Ho aperto un podcast su Spotify e una pagina Instagram con i miei amici per parlare di pallone e poter raccontare storie: da li è nata la mia voglia di far diventare le mie passioni, calcio, musica e cinema, un lavoro attraverso il racconto.