Marconi: Al Napoli, forse, serviva questo, un allenatore alla Ancelotti che, nonostante abbia convinto poco…

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Federico Marconi, giornalista Dazn. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Che gara è stata contro l’Ucraina?

“Diciamo che mi sto ancora riprendendo da ieri sera. Ad un certo punto abbiamo avuto un po’ di paura, si rivedevano i fantasmi della Svezia e della Macedonia. Quei minuti finali, il recupero infinito e quel contatto… Non è stata la migliore Italia di Spalletti, ma il lavoro c’è e so vede, la squadra ha creato. Non dico mi abbia ricordato il suo Napoli, ma qualcosa della nuova Nazionale di Spalletti comincia a vedersi”

Peggiore e migliore della sfida di ieri sera?

“E’ una domanda scomoda (ride n.d.r). Il migliore sicuramente Chiesa, anche se Buongiorno è riuscito a fare una partita molto matura, crescendo come un diesel nel corso del match nonostante il giallo dopo pochi minuti. Tuttavia, ho visto Chiesa assolutamente sopra le righe per scelte, per consapevolezza. È un giocatore che anche ieri dimostra in che ruolo può fare la differenza. Allegri lo tiene lì, tra le due punte, ma nel modulo e nel calcio più propositivo di Spalletti ha saputo mostrare grandi cose. Per quanto riguarda il peggiore, ne dirò due. Uno è Jorginho, che non è riuscito a far bene da filtro; poi dico Scamacca, da lui mi aspettavo di più soprattutto nei compiti di protezione palla per far salire la squadra nei minuti finali”

Che ritorno sarà per Walter Mazzarri?

“Sicuramente complesso. Se tornassimo indietro, fino a giugno, un epilogo del genere sarebbe stato inimmaginabile. È vero che riconfermarsi non è mai semplice ma, per programmazione, immaginavamo qualcosa di diverso. Nel post scudetto il presidente ha faticato, nonostante si sia distinto per le scelte di gestione in questi anni. Rudi Garcia non è riuscito a dare al Napoli quel che serviva soprattutto in termini di gestione. Pensiamo, ad esempio, ad Allegri. Max è un allenatore che ha dimostrato, subentrando a Conte, di saper gestire al meglio un meccanismo che funziona. Al Napoli, forse, serviva questo, un allenatore alla Ancelotti che, nonostante abbia convinto poco nella sua esperienza napoletana, ha vissuto una situazione differente. È anche vero che le scelte, per il patron azzurro, non consentivano molte alternative. Oggi, mi incuriosisce vedere Mazzarri. Lo ricordo come l’uomo che ha cambiato la realtà degli azzurri, alzando – e di molto – l’asticella. Da un lato mi dico che fare peggio sia difficile, dall’altro spero che non si rovini l’immagine che Napoli ha di Walter”

Perché Rudi Garcia ha funzionato a Roma e non a Napoli?

“In realtà, il fatto che abbia funzionato a Roma è una mezza verità. Il tecnico francese arriva a Roma tra le macerie di una squadra che andava rifondata. Sfrutta la rabbia della squadra e quella della prima stagione è una grande cavalcata. Tuttavia, tra ottobre e novembre, dopo un avvio di stagione dominante, la Roma si perde. La squadra non vince più e comincia a mostrare qualche limite di gioco. Una squadra umorale che, però, conquista il record di punti dell’epoca. La stagione successiva si passa da 85 punti a 70, Garcia soffre – e non poco – e si comincia a parlare di esonero. Diciamo che, nel momento in cui ha dovuto garantire il proprio marchio di fabbrica, ha fatto sempre peggio. A Napoli non è andata perché non serviva stravolgere tutto e, inoltre, la gestione del rapporto dell’ambiente non è stato ottimale”

Crede che la Roma potrà lottare per la Champions?

“Ho molti dubbi. Vedo squadre più attrezzate non soltanto dal punto di vista della rosa, i giallorossi vantano una squadra di qualità, seppur priva di ricambi all’altezza. Vedo una Roma che, per tanti motivi, ha sempre puntato più sull’Europa, e credo sarà così anche quest’anno. Anche in questa stagione, non credo che i giallorossi possano andare oltre il sesto posto. A Roma si respira la stessa aria della scorsa stagione. Dopo un inizio poco convincente, infatti, i giallorossi sono esattamente dove si trovavano lo scorso anno e due anni fa. La Roma, con Mourinho ha dimostrato di non poter andare oltre quanto visto in questi anni. Per fare uno step successivo, a mio avviso, serve qualcosa in più”

Che Lazio è quella di Maurizio Sarri, al terzo anno in biancoceleste?

“La Lazio è una bella squadra che, potendo usufruire della guida di Sarri, gioca molto bene a pallone. Anche i biancocelesti avrebbero bisogno di uno step ulteriore nella crescita mentale. Non è vero che la Conference e l’Europa League contano sempre meno. Nessuna squadra italiana può permettersi di snobbare una competizione europea, e non penso sia il caso dei biancocelesti. In campionato, paradossalmente, vedo una squadra che forse poteva fare qualcosa in più. Siamo al terzo anno di Sarri; eppure, vedo una squadra meno costante. Isaksen e Castellanos sono seconde linee interessanti, ma alla Lazio serviva un sostituto adeguato di Milinkovic-Savic. In definitiva, in alcuni casi vedi una squadra da ‘vorrei ma non posso’, tanto bella ma poco costante. Anche nel derby, la Lazio avrebbe potuto fare qualcosa in più”