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Napoli, così non va. A Roma è andato in scena l’ennesimo capitolo di una saga tragicomica…

Napoli Monza

Intanto è virtualmente terminata la “luna di miele” fra Mazzarri e la città…

Napoli. C’era una volta il Napoli. O meglio, c’era una volta il Napoli con il tricolore sul petto. E no, non si tratta di un nuovo film di Tarantino, né di una produzione cinematografica targata Aurelio De Laurentiis. La situazione, in casa azzurri, è diventata quasi tragicomica. Un pò come il fallo di reazione commesso da Politano ai danni di Zalewski in quel di Roma. All’Olimpico, del resto, è andato in scena l’ennesimo capitolo di una saga che, da giugno in poi, ha assunto sempre di più le sembianze di un horror.

È settimo il Napoli. Settimo. Oltre alla Roma, infatti, lo precedono Fiorentina e Bologna. Roba che se ce lo avessero raccontato agli inizi di luglio avremmo pensato ad uno scherzo, ad una sorta di boutade. O, al massimo, ad una delle solite “profezie da spiaggia” che durano il tempo di un ghiacciolo. E adesso anche Mazzarri appare sempre più solo. La sua luna di miele con la città è virtualmente finita. D’altro canto, i numeri parlano chiaro: con il tecnico toscano seduto sulla panchina dei partenopei, sono arrivate cinque sconfitte in otto partite. Tradotto in soldoni, la tanto agognata “scossa” non c’è stata. Certo, va anche detto che Mazzarri ha dovuto affrontare compagini quali Inter, Real, Juventus, la stessa Roma. Non proprio un calendario in discesa.

A questo punto, verrebbe da chiedersi se il Napoli non sia incappato in una di quelle stagioni maledette in cui nulla gira per il verso giusto. A parte la sfiga e gli episodi negativi, naturalmente. Epperò, non si può ridurre sempre tutto ad un mero discorso qualunquistico. Il club azzurro sta pagando sulla propria pelle gli errori – anche un pò ingenui, se vogliamo – del dopo-scudetto. La cosiddetta “sindrome da appagamento”. Oltre ad una gestione decisamente superficiale (tanto per usare un eufemismo) delle partenze (annunciate mesi e mesi prima) di Spalletti e Kim. È inutile girarci intorno, i problemi del Napoli partono tutti da lì. E chissà che Kvaratskhelia e compagni – come l’intero l’ambiente partenopeo, del resto – non si sentano ancora orfani di un allenatore che gli era entrato nella mente come lo slogan incisivo di un generale dei marines. O come una specie di virus. Sì. Perchè Luciano Spalletti, in pratica, è stato l’MLK Ultra (positivo) del Napoli.

Ad ogni modo, noi non ci iscriviamo al giochino della rivalutazione “postuma” di Garcia. Anzi. A dirla tutta, l’esonero del tecnico francese è arrivato con fin troppo ritardo, condizionando – de facto – una stagione che poteva essere raddrizzata con almeno un mesetto di anticipo. Adesso il futuro dei partenopei appare nebuloso come il cielo dicembrino dei colli brianzoli. E proprio il Monza, fra cinque giorni, sarà il prossimo avversario degli azzurri allo stadio Maradona. Quella allenata da Palladino – anche se al netto di qualche sconfitta di troppo, rispetto alla passata stagione – è una compagine di tutto rispetto che sa giocare al Calcio e che fa dell’organizzazione il proprio punto di forza. Un Frosinone più imborghesito, diciamo. Toccherà a Mazzarri riuscire a trovare gli stimoli giusti per far ripartire una Ferrari che si è ritrovata improvvisamente Cinquecento. Adda passà ‘a nuttata, avrebbe detto il grande Eduardo De Filippo.