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Napoli-Salernitana, la conferenza di Mazzarri ed il famoso “paltò di Napoleone”…

Napoli Monza

Il tecnico di San Vincenzo ha parlato forte e chiaro. Adesso tocca alla squadra…

Napoli-Salernitana. Mica si è nascosto, Mazzarri. Ha parlato forte e chiaro il vecchio Walter. Più che una conferenza stampa, infatti, la sua è stata una disamina maledettamente schietta, sentita, senza fronzoli. Di grande lucidità. Del resto, il Napoli è reduce da una settimana – quella post-Torino – che sembra essere durata due mesi. Al netto del ritiro e di tutti gli strascichi che una partitaccia come quella disputata dai partenopei in terra piemontese fisiologicamente trascina con sé. Altro che l’iconico e folcloristico “ciuccio”. Vuole trasformarsi in una fenice, il Napoli. Rinascere dalle sue ceneri. Anche perché peggio di così c’è solo da scavare, come diceva il refrain scanzonato di un brano old school di Daniele Silvestri.

Ieri in Coppa Italia, per esempio, la Juventus si è sbarazzata del Frosinone come fosse un’amichevole d’Agosto. Sì, proprio di quel Frosinone. La stessa compagine che – travestendosi da “Real Madrid” per una notte, o almeno, così ci era sembrato vedendolo in azione contro Gaetano e compagni – ha letteralmente tolto sapore agli struffoli ed all’insalata di rinforzo consumate tristemente (tenendo tra le mani un’immaginetta sacra di Spalletti) dai tifosi azzurri durante le festività natalizie. Mettiamoci pure le polemiche scoppiate nei giorni scorsi sull’asse Osimhen-procuratore di Kvara ed il quadro è veramente completo. Oltre che traballante.

Chiariamolo subito: contro la Salernitana non esiste altra via – per la guarigione a lungo termine – che quella della vittoria. Non solo per una mera (ed ovvia) questione di classifica, ma anche e soprattutto per sbloccare psicologicamente un gruppo che sembra essere entrato in una specie di vortice. Come si dice? Vincere aiuta a vincere. È la regola zero del mondo del Calcio. Lo sa bene Mazzarri, ovviamente. L’ex allenatore di Cagliari e Torino, infatti, ha chiamato a raccolta i tifosi azzurri incitandoli a stare vicino alla squadra ammettendo, (neanche troppo) implicitamente, che i tanti blackout in cui sono incappati i Campioni d’Italia negli ultimi mesi siano figli più di un malessere mentale che tecnico.

Va anche sottolineato, ad onor del vero, che giocare contro la Salernitana – contro questa Salernitana, in particolar modo – non sia esattamente easy come sorseggiare un caffè macchiato in un bar di Mergellina. È squadra coriacea la Salernitana. Atavicamente ostica. Oltre che galvanizzata dall’arrivo tra i ranghi societari di quel vecchio marpione di Walter Sabatini, uno che ha fatto del mondo del Calcio ciò che Zio Paperone faceva della sua “numero uno”.

Parlare di Sabatini, tra l’altro, significa parlare di Calcio Mercato e per ora, quello del Napoli, sta assumendo sempre più le sembianze del famigerato “paltò di Napoleone”, utilizzato da Totò in “Miseria & Nobiltà”. Com’è che diceva il Principe Della Risata a proposito delle famose “dieci uova” da acquistare (scambiare col paltò sopraccitato)? “Se sono fresche le prendi, sennò desisti…”.

Ecco. Il Napoli sta desistendo un pò troppo.