Esposito: col senno di poi… Rimaneva Garcia e forse ci si ritrovava lo stesso a questo punto.
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimiliano Esposito, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Lazio. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Una sconfitta che fa male quella di ieri?
“Sono abituato a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. È una stagione un po’ così. Cerco di vedere l’aspetto positivo, ricordando lo scudetto di pochi mesi or sono”
Fa male soprattutto se si pensa al dominio, ed al successo, dello scorso anno…
“Avrebbe fatto ancor più male se fossero rimasti tutti i protagonisti di quel tricolore. Anzitutto, se fosse rimasto il verto artefice dello scudetto, Luciano Spalletti. Ha mentalizzato tutti, giocatori, ambiente, tifosi e giornalisti. È riuscito ad amalgamare tutti. Bisogna mettere sul paino della bilancia che punti fermi di questa squadra sono andati via, Spalletti era il primo ma con lui anche Kim, un signor difensore. Qualche equilibrio l’hai spostato. Hai preso un allenatore che, invece di alimentare l’entusiasmo della vittoria, ha alimentato la delusione di alcuni giocatori chiave. Sono cose che ti porti dietro. Mi riferisco a Garcia, mentre Mazzarri ha avuto l’intelligenza di non imporre le proprie idee, nonostante l’abbiano fatto grande, e di entrare in punta di piedi”
Mazzarri, forse, avrebbe potuto decidere sin da subito di seguire la strada dello schieramento a tre?
“Col senno di poi abbiamo tutti ragione. Avrebbe potuto anticipare i tempi, certo. È stato cambiato un allenatore che voleva stravolgere tutto, prendendone un altro a cui si è fatto capire che, scimmiottando Spalletti, saremmo tornare alle grandi vittorie dei mesi scorsi. Così non è stato. Alla fine, non tutti i mali vengono per nuocere e, tra assenze ed infortuni, il tecnico è dovuto ricorrere alla difesa a tre. Credo sia una fortuna, sia per il successo ottenuto contro la Fiorentina che per la prestazione positiva contro i nerazzurri”
C’è stata superficialità, in estate, nel pensare che si potesse pretendere da qualsiasi allenatore la stessa interpretazione del 4-3-3 di Spalletti?
“Il dopo Spalletti sarebbe stato difficile per chiunque. Il problema di Garcia, a mio avviso, è che, pur rimanendo sul 4-3-3, è uscito completamente da quella che era la gestione del gruppo di Luciano. Ha voluto imporre, sin da subito, la sua figura e la sua metodologia. Non era facile, i giocatori erano abituati in un certo modo da Spalletti. Sarebbe stato più opportuno non toccare equilibri che erano già saldi, entrare in punta di piedi e mettere dentro le proprie idee soltanto pian piano, nel tempo”
L’arrivo di Mazzarri non ha dato quella svolta che ci si aspettava?
“Anche qui, col senno di poi… Rimaneva Garcia e forse ci si ritrovava lo stesso a questo punto. Non dimentichiamo che, al suo arrivo, Mazzarri ha dovuto affrontare un tour de force incredibile ed in cui, probabilmente, nemmeno Garcia avrebbe saputo far meglio. Walter, in poco tempo, avrebbe dovuto ridare autostima, identità ed entusiasmo. Non era facile, ma stiamo vedendo una crescita visibile nelle ultime prestazioni. Credo che, nel tempo, Mazzarri riuscirà a riconquistare quel piazzamento Champions ancora non troppo distante”
Quali strascichi può lasciare questa sconfitta?
“Secondo me, pochi. La prestazione c’è stata, è stato un Napoli che ha tenuto bene l’Inter, perdendo orientamento dopo l’espulsione di Simeone. Forse, si è sbagliata qualche scelta proprio dopo l’uscita dell’argentino. Avrei lasciato Kvaratskhelia in campo, così come la difesa a cinque. Il georgiano avrebbe potuto impensierire maggiormente i nerazzurri, ma ognuno la pensa come ritiene più opportuno, è il bello del calcio. L’unico rammarico sono le troppe assenze, anche in vista della sfida contro la Lazio. Si spera che gli uomini di Mazzarri possano replicare quanto fatto contro l’Inter e conquistare una vittoria fondamentale per il quarto posto”
Dunque, crede ancora nel quarto posto?
“Se il Napoli visto nelle ultime partite garantisce continuità di prestazione, potendo contare anche sui rientri di Osimhen e Anguissa, perché non crederci?”
Raspadori la convince come prima punta?
“Al di là di quel che penso, è l’unica soluzione che Mazzarri può adottare. Non è una prima punta, ma un giocatore di movimento, un falso nueve. Può non garantire punti di riferimento alla difesa della Lazio e, per questo, rivelarsi una mossa azzeccata”
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