Questione Arbitrale: Serie A falsata?
Questione Arbitrale. A “Le Iene”, produzione televisiva di Italia1, mandata in onda ieri sera, martedì 23/01/2024, un Arbitro attualmente in attività in Serie A, denuncia la Questione Arbitrale:
“Voglio segnalare quelle che, per me e per altri Arbitri, sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia. E che, secondo noi, condizionano il buon andamento dei campionati di calcio di Serie A e di Serie B. Ci sono tante cose che non vanno come dovrebbero. Alcune riguardano decisioni prese in campo ed in Sala VAR durante le partite. Altre riguardano l’andamento della carriera di noi Arbitri. Non sempre quello che viene deciso in campo e l’intervento del VAR, durante le partite, segue un criterio omogeneo. A volte il VAR interviene per correggere una decisione. A volte non interviene. Anche quando gli episodi sono molto molto simili, quasi identici, tra loro”.
Esempi:
“Quest’anno ci sono stati tantissimi errori degli Arbitri in campo ed Arbitri alla VAR. Errori che sono davvero inspiegabili. Soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio, con tante telecamere a disposizione, come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo? Per esempio, è il caso del rigore negato al Bologna in Juventus-Bologna. O del fallo di mano di Pulisic, prima del suo gol in Genoa-Milan. Oppure del recente fallo di Bastoni su Duda, in Inter-Verona. Poco prima che l’azione proseguisse e si arrivasse al tanto contestato gol dell’Inter. In tutti questi casi, inspiegabilmente, non ha sbagliato solo l’Arbitro in campo, ma anche l’Arbitro VAR. Che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso”.
Il caso Rabiot:
“Un caso recente, che ha a che fare con i criteri di scelta delle immagini al VAR, è quello di Juve-Roma. In questo caso, per capire se il giocatore della Juve che realizza la rete è in fuorigioco oppure no, il VAR ha scelto il fotogramma del primo momento in cui il piede di Vlahovic tocca il pallone. È in questo istante che viene tracciata la linea, per capire se il giocatore juventino sia in posizione regolare o meno. Dopo il primo contatto con il pallone però, se fate attenzione, la gamba di Vlahovic compie un movimento. Ed è solo in questa posizione finale che il pallone si stacca dal suo piede”.
“Badate bene”:
“In questo spazio temporale, che intercorre dal primo contatto a quando vediamo che la palla si stacca dal piede, cambia tutto lo scenario per la determinazione geografica del fuorigioco. E quindi ci chiediamo: come mai è stato scelto il fotogramma che il VAR ha mostrato in tv, piuttosto che il primo fotogramma, che, a rigor di logica, sembrerebbe quello corretto? Molti di noi ancora oggi si chiedono quale fosse il fotogramma corretto da utilizzare per determinare il fuorigioco. E nessuno della commissione Arbitri ce l’ha ancora spiegato”.
Il caso Provedel:
“In questa stagione sportiva, il caso più clamoroso a mio parere, è quello che è avvenuto in Sassuolo-Lazio. Dove si verifica una situazione per cui l’Assistente Arbitrale in campo, valuta che il Portiere abbia preso il pallone con le mani al di fuori dell’Area di Rigore. E, quindi, in questo caso, il regolamento parla chiaro: espulsione per il Portiere. Ma, in questo caso, l’Assistente è stato smentito dal VAR. In che senso? Il VAR ha mandato delle immagini secondo le quali il Portiere della Lazio avrebbe in realtà preso il pallone con le mani sulla linea dell’Area di Rigore delimitante l’Area di Rigore.
“L’azione del Portiere era regolare”.
“In questo caso l’espulsione è stata revocata. Le immagini che sono state mandate dal VAR al pubblico, erano chiaramente a sostegno della decisione presa dal VAR. Ma, in realtà, ci sono altre immagini dove si può chiaramente verificare che il pallone, toccato dal portiere in un primo momento, è stato toccato, in maniera evidente, al di fuori dell’Area di Rigore. Quindi bisogna capire qual è il fotogramma corretto. Quello che non è stato mandato in onda dal VAR? Oppure quello che è stato mandato in onda dal VAR?”.
La replica del Designatore Arbitrale in carica, Gianluca Rocchi:
“Stiamo cercando di spiegare. E fare del nostro meglio. Lavoriamo in una maniera soltanto. Per cui non abbiamo grandi problemi. Io sono trasparente con tutti, su tutto. Dritto per la mia strada come ho sempre fatto. Io rispondo per le mie responsabilità. Le segnalazioni di un Arbitro di
in attività? Problema suo. Se ha delle prove ce la faccia vedere. Nessun problema. Io, vi ripeto, lavoro sempre ed esclusivamente in una maniera soltanto. Trasparenza? Mah, più di così non so cosa dobbiamo fare. Facciamo vedere tutto. Ammettiamo se sbagliamo. Più di così, non sappiamo cosa fare.
Rocchi continua:
Noi vorremmo una cosa soltanto: che venissimo valutati per l’errore, basta. Il rispetto c’è sempre per tutti. Non devi pensare soltanto alla Serie A. Pensa a un ragazzino che arbitra i giovanissimi, gli allievi, e che può avere un problema e che ha una ripercussione dalla Serie A, tutto qua. Sul Rigore sbagliato dal veronese Henry? Non ho detto assolutamente niente di particolare. Trasparenza? Totale. Ma io l’ho sempre seguita. Quindi, non è che vi devo promettere quello che sto già facendo. Commentare prima i casi controversi, da “Moviola”? Vediamo, non lo so, vediamo“.
Considerazioni:
Visto che, invece, ci sono grandissimi problemi di credibilità di tutto il Calcio mondiale. Visto che non si sa cosa fare di più. E visto pure che anche i fotogrammi delle immagini possono essere alterati, urge intervenire. Per non falsare le competizioni. Con quello che adesso costa vedere il Calcio, urge far entrare gli spettatori in Sala Var. Urge far entrare anche un Addetto agli Arbitri. Magari ex Calciatore e/o ex Arbitro. Che rappresenti la Società di appartenenza. Cioè l’Azienda di Calcio Professionistico. Quindi si divenga, finalmente, seri. Si faccia vedere e, soprattutto, sentire, come si lavora nella Sala VAR. Con i microfoni aperti dentro lo Stadio. In mondovisione.
Ed in tutti i tipi di emittenti. Si dia anche la possibilità di rivedere i casi di campo. Con la chiamata VAR, la cosiddetta “Challenge”. Senza limiti. Si renda, finalmente, un po’ più credibile questa attività di sport professionistico. Si tenti di imitate la trasparenza di altri sport iperprofessionistici, come quelli delle leghe statunitensi NBA e NFL. O come quelli del Tennis e del Rugby. Il tutto, prima che sia troppo tardi. Prima che abbandonino le nuove generazioni. Ma pure le vecchie. Ormai già abbondantemente disgustate…