Serena: Il Napoli di Spalletti si sapeva fosse irripetibile. Penso sia stata molto dura la perdita del direttore sportivo
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Michele Serena, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Inter e Monza. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Qualora fosse vera la notizia di Manna per il Napoli, crede sia una figura idonea per rilanciare gli azzurri?
“Non lo so, non ho la sfera di cristallo. Sicuramente si tratta di una persona competente, che lavora all’Under 23 della Juventus. Se il presidente ha individuato in lui la persona giusta per rinascere, bisogna rispettare la scelta. Intanto bisognerà vedere se la notizia corrisponde a verità. Nello sport in generale, poi, è soltanto il campo che dà il responso definitivo. Penso sia prematuro esprimersi ora”
Quali sono le motivazioni di questa stagione dei partenopei?
“Difficile dirlo. Non c’è una sola causa. Mi sembra che il Napoli abbia 30 punti in me no rispetto allo scorso anno, sono tantissimi. Gran parte dei giocatori sono rimasti, a parte Kim. Non può bastare solo questa uscita a giustificare il crollo stagionale. Tra l’altro, il coreano non sta trovando molto spazio al Bayern. Ci sono state tante problematiche, dopo l’addio di Giuntoli e Spalletti, con i tanti cambi di tecnico e di metodologie di lavoro”
Che gara si aspetta tra Monza e Napoli?
“Una sfida difficile. Il Monza sta confermando di essere una squadra con delle idee chiare. Per il Napoli, però, il discorso Champions non è ancora chiuso. Se gli azzurri riuscissero a fare un filotto potrebbero ambire al quinto posto, che oggi vale la Champions. La squadra ne ha le capacità, ma il problema di quest’anno è stata proprio la continuità”
Il Napoli sembra aver raggiunto il proprio apice dopo la vittoria dello scudetto, e affronterà una squadra in rampa di lancio come i brianzoli. Si sfideranno, dunque, due squadre agli opposti, ad oggi.
“Direi di sì. Per il Monza è più semplice. Bisogna sottolineare quanto di buono ha fatto quest’anno, con i punti in più rispetto alla passata stagione. Nel Napoli, però, ci devono ancora essere delle ambizioni nello spogliatoio. Finché la matematica non condanna i partenopei, c’è la possibilità. Ci saranno quattro partite abbordabili prima dello scontro con la Roma. Alla fine di questo ciclo di quattro partite si saprà se il Napoli è fuori dalle competizioni europee”
Per un calciatore che può arrivare al Napoli è davvero importante sapere quale competizione europea giocherà il club, o la discriminante potrebbe essere o meno nelle coppe europee?
“Girerei questa domanda agli agenti dei calciatori. C’è molta differenza nel partecipare alle coppe europee o star fuori da tutto. C’è il pericolo che il Napoli stia fuori da tutto. Se accadrà questo, bisognerà prendere un allenatore di grande appeal che possa convincere i giocatori ad arrivare in azzurro. Come si convince un allenatore così? Con il progetto, anche se in Italia durano troppo poco”
Anche il progetto Garcia è naufragato troppo in fretta? La sua è la migliore media punti di quest’anno.
“Con i ‘se’ e con i ‘ma’ siamo tutti bravi. Se a novembre fu presa questa scelta ci saranno stati dei motivi”
Quale sarebbe il profilo di allenatore ideale per ripartire?
“Non c’è un profilo ideale. Ci sono sempre delle sorprese, sia in positivo che in negativo. Chi avrebbe pensato ad un campionato così del Bologna? Oggi tutti ambiscono a Thiago Motta. Il fatto che Italiano possa salutare Firenze, essendosi messo sul mercato, mi fa pensare che ci sia stata qualche chiacchierata. Considerando il suo percorso, dalla C sino ad oggi, è un tecnico adatto non soltanto al Napoli, ma un po’ a tutte le squadre”
Non crede ci sia troppa critica nei confronti di allenatori come Italiano o Pioli?
“italiano è arrivato in fondo alle competizioni con la Fiorentina, che non può essere messo sullo stesso piano di squadre come Milan o Inter. Poi, non è riuscita ad alzare la coppa, ma in finale ci è arrivata la Fiorentina. Anche quest’anno è in corsa in tutte le competizioni. È un’annata positiva. Tutte le squadre hanno avuto un calo in questa stagione, tranne l’Inter. Tanto è vero che Pioli è stato messo in discussione ma oggi è secondo, a sei punti sulla terza in classifica”
Le colpe di un Napoli poco convincente non potevano essere solo di Garcia…
“Il Napoli di Spalletti si sapeva fosse irripetibile. Penso sia stata molto dura la perdita del direttore sportivo. Non in termini di qualità di scelte, ma anche nella gestione del quotidiano. Uno staff tecnico non è il solo a gestire la quotidianità di una squadra, ma ciò accade di pari passo con il direttore sportivo. Ha inciso molto, dunque, anche l’addio del diesse”
A Barcellona c’è un ragazzino come Yamal, capace di determinare un ottavo di finale. In Italia reputiamo fenomeni Kvara e Leao, ma se lo sono il portoghese e l’azzurro, che giocatori sono quelli come lo stesso Yamal?
“In Italia sarà quasi impossibile vedere un sedicenne giocare partite importanti. Ci manca la cultura dell’errore. Tendiamo a bocciare sin da subito. Faccio l’esempio di Bellanova, che è un bel giocatore, di gamba, che tuttavia era preso un po’ di mira a Milano. Ha dovuto scegliere di trasferirsi a Torino. Bisogna avere pazienza e proteggere i nostri ragazzi”
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