Costi a Radio Crc: “Io alla Juve? E’ una speranza, ma non ho sentito nessuno…”
A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giandomenico Costi, dirigente sportivo
“Conte al Napoli vuol dire riportare un entusiasmo incredibile e allo stesso tempo il tecnico darebbe valore alla società e alla città. Se Conte accetta Napoli è perchè crede nel progetto e vuole portare valore e smalto al lavoro fatto negli ultimi anni. Conte avrà l’assicurazione da parte della società: potrà lui stesso fare mercato. Conte è perfetto per ripartire e vincere nel minor tempo possibile.
Manna non lo conosco, ma è anche vero che in pochi pensavano che Giuntoli potesse essere un uomo da Napoli prima che arrivasse. Certo, un conto è fare il vice e un altro è fare il direttore sportivo, però il presidente De Laurentiis, nonostante qualche errore, ha fatto più cose giuste che errori e anche la scelta Manna magari si rivelerà una valida scoperta.
Il Napoli va ricostruito sotto tanti punti di vista, ma chi si sente appagato dallo scudetto vinto è giusto che vada via. La vittoria è stata bella e meritatissima, ma quest’anno sono mancati tanti giocatori, è mancato l’entusiasmo e in una squadra questo non deve mai mancare. I campioni sono quelli che vincono e hanno ancora fame. Il Napoli anche quest’anno è una squadra forte e competitiva e pure senza scudetto, non si può arrivare a questa distanza dall’Inter. Se Conte viene chiamato dal Genoa non va al Genoa per cui se accetta Napoli è perchè ritiene Napoli all’altezza delle grandi squadre Europee e capace di vincere nell’immediato.
Io alla Juve? Non ho sentito nessuno, non so nulla. Conosco Giuntoli da tempo, dai tempi del Carpi. Sono contento di essere associato alla Juventus, ma non so nulla. E’ una speranza e basta. Sarei contento di lavorare nuovamente con Giuntoli, a Napoli ho fatto lo scouting, ho fatto cose buone e altre meno, ma di errori ne commettono tutti, è bravo chi ne commette meno.
Kim? Il primo che me ne parlò fu Maddaloni, l’ho visto milioni di volte perchè sembrava forte, ma giocava in Cina. Reggeva il campo, ma con attaccanti che erano alti 1.12 metri! L’ho seguito per molto tempo, il problema era immaginario contro avversari forti e molto più importanti. Stesso discorso per Kvara: l’avrò visto mille volte, era forte, dribblava tutti, ma lo faceva in Georgia!”.
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