Stagione finita. E’ iniziato il (solito) ballo dei nomi altisonanti…
Napoli. Veleni, strascichi, scelte sbagliate, allenatori toppati. Ce ne sarebbe di materiale per scrivere in abbondanza riguardo alla situazione in cui versa il Napoli attualmente. Il club azzurro, del resto, ce l’ha messa proprio tutta per riuscire a complicarsi da solo la vita in una stagione che, al contrario, avrebbe dovuto rappresentare il perfetto corollario alla sfavillante annata tricolore.
Epperò, equilibrio e “normalità” sono due caratteristiche che hanno sempre difettato in una piazza abituata quasi ancestralmente a delle montagne russe emotive che neanche nelle telenovelas sudamericane. Va da sé, naturalmente, che sia esercizio fin troppo facile, nonché scontatissimo, addossare tutte le colpe del tonfo targato 2023-2024 al presidente Aurelio De Laurentiis. Colui che, in pratica, ha reso possibile ritornare a parlare di Calcio ad alti livelli quando – appena venticinque anni or sono – all’ombra del Vesuvio ci si affidava a personaggi piuttosto improbabili quali Corbelli and company.
Il mondo del pallone (e dei suoi appassionati), si sa, ha memoria corta e tra i vicoli di Partenope si respira un’aria paragonabile solo agli anni della retrocessione. Assurdo certo, ma maledettamente vero. Palpabile. Provando ad entrare ancor più nello specifico della matassa in questione e sgomberando il campo da mere quisquilie pseudo-filosofiche, per chi scrive, il patron della Filmauro e della Società Sportiva Calcio Napoli possiede (ovviamente) la sua bella dose di colpe. Sarebbe assurdo asserire il contrario.
Tuttavia, per gli ex campioni d’Italia e per una parte dell’ambiente azzurro, il caro vecchio Aurelio sembra essere diventato una sorta di alibi permanente, buono per tutte le stagioni. La verità, invece, parla di un gruppo – quello di Di Lorenzo e soci – che in campo non riesce più a divertirsi, a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a sacrificarsi, giochicchiando a sprazzi e solo per una manciata di minuti. Insomma, più che di “puzzle rotto”, quello del Napoli è un quadro deturpato. Poco da dire.
Sabato, intanto, si va ad Empoli con la stessa, amara consapevolezza di Massimo Troisi in “Ricomincio Da Tre”. Ve la ricordate, no, la storia di “Gaetano” (personaggio interpretato magistralmente dal geniale regista di San Giorgio A Cremano), del suo amico “Frankie” e del pellegrinaggio in nome di San Francesco? Ecco. La trasferta in quel di Empoli avrà un po’ lo stesso tragicomico retrogusto. Su queste pagine, tra l’altro, eravamo stati facili profeti quando sottolineavamo la completa inaffidabilità di una squadra che appariva oramai persa tra i meandri di un campionato in cui aveva deluso ogni aspettativa. Leggere per credere.
Risalire la china – anche e soprattutto nella prossima stagione – non sarà facile. Adesso è pure cominciato il gran ballo dei nomi altisonanti per la panchina partenopea. Bisogna solo mettersi comodi ed allacciare le cinture. Da qui al prossimo agosto, infatti, ne sentiremo delle belle.
Su questa Terra dal 1987. Giornalista Pubblicista dal settembre 2009. Amo tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione. Il mio motto è “La Musica a chi la sa vedere”, nell’arte e nella vita di tutti i giorni.