Oscar Magoni: Kvaratskhelia? Il presidente ha la sua linea e non si fa, diciamo, ‘ricattare’ dai giocatori
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Oscar Magoni, direttore sportivo del Renate ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Tremeranno le gambe ai ragazzi di Gasperini?
“Non credo. Si giocheranno non un pezzo di storia, ma la storia. Questa sera è l’apice di tutta la storia del club. È la partita più sentita, l’opportunità di vincere un trofeo europeo. Tutte le finali sono difficili, contro una squadra che sembra imbattibile. C’è entusiasmo, ma servirà anche un pizzico di buona sorte. Ci si attacca anche un po’ alla scaramanzia, naturalmente. L’Atalanta parte da sfavorita, e questo lo sa benissimo. Ma non vuol dire per forza perdere. Speriamo sia la volta buona. Comunque sia, per l’ottavo anno di fila i bergamaschi andranno in Europa. Anche se dovessero perdere, dunque, a Bergamo c’è festa. Stiamo vedendo qualcosa di incredibile. Vincere sarebbe il massimo ma, se non dovesse accadere, sarebbe comunque un risultato straordinario”
Siamo arrivati al termine dell’avventura di Gasperini sulla panchina nerazzurra?
“E’ una bella domanda, che si pongono anche i tifosi. Può saperlo soltanto Gian Piero”
Può essere un profilo giusto per la ricostruzione del Napoli?
“Assolutamente sì. È una persona particolare, ha le sue idee, ma deve essere supportato al cento per cento da società e ambiente. Servirà tempo per ricostruite. A Napoli, però, la calma non è una parola di tutti i giorni. De Laurentiis? Lo conosciamo, ha dato tanto al Napoli. Va sempre ringraziato. Ha il suo carattere, il suo modo di gestire le situazioni. Non sarebbe facile”
Cosa può portare un giovane dirigente come Manna?
“E’ una persona capace, stimabile. Porterà la sua esperienza, le sue conoscenze calcistiche. Si metterà a disposizione della società. È curioso il fatto che De Laurentiis lamentava la fede juventina di Giuntoli, ma poi è andato a prendere Manna proprio dai bianconeri. Mi fa sorridere. Detto ciò, dopo una stagione incolore, non è facile ripartire. Bisognerà capire chi sarà l’allenatore e quali saranno i calciatori da acquistare per la nuova gestione tecnica”
Un lato positivo è che, peggio di così, non può andare.
“È auspicabile, ma non è questo l’anno di riferimento. Il Napoli deve tornare tra le prime quattro in Italia e colmare il gap non sarà facile. Zielinski, Osimhen, andranno via. Sono giocatori importanti e ripartire non sarà semplice”
Quando un presidente parla, come fatto da De Laurentiis su Kvara, di uno dei talenti più importanti sottolineando le mancanze tecniche e che ci sarà tempo per il rinnovo, non rischia di essere
controproducente?
“Non è così importante sapere del contratto di Kvaratskhelia, vista la scadenza. Il presidente, inoltre, ha la sua linea e non si fa, diciamo, ‘ricattare’ dai giocatori. Chi ha un contratto deve rispettarlo. Detto ciò, ogni singolo giocatore deve fare la propria scelta sul futuro. Il contratto del georgiano mi sembra l’ultimo dei problemi a Napoli. Se non dovesse avere più voglia di rimanere a Napoli, potrebbe anche andare. Ai miei tempi, quando firmavi un lungo contratto, lo rispettavi. Funzionava così. D’altronde, nessuno punta la pistola alla tempia alla firma dei contratti”
Come è stata la stagione del Renate?
“Soddisfacente, ci siamo salvati e il prossimo anno sarà il sedicesimo il Lega Pro. Stiamo dando continuità ad un progetto serio, anche se quest’anno non siamo riusciti ad esprimere un calcio di qualità. Forse, non ci aspettavamo di dover lottare per la salvezza ma, il prossimo anno, proveremo ad attuare un progetto più idoneo alle zone alte della classifica. Se resterò al Renate? Si”