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Conte: ho scelto Napoli per il progetto

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foto instagram SSC NAPOLI

Conte: ho scelto Napoli per il progetto

Eccoci arrivati al giorno della presentazione di Antonio Conte.

Il tecnico salentino prende subito la parola, si intervalla con qualche dichiarazione del presidente De Laurentiis, ma è lui il protagonista di giornata.

Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

“È la prima volta che mi presentano in questa maniera, quindi c’è anche un filo di emozione nonostante diversi anni di carriera nel mondo del calcio.

Vi ringrazio. Ringrazio sicuramente Napoli, perché di solito io prima di ricevere do qualcosa.

Qui è successo il contrario, tanto entusiasmo, tanto affetto. Ora non mi resta che restituire.

Quello che posso promettere è serietà, una parola che spesso viene sottovalutata.

La serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere la mia cultura a livello lavorativo, quella che è la mia mentalità. Il trasmettere le mie idee calcistiche.

L’obiettivo di un allenatore oltre primeggiare è rendere orgogliosi i propri tifosi.

Il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra, il nostro obiettivo massimo è rendere il tifoso orgoglioso dei propri giocatori, del calcio giocato.

Quando si parla di maglia sudata, sapete bene che nel calcio c’è la vittoria e la sconfitta.

Ma nella sconfitta non ci deve essere l’attenuante di non aver dato il massimo.

Quello che posso promettere è che daremo il massimo, più del massimo perché a volte il massimo non basta.

Napoli è una piazza importante, passionale. Lo era e lo rimarrà aldilà di calciatori, allenatori, e proprietà.

È una grande peculiarità la passione per il calcio e per la propria squadra.

Da parte nostra cercheremo di alimentare questa passione, perché c’è già.

Qui c’è un grande fuoco, magari farlo diventare ancora più alto tutti insieme, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi”.

Che caratteristica avrà il suo Napoli

“Deve avere la faccia incazzata, perché veniamo da un’annata in cui tante cose non sono andate nel verso giusto.

Dovremo trasferire questa voglia di rivalsa nel campo, sotto tutti i punti di vista, a livello calcistico e comportamentale.

Sul mercato cercheremo di fare le cose migliori aldilà di Sud America, Asia, Africa ecc.

Ho scelto Napoli per il progetto, questo deve essere chiaro.

Ho firmato un contratto di 3 anni, il presidente è stato molto chiaro in quello che potremo fare.

Perché si ripercorrerà in base a delle situazioni che sono compatibili con il club.

Il progetto di cui abbiamo parlato col presidente è cercare nel breve tempo possibile  di far ritornare il Napoli un’alternativa alle solite note.

Quattordici anni che il Napoli è riuscito a rientrare in Europa, c’è stata una gestione giusta, si è vinto lo scudetto.

L’anno scorso non è stata un’annata buona. Ci vorrà un po’ di tempo e pazienza, io sono del ‘chi ha tempo non aspetti tempo’.

Cercheremo in tutti i modi di prenderci questa responsabilità. Questo è il progetto. Mi ha dato grande entusiasmo, ho sentito qualcosa in pancia.

Non vedo l’ora di iniziare. Dall’estero era arrivata qualche proposta anche interessante, ma c’era una promessa col presidente che ci saremmo rivisti.

A bocce ferme avremmo deciso se decidere di lavorare insieme o continuare ognuno per la propria strada.

Abbiamo trovato la giusta quadra in tutto, nella voglia, nell’ambizione.

Io, il presidente e tutto il club cercheremo di dare fondamenta solide per qualcosa di importante che duri nel tempo.

So cosa significa vivere al Sud e cosa rappresenta per il Sud il calcio.

Per me questo è un ritorno a casa, da allenatore di una grande rappresentante del Sud.

È una grandissima soddisfazione e un onore tornare al Sud da allenatore”.

Ci vorrà del tempo per ricostruire

“Bisogna essere realisti: due anni fa si è vinto lo scudetto, ma l’anno scorso si è terminati a 40 punti di distacco dalla squadra che ha vinto il campionato.

Decimo posto e fuori dopo quattordici anni dalle competizioni europee.

Non bisogna pensare che si cambi allenatore e torni tutto facilmente come prima.

C’è un grande progetto, secondo me non possiamo competere con le solite note per ingaggi e investimenti, perché parliamo di altre realtà.

Però possiamo competere per lavoro, cultura del lavoro, sacrificio. Quando io ho detto ‘Amma faticà’, su questo non deve poterci battere nessuno.

Su ingaggi e investimenti ci sono altre realtà.

Però con la cultura del lavoro penso che possiamo colmare questo gap, non so in quali tempi ma sapete che non ho tanta pazienza nel fare il comprimario.

Io sono stato molto chiaro col presidente, prima di parlare di altri aspetti economici e contrattuali, ho voluto la rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva magari prendere altre strade fuori da Napoli.

Su questo sono stato molto categorico e molto chiaro.

Se parliamo di ricostruzione e parliamo di dar via i giocatori è tutto un contro senso.

Ho trovato la condivisione al 200% da parte del presidente e del club.

Ho parlato con tutti i ragazzi, li ho chiamati tutti per far conoscere le nostre idee e orientamenti. 

Però alla fine poi se ci sono dei problemi li risolvono, perché la decisione è sempre mia.

I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% giocatori del Napoli, questo deve essere chiaro a tutti.

Visto che c’è chi parla di confusione a Napoli. Qui non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza di idee. Sappiamo cosa fare e lo faremo

Sottolineo un fatto fondamentale per me.

Di Lorenzo oltre a essere un giocatore top è capitano del Napoli, ha vinto scudetto ed Europei, lo considero una persona molto perbene ed importante anche nello spogliatoio e lo stesso dicasi per Kvara.

Io penso che l’anno scorso la frustrazione abbia portato anche a situazioni non limpide. I giocatori sanno benissimo che ci sono difficoltà, siamo uomini e bisogna rimboccarsi le maniche tutti insieme.

Per quanto riguarda Osimhen così come sapevo benissimo sia della situazione di Kvara, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, su cui io ho posto un veto assoluto, so benissimo della situazione Osimhen.

So che ci sono degli accordi col club, è una situazione totalmente diversa, a cui io assisto.

Poi se mi chiedete del calciatore, è un calciatore di altissimo livello, ma io non posso entrare in nessun discorso su Osimhen perché si tratta di accordi precedenti.

Meret è il nostro portiere, gode della massima fiducia da parte mia.

Al tempo stesso sta arrivando Caprile che sta facendo un percorso importante, dopo Bari ed Empoli.

Abbiamo la fortuna di poter contare su due portieri che possono essere il futuro del Napoli.

Una persona mi ha chiesto “Ma non hai paura di andare ad allenare il Napoli?”.

Ma paura di che? Per me è un piacere, sapendo le difficoltà della sfida. Chi mi conosce sa che a me non ha mai regalato niente nessuno.

Io quello che ho conquistato l’ho sempre conquistato con sudore e sacrificio”.

Le intenzioni sul mercato

“Quello che sicuramente bisogna fare è trovare un equilibrio, perché io non ho mai visto squadre che vincono o che si qualificano in Champions con delle difese che prendono tantissimi gol.

Noi dobbiamo un attimo fare delle riflessioni e capire, perché poi quando prendi gol non è questione esclusivamente dei difensori e del portiere, così come quando fai gol.

È tutta la squadra che lavora in fase difensiva e offensiva.

Facendo delle analisi vogliamo sicuramente apportare dei correttivi.

Girano tanti nomi… Cercheremo di trovare il profilo migliore, ripeto, rispettando sempre determinati parametri. Questo deve essere chiaro.

In difesa cercheremo di fare qualcosa sia dal punto di vista tattico che a livello proprio di cambio generazione di uomini, per dare più equilibrio e più sostanza“.

Lo schieramento tattico

“Dal punto di vista tattico, le caratteristiche dei giocatori sono molto importanti.

Noi abbiamo dei giocatori con caratteristiche importanti soprattutto dal punto di vista offensivo.

Io penso che l’allenatore bravo è quello che mette i giocatori in condizione di esaltare le proprie caratteristiche.

Non andrò mai dietro a una mia idea per snaturare i calciatori che ci sono, cercherò sempre di trovare l’idea giusta per esaltare le caratteristiche dei nostri giocatori.

Da un punto di vista tattico penso che saremo molto duttili, poi ci voglio lavorare con questi ragazzi, perché sto parlando di calciatori visti in televisione.

La sostanza è quando io li ho sotto mano percepirò veramente le caratteristiche di ogni singolo giocatore.

Poi una mia idea ce l’ho già, però la voglia sarà sempre quella di fare un gol in più dell’avversario altrimenti non vinciamo.

Le considerazioni sui giocatori in rosa

Kvaratskhelia rimane. Sono stato molto categorico su questo. Non vorrei neanche che in futuro ci sia di nuovo questo ritornello.

Kvaratskhelia è un giocatore che ce ne sono sempre di meno con queste caratteristiche, per questo non è un capriccio il voler tenere Kvara.

Lo considero un giocatore veramente forte, come Di Lorenzo. Forte nell’uno contro uno se sta sulla fascia, ma forte anche quando viene dentro.

E’  un fantasista, crea delle situazioni non solo a livello di gol suo ma anche di assist molto importanti.

Dobbiamo assecondare le sue caratteristiche, faremo questo con lui e con i giocatori che abbiamo in rosa.

Abbiamo lui, Politano, Ngonge, Lindstrom.

Tutti giocatori che comunque hanno la capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno ma al tempo stesso di giocare dentro al campo.

L’idea tattica è molto chiara: dobbiamo solo decidere quando vorremo difendere con cinque giocatori perché le squadre magari sono molto più forti o a quattro e accettare la superiorità numerica.

Però il modo di costruire e attaccare sarà molto simile“.

Ho sentito Folorunsho, che anche lui come Caprile ha fatto un percorso importante, oggi ha questa nuova sfida.

È uno step in più che si appresta a fare.

Ha qualità fisiche impressionanti, sicuramente è uno di quei giocatori che sono molto curioso di conoscere quanto prima.

Raspadori ha grandi qualità tecniche, secondo me ha grandi margini di miglioramento e ci può dare tanto.

Ma ho veramente necessità e voglia di conoscerli quanto prima.

Perché una cosa è guardarli in televisione e un’altra è averli sotto mano e capirne le potenzialità e capire dove poterli migliorare.

Io sono pronto a proteggere i miei giocatori su tutto, però loro mi devono dare tutto.

Questa è la base proprio del rapporto. Una cosa che mi fa arrabbiare è quando non vengo corrisposto nella maniera giusta.

Questo sicuramente mi fa capire che alcuni non sono adatti al mio modo di pensare

. All’inizio è sempre tutto rose e fiori, all’inizio son tutti disponibili.

Il problema è che spesso non sanno le difficoltà del percorso, la fatica, le lacrime, il sudore.

E tanti che fanno: come la tappa del ciclismo, piano piano li perdi.

Io mi auguro di trovare tanti giocatori pronti a voler seguire questo percorso, perché una volta che lo segui e arrivi alla fine, sicuro al 100% che questo percorso non lo abbandoni più.

Una volta che arrivi alla fine lo fai tuo e diventi un vincente“.