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Napoli, oggi è il giorno di Conte e della “pioggia azzurra”

Diciamolo pure: non tutte le gare degli Europei sono così interessanti. Alcune ancor meno di altre. E allora la nostalgia per i passaggi filtranti di Lobotka – o per le pieghe inaspettate e improbabili che prende il traffico della tangenziale nelle ore che precedono la partita – si acuisce sempre di più. Per fortuna, però, oggi è il gran giorno. Si riaccendono le luci sul Napoli e, soprattutto, su Antonio Conte.

Sbagliava chi, nelle scorse settimane, aveva raccontato di un entusiasmo eccessivo all’ombra del Vesuvio. Più che entusiasta, infatti, la città è guardinga. È ovvio che veda in Conte l’unica pedina possibile da cui ripartire, ci mancherebbe, ma lo fa con un certo disincanto, con una sorta di distacco per nulla partenopeo. Dopotutto, negli ultimi vent’anni, da queste parti sono transitati fior fior di allenatori e i napoletani, oramai – calcisticamente – sono diventati di bocca buona.

Del resto, il film horror dello scorso campionato riesce ancora a traumatizzare gran parte degli aficionados azzurri. Esistono dei genitori, nella terza città d’Italia, che per convincere i propri pargoli a mangiare quanto preparatogli a pranzo, li “minacciano” con frasi del tipo “Se non mangi tutto, ti faccio rivedere la replica di Napoli-Frosinone 0-4 in Coppa Italia”. Ecco spiegata, dunque, la contentezza contenutao gioia misurata, fate Vobis – dei napoletani rispetto all’arrivo di Conte e all’ennesimo “anno zero” del club presieduto da Aurelio De Laurentiis.

Oggi il patron azzurro siederà al fianco di Conte per illustrare (si presume) i nuovi orizzonti che attendono il Napoli. Dalla questione Di Lorenzo a quella riguardante Kvaratskhelia, passando per gli acquisti potenziali e le cessioni auspicabili, sono tanti i punti di domanda che accompagneranno il team partenopeo da qui all’inizio della prossima stagione. Per Victor Osimhen, per esempio, non è ancora arrivata l’offerta giusta. O almeno, congrua, rispetto alla volontà (e alla clausola) della società partenopea. Inutile nascondersi: buona parte del mercato azzurro passa anche da lì.

Ieri, intanto, in Minnesota sono stati celebrati i 40 anni dall’uscita di uno dei dischi “pop” più iconici di sempre: “Purple Rain” di Prince. La pioggia viola del folletto di Minneapolis parlava, tra le righe, di guerre nucleari e di umanità post atomica. Magari, il Napoli, potrebbe utilizzare la stessa metafora per la propria ripartenza. Cambiando colore, naturalmente. Tra poche ore ne sapremo sicuramente di più. Nel frattempo, però, che pioggia azzurra sia. Da Prince (letteralmente, “il principe”) a Conte, è un attimo.