Empoli-Napoli, la doccia calda poteva attendere: urgono spiegazioni…e in fretta!
Dopo l’incubo vissuto ad Empoli urgono spiegazioni: troppo comodo un allenatore che si addossa le colpe e una società che manda tutti in castigo.
Empoli-Napoli, la doccia calda poteva attendere: urgono spiegazioni…e in fretta!
Empoli-Napoli è, purtroppo, ancora ben impressa nella mente dei tifosi azzurri, eppure, nonostante le difficoltà, stava girando bene. Prima Mertens e poi Insigne a tranquillizzare, come i vecchi tempi, i tanti tifosi da casa e quelli accorsi al “Castellani”. Poi quello che non ti aspetti.
Qualche cambio senza apparente logica di Spalletti, la condizione fisica (e mentale) che inizia vistosamente a calare. Poi quei maledetti sette minuti.
420 secondi dove tutto il popolo partenopeo è rimasto incredulo, qualcosa di deprimente e vergognoso. Qualcosa che ha riportato alla mente quel Napoli-Lazio del 2015, ultima giornata della seconda e ultima stagione di Benitez o la notte dell’ammutinamento del 5 novembre del 2019. Forse si è rivissuto anche l’ ultima giornata dello scorso campionato con la Champions sfumata a pochi minuti dalla fine del campionato.
Al fischio finale del sig. Livio Marinelli, per il gruppo azzurro è stata la fine di un’agonia, tutti scappati sotto la doccia. Ma proprio ieri, la doccia, poteva attendere. I tanti tifosi offesi da una prestazione indecorosa meritavano rispetto e le dovute scuse. Peccato che a “salutare” il settore ospiti ci fossero solo cinque azzurri. Dimostrazione (ennesima) di un gruppo senza guida, senza una vera e propria leadership.
Poi Spalletti in conferenza, roba da non credere…
A.A.A spiegazioni cercasi: c’è bisogno di chiarezza. ADL dove sei?
Spalletti, nel ventre del “Castellani”, non ha spiegato molto. Addossarsi le colpe e fermarsi a quelle non è piaciuto. Perchè la squadra si scioglie sempre a pochi minuti dal termine? Perchè certi cambi? Perchè Mertens viene trattato come vecchia gloria del calcio, quando è il solo a dipingere calcio nel Napoli?
Domande che, ovviamente, non sono figlie dei sette minuti horror di ieri ma partono dalla gara di Cagliari. Già contro l’ex Mazzarri gli azzurri avevano dato prova di non averne più, fisicamente, mentalmente, tatticamente e tecnicamente.
Con Udinese e a Bergamo come contro la Lazio, solo una giocata del singolo ha salvato il Napoli allungando un illusione venuta meno già contro la Viola e la Roma.
A Empoli il crollo definitivo, lo schiaffo che risveglia tutti. E no, troppo facile dire che “la squadra non ha assimilato i concetti”.
“Destini forti, uomini forti”, diceva il vate di Certaldo. Ma evidentemente gli uomini sono deboli, molto deboli.
Giusto il ritiro a tempo indeterminato e ringraziamo il suicidio dell’Atalanta e la Roma venuta fuori solo ora se l’obiettivo Champions è comunque raggiunto.
Ma si attendono spiegazioni, quanto prima. Dalle stelle alle stalle comunque, non meritiamo un altro finale di stagione come quello di 11 mesi fa.
Progettista meccanico con la passione per la lettura e per il calcio.
Innamorato della storia di Napoli Capitale e del Napoli.