Viviani: il direttore sportivo è cambiato, lo scouting è rimasto lo stesso….
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Viviani, allenatore Hatta ed ex vice di Reja al Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista.
La gara di ieri è stata un tuffo nel passato per il Napoli?
“Per i tifosi si, tornare alla difesa a tre ha dato qualche remora. È stata un prestazione importante e cambiare il modulo, in una stagione complicata come quella attuale, può garantire al Napoli nuova determinazione, indurre la squadra a mettere qualcosa in più”
Quanto è stato bravo Mazzarri a spiegare i dettami tattici del 3-4-3 ad una squadra che, da anni, giocana con il 4-3-3?
“Mazzarri ha l’esperienza più che sufficiente per poterlo fare. Inoltre, anche se i calciatori sono abituati a giocare in un altro modo, la loro caratura gli consente di adattarsi ai diversi assetti. I giocatori di alto livello hanno le conoscenze che agevolano il lavoro degli allenatori”
Zerbin può essere considerato l’esempio di quanto detto dal tecnico azzurro sulla tendenza all’esterofilia, a danno dei talenti italiani?
“E’ un tema che discutiamo, ormai, da secoli. È un discorso lungo che si collegherebbe anche a considerazioni sulle giovanili, con il rischio di vedere partire i nostri giovani all’estero. Zerbin è uno di quei giocatori che deve andare a giocare in altri club per farsi le ossa e, forse, tornare. Il Napoli però vanta anche talenti italiani, su tutti il capitano Di Lorenzo”
Gara positiva di Mazzocchi nel suo esordio dal primo minuto in azzurro?
“Una gara positiva. Mi piace che un calciatore italiano abbia potuto fare bene”
Un Cajuste sottotono contro la Fiorentina?
“Entrare e muoversi in un sistema nuovo non è semplicissimo. Diamogli tempo per adattarsi al nuovo assetto e, soprattutto, ai dettami del nostro calcio. Naturalmente, dovrà migliorare anche nella velocità di pensiero. Non è solo questione di tecnica ma anche di abitudine a spazi che, nel nostro calcio, sono più difficili da trovare”
Simeone è riuscito a trasformare in gol l’unica palla giocabile della partita. L’argentino conferma il pensiero di quanti ritengono debba trovare più spazio?
“Non è un giocatore che scopriamo oggi. Il problema è che davanti a sé ha il miglior nove al mondo. L’argentino riesce a disimpegnarsi ottimamente ogni volta che viene chiamato in causa, che siano cinque minuti o tutta la gara”
Quale avversario sarebbe più facile da affrontare in finale: Inter o Lazio?
“Entrambe, per doversi motivi. L’Inter è sicuramente una squadra che sta attraversando un momento di grande fiducia e sicurezza nei propri mezzi. Inzaghi gode di una rosa ampia e di qualità. Sarri, invece, è un allenatore che rende sempre la vita difficile al Napoli da quando è andato via. Il Napoli, però, è una squadra di spessore che non deve temere nessuno. Sarà fondamentale ritrovare continuità”
I nuovi innesti del Napoli potranno dare qualcosa in più al Napoli?
“Anche se il direttore sportivo è cambiato, lo scouting è rimasto lo stesso. Vanno ricordate delle sorprese di mercato, come Kvaratskhelia. Non mi aspettavo un simile impatto del georgiano che, però, può essere la dimostrazione e la garanzia del lavoro svolto proprio dallo scouting azzurro”
Quanto interessa il prodotto calcistico in Medio Oriente. Ieri, abbiamo assistito ad uno stadio semivuoto…
“C’è molto da differenziare. Nei Paesi arabi la tradizione calcistica è forte, ma non sono molti gli abitanti che possano garantire affluenza negli impianti, nonostante in Arabia Saudita gli stadi siano sempre pieni, soprattutto in considerazione della recente campagna acquisti. Un anno prima dei Mondiali, sono andato a Doha, parlando con il tassista non sapeva nemmeno dove fossero gli stadi. Il governo saudita, godendo di grande disponibilità economica, sta cercando di sfruttare le proprie risorse nel calcio per renderlo un biglietto da visita del proprio Paese”
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