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Ciccio Marolda in ESCLUSIVA per Casa Napoli

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L’intervento in ESCLUSIVA di Ciccio Marolda durante la trasmissione Casa Napoli

Nella puntata del martedì sera di Casa Napoli è intervenuto telefonicamente in ESCLUSIVA Ciccio Marolda, giornalista ed opinionista di calcio in TV. Di seguito viene riportata l’intervista di Max Viggiani, in diretta nella trasmissione gemellata con casanapoli.net.

Quante possibilità ha ancora Ancelotti di restare l’allenatore del Napoli?

“Dipende dalla capacità di Ancelotti e della squadra di ricompattarsi, perché la cosa incredibile è che in questo momento abbiamo un allenatore che ha poca fiducia nella squadra o in parte della squadra. Lo ha detto chiaramente dopo la partita contro il Bologna, quando ha affermato che non tutti i giocatori danno il massimo rispetto a quello che potrebbero dare. E’ un’accusa molto grave. Mentre nei giocatori c’è questa non fiducia estrema nell’allenatore e hanno avuto molte occasioni per dimostrarlo”.

Marolda parla della differenza tra campionato e Champions

“Per quanto riguarda la differenza tra Champions e campionato, è sicuramente vero che la vetrina internazionale serve molto di più ai calciatori che vogliono mettersi in mostra, ma c’è anche un’altra ragione se guardiamo le partite contro il Liverpool e quelle precedenti. Il Napoli gioca in una maniera diversa, si difende molto, accorcia le linee e dà poca possibilità a chi sta dall’altra parte di trovare spazi. Quindi riparte, trova la giocata buona e, com’è accaduto a Liverpool, riesce anche a segnare. Quando invece deve fare gioco si trova in grande difficoltà”.

Gli errori che hanno portato fino a qui: l’analisi di Ciccio Marolda

“Gli errori sono stati commessi cominciando dalla campagna acquisti, che ha privato il Napoli di alcuni giocatori soprattutto a centrocampo. E poi la presunzione, mi dispiace dirlo, di Ancelotti nel cercare di fare un gioco diverso da quello che lui aveva in testa con i giocatori che ha. Quindi un errore di valutazione e di programmazione. E il Napoli adesso sconta anche questo”.

Sono volate realmente parole grosse nell’incontro di ieri tra giocatori e allenatore?

“Questo mi sento di smentirlo. Era venuta fuori questa voce, anche che i giocatori si erano opposti al ritiro voluto dall’allenatore. Certo, l’avranno accettato anche a malincuore. Ma immagina se avessero detto per la seconda volta di non voler andare in ritiro, la cosa sarebbe stata clamorosa ed insopportabile. Se vai in ritiro per discutere, ricompattarti e sciogliere i gruppetti che si sono creati per ritornare un’altra volta squadra va bene. Se vai in ritiro per chiuderti nella tua stanza con l’i-Pad o il telefonino è inutile”.

Udinese e Genk partite fondamentali per il prosieguo della stagione. Gli epurati Callejon e Mertens continueranno a non giocare dall’inizio?

“L’impressione è che Callejon sia quasi diventato un corpo estraneo. Non c’è certezza ma non mi meraviglierei se Callejon già a gennaio cambiasse aria. E’ una perdita importante perché Callejon è stato per anni l’uomo dell’equilibrio. Per quanto riguarda Mertens credi che resti, ma sicuramente da gennaio potrà legittimamente trovare un altro contratto perché è in scadenza. Un calciatore che prende un nuovo contratto già a gennaio non so con quale spirito possa scendere in campo. Ma questi non sono gli unici perché ci sono altri calciatori che hanno mobilitato i procuratori per trovare sistemazioni diverse. Questa volta il Napoli non si tirerebbe indietro se dovessero arrivare offerte per Allan, Koulibaly o Insigne”.

In questo caos non si rischia che giocatori di prospettiva ma già forti, come Meret e Di Lorenzo, possano perdersi?

“Potrebbero sicuramente subire dal punto di vista tecnico un arretramento se la squadra va ancora di più allo sbando. Però ne abbiamo visti tanti di momenti complicati e il calcio riesce a superare anche questi, ogni anno si ricomincia. L’importante per il Napoli è che non perda il 4° posto. Deve fare un recupero importante perché i soldi della Champions sono quelli che possono garantire al Napoli ancora nuovi investimenti e restare ai vertici del calcio in Italia. Se non dovesse andare in Champions il monte ingaggi sarebbe insopportabile per il club, bisognerebbe vendere e ricominciare tutto daccapo”. 

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